di LUCIA BECCHERE
Su proposta del consiglio degli avvocati di Nuoro e condivisa dalla magistratura nuorese, dal 25 giugno l’Aula della Corte d’Assise di Nuoro è stata intitolata a tre padri della Costituzione italiana: gli avvocati Francesco Murgia, Pietro Mastino e Salvatore Mannironi. Non un giorno scelto a caso perché trattasi del 78esimo anniversario dell’inizio dei lavori dell’assemblea costituente del 1946 che vide fra i banchi dell’Assemblea i tre Parlamentari barbaricini.
L’evento è stato introdotto dal presidente dell’ordine forense di Nuoro Lorenzo Soro che ha ricordato le tre nobili figure che hanno svolto un ruolo importante nel tessuto sociale, politico e culturale non solo di Nuoro ma dell’intero comparto della Sardegna. “E’ doveroso – ha detto -, ricordare l’impegno di questi uomini affinché la loro storia rimanga impressa in noi ma soprattutto nelle generazioni future”.
Per il Presidente Soro intestare ai padri costituenti Mastino, Murgia e Mannironi l’Aula della Corte d’Assise del tribunale cittadino dove si svolgono i processi più importanti e più significativi, specchio delle contraddizioni del nostro tessuto sociale, serve a ricordare il ruolo da loro svolto in un’Italia da ricostruire. “Hanno attraversato – ha proseguito -, il periodo dei processi più cruciali delle grosse faide all’interno della provincia di Nuoro, veicolando coi loro interventi un significato morale e culturale profondo e tracciando un solco importante nell’avvocatura nuorese”. A ricordarli con i loro interventi saranno rispettivamente gli avvocati Stefano Mannironi per Il senatore Salvatore Mannironi, Martino Salis per il senatore Pietro Mastino e Pasquale Ramazzotti per l’onorevole Francesco Murgia legati ai tre padri costituenti per vincoli di parentela e affinità culturali”.
Stefano Mannironi
“Questi tre padri – ha affermato la presidente della sezione penale Elena Meloni intervenuta a nome del Presidente del Tribunale Mauro Pusceddu -, portatori di valori costitutivi, hanno lottato per rendere libera la funzione del magistrato dal potere esecutivo, ci hanno affidato un grandioso patrimonio che la magistratura condivide con l’avvocatura, la cultura della giurisdizione, la condivisione dei valori sempre attuali su cui la carta costituzionale è stata faticosamente costruita. A questi valori noi facciamo riferimento nell’esercizio quotidiano della giurisdizione, valori che invocano la libertà sull’esercizio di tutta la loro attività professionale, un lascito importante e seppure con legittime contrastanti opinioni vale ancora la pena di lottare tutti insieme, magistratura e avvocatura, per l’affermazione di quei principi che sono comuni a tutti cittadini e non appartengono solo ai padri costituenti che li hanno stilati”.
Con la voce incrinata per la forte emozione, l’avvocato Stefano Mannironi ha ricordato il nonno Salvatore (Nuoro 1901/1971). “Aveva un profondo senso del dovere – ha raccontato – e sapeva ascoltare tutti.Un uomo onesto che non aveva mai visto la politica come trampolino di lancio ma che amava lavorare solo per il bene comune della Sardegna, in particolare di Nuoro dove, nonostante il suo lungo impegno politico nella capitale non aveva mai rinunciato al suo ruolo di consigliere comunale dove era stato eletto per due legislature durante le quali aveva dato vita alla prima cooperativa di pastori e avviato la prima indagine sulle condizioni socio-economiche degli abitanti del territorio”.
Martino Salis
A Nuoro, Salvatore Mannironi svolse la sua attività forense e di pubblicista, nel 1919 fondò la sezione del Partito Popolare italiano. Convinto oppositore del fascismo venne arrestato il 13 gennaio del 1943 e rinchiuso nelle carceri di Oristano, Cagliari, Roma e poi portato nel campo di concentramento di Isernia da dove fuggi a seguito del bombardamento avvenuto il 17 settembre dello stesso anno. Caduto il regime, con Antonio Segni fondò ed organizzò la Democrazia Cristiana in Sardegna. Il 2 giugno del 1946 fu eletto deputato alla Costituente. Negli anni a seguire venne eletto ininterrottamente parlamentare, dal 1954 membro del governo e dal 1969 è stato Ministro della Marina Mercantile. Nel 1986 in un discorso al Quirinale, Francesco Cossiga disse di lui: “Salvatore Mannironi ha saputo realizzare un ideale di Cristiano nella vita della Chiesa, della società civile, del movimento cattolico e del movimento politico democratico nel quale egli militava”.
E’ l’avvocato Martino Salis a ricordare Pietro Mastino (Nuoro 1883-1969), il suo impegno, la sua carica umana e l’attualità del suo pensiero. “L’avvocato Mastino – ha esordito -, ha sempre sostenuto che la carta costituzionale dovesse contenere i principi generali dell’ordinamento, ma il cambiamento non poteva solo avvenire con l’affermazione di detti principi ma soprattutto con la formazione di una nuova coscienza popolare. Sulla base di queste affermazioni i suoi interventi erano volti a che i diritti affermati fossero inequivocabilmente chiari e comprensibili. Come ad esempio quando si parlava del diritto di emigrare, questo a Mastino non piaceva in quanto riconducibile alle sole esigenze lavorative, da qui la formulazione dell’attuale articolo sulla libertà di circolazione dei cittadini”.
L’avv. Salis ha sottolineato l’attualità del pensiero di Pietro Mastino nel sostenere l’abolizione della pena di morte, la necessità di rendere più accoglienti le carceri così come riteneva necessario aumentare la spesa a favore degli agenti di custodia. In merito all’ordinamento giudiziario era un convinto assertore che l’ordine, la tranquillità e il grado di civiltà di una nazione fossero in rapporto diretto con la bontà del sistema giudiziario, così come doveva essere garantita l’indipendenza economica dei magistrati per la dignità del loro ministero in quanto non sarebbe stato certo facile amministrare la giustizia se costretti ad operare in gravi ristrettezze economiche.
Oratore di primo piano, Pietro Mastino verrà designato dal foro e dalla città quale relatore della morte del suo maestro, Sebastiano Satta. Intendeva come prima professione quella di avvocato e le sue arringhe erano lo specchio di una personalità incomparabile, di un acume penetrativo straordinario. Grande intellettuale e figura di indiscusso rigore morale, aristocratico per formazione culturale, figlio dell’avvocato Francesco Mastino, eleganza e padronanza linguistica uniti al fascino della sua eloquenza lo avevano consacrato principe del foro e guida indiscussa per la professione forense di tutti i tempi.
Pasquale Ramazzotti
L’avvocato Pasquale Ramazzotti, traccia brevemente, “lui più di ogni altra persona amava la sintesi e la essenzialità”, la biografia dell’onorevole Francesco Murgia Nato a Olzai nel 1903, dopo la laurea ha svolto sempre l’attività di avvocato, è stato parlamentare nella camera dei deputati ma restava pur sempre un avvocato.
Caduto il fascismo, con Mannironi e Monni, Francesco Murgia fece parte del comitato che organizzò la Democrazia Cristiana a livello Provinciale. All’interno dell’assemblea costituente fra i tanti interventi il più importante è il suo emendamento citato nell’attuale comma 5 riportato nell’articolo 13 secondo cui la legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva. Riteneva che la libertà personale fosse inviolabile e pertanto non ammetteva nessuna restrizione della libertà se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. Per arrivare a questo importante risultato Murgia ha lottato all’interno dell’Assemblea ottenendo il consenso alla sua proposta in particolare da Avanzini e Benvenuti (DC) che firmarono il suddetto emendamento trovando successivamente il consenso della maggioranza dell’assemblea.
Essendo stato egli deputato della prima, seconda e terza legislatura nelle fila della DC, molte le sue iniziative parlamentari come ha ricordato l’avvocato Ramazzotti: l’abrogazione degli artt. 210 e 535 del codice di procedura penale, istituzione del giudizio di appello contro le sentenze della Corte d’assise, modifica dell’art. 39 del regolamento del Corpo degli agenti di custodia.
L’onorevole Francesco Murgia, scomparso a Nuoro nel 1998, noto per la sua integrità di difensore del diritto penale, con lungimiranza si ergeva a garante sfidando una società molto meno garantista della attuale.
Un bel pezzo di Lucia Becchere per figure che sono d’ispirazione e lo saranno sempre.
Immagino che nei numeri storici della rivista L’Eloquenza si troveranno arringhe di tutti e tre questi brillanti avvocati.
Ho fatto parte della segreteria Mannironi fino alla Sua morte improvvisa a Nuoro,quando ricopriva la carica di Ministro della Marina Mercantile.Grande uomo politico della Democrazia Cristiana,di quella vera degli anni cinquanta-settanta.