
di GIULIA LONGO
Si è svolta a Copenaghen una serata-omaggio in ricordo della grande scrittrice sarda Maria Giacobbe, scomparsa nella capitale danese il 27 gennaio 2024 all’età di 96 anni, dopo una vita avventurosa e letterariamente prolifica, vissuta con passione tra Sardegna e Danimarca.
La sede prescelta per l’evento è stata quella del prestigioso Ristorante San Giorgio dello chef Achille Melis, più volte premiato come eccellenza italiana all’estero. Il ristorante festeggia quest’anno i quarant’anni di attività, e questa coincidenza temporale darà luogo ad ulteriori eventi che possano diffondere ed esaltare la cultura sarda nel mondo.
La serata su Maria Giacobbe è stata organizzata da due donne: Olimpia Grussu, presidente dell’Associazione Culturale Sarda “Incantos”, e Giulia Longo, direttore letterario della Società “Dante Alighieri” di Copenaghen.

Oltre che dalle due organizzatrici, la serata è stata introdotta dalla professoressa Pia Schwarz Lausten, associata di Letteratura Italiana all’università di Copenaghen, che ha spiegato il ruolo emblematico della voce “emigrata” di Maria Giacobbe, che in Danimarca svelava le particolarità della sua Sardegna e le peculiarità della sua esperienza di scrittrice italiana del Novecento, al pari di Luigi Pirandello che dalla sua Sicilia, insignito del Premio Nobel, è diventato un punto di riferimento imprescindibile nel panorama di letteratura italiana dello scorso secolo.
Maria Giacobbe ha attraversato due secoli, due nazioni, due culture. Tra gli invitati alla serata in suo onore spiccava un’altra donna sarda, Marina Moncelsi, Presidente dell’Istituto per la Storia dell’Antifascismo e dell’età contemporanea nella Sardegna Centrale (ISTASAC), appositamente giunta da Nuoro per omaggiare la memoria di Maria Giacobbe e raccontare delle sue inestirpabili radici in Sardegna.
Alla serata ha partecipato l’Ambasciatore Stefania Rosini e il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Massimo Sarti.

Altra voce invitata per parlare della grande scrittrice sarda è stata quella di Thomas Harder, storico, traduttore, influente opinionista nella società culturale danese, figlio primogenito di Maria Giacobbe e dello scrittore Uffe Harder. L’esimio storico ha mostrato varie foto inedite e raccontato aneddoti e curiosità legate alla vita di sua madre e al legame simbiotico ereditato anche da lui che unisce in maniera inscindibile Italia e Danimarca.
Infine Giulia Longo ha presentato il documentario danese, da lei sottotitolato in italiano: “Maria Giacobbe: in viaggio tra culture”, opera a quattro mani di Vibeke e Bo Steen, andato in onda sulla tv pubblica danese DR nel dicembre 2024. Il filmato ha suscitato forti emozioni nel pubblico, tra cui erano presenti anche degli amici storici di Maria Giacobbe, che si sono commosse nel rivedere la donna rivivere sul grande schermo.
Ulteriori corde emotive sono state toccate durante l’intermezzo musicale a cura della cantante sarda soprano Margherita Canu Graham, che ha omaggiato Maria Giacobbe con quattro brani in lingua sarda, tra cui il commovente “La voce di Maria”, scelto non casualmente proprio per sottolineare il rimando a una voce letteraria che, pur essendo scomparsa un anno fa, ha lasciato intatta un’eredità intellettuale capace ancora di parlare ai giovani di oggi, senza con ciò non trascurare gli eventi storici del passato dalla Giacobbe vissuti in prima persona e spesso sublimati nei suoi romanzi come nelle belle poesie.
Dulcis in fundo, il menu di degustazione curato dallo chef Achille Melis, il cui intervento era intitolato: “La cucina come atto d’amore”. Lo chef sardo ha proposto degli stuzzichini gourmet a mo’ di introduzione ad una cena sublime, che constava di Ravioli con ricotta e spinaci al burro e salvia, Lombata di manzo danese con salsa al vino Cagnulari e una rivisitazione del cannolo siciliano in chiave sarda, accompagnata da una salsa al mirto.
Enorme, dunque, il successo della serata-omaggio a Maria Giacobbe, che ha avuto il merito di nutrire sia la mente degli astanti, con interventi teorici di rilevanza internazionale, sia lo stomaco degli entusiasti presenti, che hanno brindato più volte alla memoria della scrittrice sarda, nata a Nuoro il 14 agosto 1928, e che ha reso il legame tra Sardegna e Danimarca palpabile, duraturo, e indimenticabile.