SILVIA MELONI, LA POESIA DI SEUI: CON IL SUO POETARE CI RIPORTA ALLE ORIGINI PIU’ AUTENTICHE E PROFONDE DEL “SE’”

Mi capita spesso di chiedermi per quale motivo si componga Poesia. Da cosa deriva quell’impulso che spinge il poeta, a scrivere, a creare, ad arrovellarsi su un pensiero e a renderlo pulsante, vivo. Quando scatta con esattezza la molla che spinge ad esternare ciò che dentro fa fremere? Spiegarlo non è certo semplice, e non è semplice nemmeno parlarne a cuor leggero. Non lo è perché per ognuno è diverso, per ognuno deriva da qualcosa di diverso e non tutto è comprensibile dagli altri, da chi non sente questa necessità. Il tema dell’incomunicabilità è sempre presente nella vita di un poeta o artista che sia. Nella vita artistica l’incomunicabilità è molto forte e a volte diventa frustrante dover convivere con lei, con questa consorte per nulla consolatoria. Il Poeta non decide nulla di sé e della sua arte, no. Essa viene a lui o a lei, se ne impossessa e lo/la usa come tramite per farsi verbo, per trasmettersi al mondo, il quale a volte riceve e a volte no, ma è pur sempre uno scambio, uno scambio tra due entità vive. Quando l’ispirazione giunge, è travolgente e può pervenire da qualsiasi cosa vista, sentita, assaporata, vissuta, sognata, desiderata… da chiunque e da qualunque cosa, e quando arriva si diviene schiavi nelle sue mani, privi di volontà e di discernimento. Non siamo più noi a comandare, è lei. Solitamente ci sono dei momenti ben precisi nella vita di un artista che preludono ad una esplosione della sua arte, questi momenti sono impercettibili, ma se si sta attenti, in ascolto, si possono individuare e congelare per poterli gustare con meno fretta, con maggiore razionalità e meno istintualità. La Poesia è dinamica, non la si può imbrigliare, anche le parole che il poeta scrive nero su bianco non sono statiche, ma anzi, esse si muovono in una ritmica danza ossessiva e ci afferrano a destra e a manca come vogliono, senza preservarci da lividi ed ematomi.

La stessa sensazione che ho provato leggendo i versi di alcune Poesie di una giovane poetessa: Silvia Meloni di Seui. La sua Poetica è non forzare, è immaginare, è lasciar fluire, è dedicarsi ad essa, è divenire tramite, è farsi strumento. Nell’attimo in cui la parola affiora e l’ispirazione è forte, non resta altro da fare che imprimerla sul foglio bianco, bianco perché ancora vergine, senza una direzione. In questo senso, il suo scrivere quelle parole precise, quelle e non altre, significa offrire ad ogni lettore, un tragitto, una strada, una via da seguire. A volte la via è corta, ma profondamente si inabissa nei meandri del sentire. Altre volte si presenta più lunga e perigliosa e conduce in dimore che da sempre ci appartengono, dimore delle quali ci siamo dimenticati, troppo presi dalla distrazione del vivere. Nella via poetica di Silvia Meloni, riscopriamo noi stessi, ci ritroviamo nuovi e antichi allo stesso tempo, ci allontaniamo da un punto di partenza immaginario per ritrovarci all’origine. Quest’origine che la Poetessa ci indica con il suo poetare, proviene da lontano, dal profondo interiore, è la sua e la nostra casa, è ritornare a casa. Alcuni lo chiamano Sé. E’ la nostra essenza più autentica, quella meno scalfita dal maremoto dei pensieri che affollano la mente. E’ l’incontro tra ciò che siamo e ciò che siamo destinati ad essere. Quando si dice essere se stessi si fa implicitamente riferimento a questa dimensione dell’esistere, a questa scoperta vera e propria…la poetessa Silvia Meloni.

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