LA RICHIESTA DELL’ISTITUZIONE DEL REGISTRO DEI TUMORI IN SARDEGNA: LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE REGIONALE DELLA SANITA’

Egregio Assessore alla Sanità, dr. Armando Bartolazzi. In Italia vi sono solo tre regioni in cui non è stato attivato il registro tumori, la Sardegna purtroppo è una di queste. Ci rivolgiamo a Lei per esprimerLe e manifestarLe la nostra preoccupazione per il fatto che in Sardegna a, tutt’oggi, nessun provvedimento utile sia stato adottato per attuare le disposizioni normative vigenti in materia di Registro Tumori.

Non vogliamo rassegnarci ad essere, come al solito, il fanalino di coda soprattutto perché in questo caso è in gioco la salute della collettività, tutelata dalla Carta Costituzionale come bene primario, essenziale ed irrinunciabile dell’individuo.

Vi sono molteplici e concorrenti gravi criticità che scaturiscono, in maniera diretta ed immediata, dalla mancanza del predetto registro, che qui di seguito intendiamo evidenziare. Sappiamo che i registri di patologia sono uno dei più importanti strumenti di sorveglianza nazionale e internazionale in cui coesistono competenze multidisciplinari e multiprofessionali. Sappiamo quanto sia importante per la ricerca scientifica e soprattutto perché ci permette di analizzare i dati di incidenza e mortalità dei tumori per valutare la distribuzione geografica e i trend temporali delle diverse patologie.

Gli elevati costi della sanità pubblica sono in gran parte riconducibili alle cure oncologiche, tali costi potrebbero essere drasticamente ridotti laddove si intendesse investire nella prevenzione. L’assenza del registro tumori, che è un importante strumento per la programmazione della prevenzione oncologica, costringe la collettività a sopportare i costi esorbitanti della sanità pubblica. La mancanza del registro tumori, non ci consente di conoscere se e in quale misura vi possa essere una correlazione tra alcune attività industriali e le patologie oncologiche (e non) che affliggono i sardi.

In proposito, si precisa che in Sardegna sono presenti due S.I.N. (i siti di interesse nazionale per le bonifiche riconosciuti dal Ministero dell’ambiente), Sulcis Iglesiente-Guspinese e Porto Torres: uno di questi è il più grande d’Italia!

Nel passato (anno 2014) lo studio epidemiologico, promosso dall’Istituto Superiore della Sanità, denominato “S.E.N.T.I.E.R.I.”, ha evidenziato alcune correlazioni tra gravi patologie e l’inquinamento ambientale presente nei summenzionati S.I.N. Ci risulta che a seguito dello studio del 2014, il servizio sanitario regionale abbia svolto un unico approfondimento sul SIN di Porto Torres, pubblicando alcuni dati epidemiologici limitati al comune turritano. Non è dato sapere se vi siano delle altre aree altamente inquinate da monitorare, oltre quelle dei SIN. Nell’ipotesi in cui si dovesse individuare una correlazione tra le patologie oncologiche e alcune attività industriali, si potrebbe effettuare una pianificazione degli interventi da attivare con le necessarie bonifiche da attuare, dando priorità ai siti che presentano maggiori criticità. Infine, non possiamo tralasciare l’uso del RT come strumento di equità nel ridurre le diseguaglianze di salute evitabili, dove presenti, e promuovere opportunità eque nell’accesso ai servizi sanitari.

Negli anni abbiamo assistito a tanti proclami e annunci di istituzione del Registro Tumori regionale: delibere, nomine dirigenziali, gruppi di lavoro, stesura di regolamenti, assegnazione di incarichi, tutto ciò dal lontano 2012, ma oggi, dopo oltre dieci anni, ancora siamo senza risultati. Abbiamo letto il programma politico della coalizione nel quale si parla di Efficientamento dell’organizzazione del Sistema Sanitario Regionale, programmi di prevenzione e promozione della salute e il benessere sociale in Sardegna: vogliamo riporre la nostra fiducia in questi propositi, poiché non possiamo più permetterci di fare a meno di questo strumento.

Nell’auspicare riscontri confortanti, siamo a disposizione per ogni contributo che possa essere utile al raggiungimento dell’obiettivo.

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