di LORENZO DI BIASE
È stato di recente pubblicato – a cura dell’ANPPIA Sardegna con la collaborazione dell’istituto sardo per la storia dell’antifascismo e della società contemporanea e col contributo dell’assessorato alla pubblica istruzione della RAS – il libro curato da Alberto Bocchetta, presidente regionale dell’ANPPIA Sardegna, dal titolo “I sardi del Trasporto 81. Bolzano -Flossenburg 5/7 settembre 1944”.
Il volume è dedicato ai quattordici sardi deportati al campo di concentramento Flossenburg, ai quali si aggiunge Vincenzo Barbera che aveva dichiarato di essere nato a Cagliari luogo invece di nascita della madre, che fecero il viaggio sui carri merci assieme ad altri quattrocento diciassette sfortunati nel “Trasporto 81”. L’intento è quello di restituire a tutti l’identità dalla quale vennero privati all’arrivo a Flossenburg all’atto dell’immatricolazione ed il progetto è titolato “Ohne Namen”, ovvero “Senza nomi”.
Lo stesso titolo del monumento bronzeo dedicato da Vittore Bocchetta, uno dei sopravvissuti del “Trasporto 81”, e ubicato dal 2007 nel sottocampo di Hersbruck. A tutti i deportati, infatti, fu apposto il triangolo rosso relativo ai deportati politici ed assegnato un numero di matricola che per il trasporto in oggetto andava dal numero 21402 sino a 21834 per un totale di 432.
La classificazione con numeri progressivi, nel nostro caso il “Trasporto 81”, era assegnata ai trasporti ferroviari dei deportati dall’Italia alla Germania a partire dal giorno 8 settembre del 1943. In totale gli studiosi del settore hanno calcolato più di 260 “Trasporti”.
Migliaia di persone che venivano deportate perché si opponevano al fascismo e che la Germania nazista utilizzava come manodopera a costo zero. Essi saranno chiamati in seguito, “Gli schiavi di Hitler”. Otto dei quindici sardi di cui si narra nel libro avevano tra i 34 ed i 50 anni e si erano da tempo trasferiti da tempo in Nord Italia. Altri sei erano militari delle classi 1922 – 1925 che erano rimasti sbandati l’8 settembre del 1943 non avendo voluto aderire all’esercito della neonata Repubblica Sociale Italiana. Essi provenivano da Cagliari, Sassari, Iglesias, Villacidro, Escalaplano, Lanusei, San Vero Milis, Ozieri. La metà di essi tornò viva ma l’altra metà trovò la morte nei campi di Flossenburg ed in quello di Hersbruck. Ecco i loro nomi: Ugo Miorin di Cagliari, Luigi Murgia di Escalaplano, Salvatore Becciu di Ozieri, Antonio Pilo di Sassari, Dino Col di Sassari, Mario Ardu di Lanusei, Pietro Meloni di Sassari, Cosimo Orrù di San Vero Milis, Vittore Bocchetta di Sassari, Vincenzo Barbera di Monte San Giuliano la cui mamma era cagliaritana, Franco Cristiani di Iglesias, Giovanni Pani di Cagliari, Pietro Zuddas di Villacidro, Michele Carraca di Ozieri, Giuseppe Luigi Mazza di Ozieri.
Un libro molto interessante che affronta una pagina di storia davvero poco studiata e che è impreziosito da foto relative a momenti del trasporto e di vita quotidiana all’interno del lager. Un libro che dovrebbe non mancare nelle biblioteche e nelle librerie private e che dovrebbe trovare grande spazio nelle scuole della Sardegna per Non Dimenticare.
Non sapevo dove scriverti, Massimiliano; da sarda( lontana dalla nostra terra da tanti anni) sento il bisogno di mettermi in contatto con dei sardi espatriati come me. Seguo sempre i vostri commenti su Facebook. Per non sentire troppo la lontananza scrivo: racconti e romanzi e il luogo preferito dove si svolgono i fatti è la “nostra” Sardegna.
Ciao, buona notte, vi riscriverò 💞