DALLA MALATTIA AI SUCCESSI LETTERARI: MATTEO PORRU E IL DOCUFILM SU RAI PLAY: “LA MIA STORIA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEGLI ALTRI”

Matteo Porru, foto di Alec Cani

“Ho immaginato questo momento per tanto tempo. È un’emozione strana condividere per la prima volta la storia della mia vita con tutta l’Italia”.
Così Matteo Porru, scrittore, drammaturgo e giornalista cagliaritano, a proposito del docufilm del regista Michele Garau ‘Matte’ in esclusiva dal 28 gennaio scorso su Raiplay.
Il film, realizzato con il sostegno di Sardegna Film Commission (prodotto da Storiami, Interlinea Film e Next) in collaborazione con Ombre Rosse, Terra de Punt e Figli d’arte Medas, per Rai Contenuti Digitali e Transmediali, è un racconto di vita in giro per l’Italia e l’Europa. Un filo rosso lega Cagliari a Milano, Roma, Venezia, Berlino e Luneburgo. A parlare sono gli amici e i parenti che descrivono il Matteo bambino, la sua malattia, e il suo percorso di rinascita e crescita fino ai successi editoriali.


Non è la celebrazione de ‘l’enfant prodige’ inserito da Fortune tra i 40 under 40 della cultura italiana e che ha vinto un Premio Campiello giovani a 18 anni (Talismani, 2019), ma la storia di un bimbo diventato adulto precocemente, che ha creduto nell’incanto e nella vita nonostante la malattia. Matte è la storia di un ragazzo che ha imparato a volare quando tutto intorno era incerto e fermo.
“È l’inizio di una grande avventura per me e sono curioso di sapere come verrà letto dal pubblico – afferma Porru -. Il mio intento era raccontare che la vita accade a tutti, e il nostro compito è quello di trovare un senso”.
Nel docufilm tu parli pochissimo. Perché questa scelta? “Ho voluto che a parlare di me fossero gli altri. È straordinario trovare qualcosa di te attraverso i racconti di chi ti conosce: i miei familiari, mamma, papà, mio fratello Francesco e i miei nonni. Poi gli amici, i miei compagni di scuola, gli insegnanti la mia amica infermiera e il mio oncologo. Loro mi sono stati accanto e mi hanno insegnato come si dimostra l’amore in ogni sua declinazione”.


‘Il dolore crea l’inverno’ è il titolo del tuo penultimo romanzo. Anche per te è stato così? “Ho attraversato notti infinite e giorni interminabili da un ospedale all’altro, ma ho avuto la fortuna di essere circondato da persone che non mi hanno mai fatto sentire solo. Oggi cerco di restituire il bene che mi è stato fatto. Il docufilm in un certo senso è un modo per dire grazie a ognuno di loro. Michele (il regista) ha fatto un grande lavoro con le varie interviste, mettendo in campo una grande sensibilità. Ha avuto tatto perché l’argomento è delicato ma lui ha saputo mettere in luce aspetti di me apparentemente contrastanti: la mia malinconia che convive costantemente con la mia giocosità per le cose del mondo. Io poi di solito parlo molto veloce, invece nel film parlo lentamente, perché consacro la lentezza e i silenzi ai momenti speciali e questo il regista lo ha colto da subito, ha saputo leggere tra le righe”.


Che cos’è per te oggi la felicità? Ci sono persone che ringrazi di aver incontrato nella tua strada? “Ieri avrei detto che la felicità è il disegno di un bambino rivolto a mamma e papà. Oggi invece è sapere di avere qualcuno che ami e che ti stringe la mano. Il mondo fa meno paura da questa prospettiva. Sapere che esiste qualcuno pronto ad aiutarti quando ne hai bisogno è un grande dono. Su questa terra superiamo gli 8 miliardi. La nostra vita è una cosa minuscola senza amore. Nonostante la mia giovane età (compirò 24 anni il 21 febbraio) ho conosciuto nel corso di questi anni tantissima gente, nota e meno nota. Così tanta che farei un errore a citare qualcuno senza commettere gaffes. Però mi ha colpito molto una campionessa cagliaritana che ho conosciuto di recente: Marta Maggetti (Oro alle Olimpiadi di Parigi 2024). Di lei invidio gli occhi con cui vede il mare”.
Stai già lavorando al nuovo romanzo? “In realtà sto lavorando a tre nuovi romanzi e a parte qualche ospitata in tv, sarò in giro per la Sardegna e l’Italia con la presentazione del mio ultimo romanzo “Il volo sopra l’oceano” (Edizioni Garzanti) La ‘tournée’ è cominciata il 28 gennaio (data di uscita del romanzo in libreria e stessa data di Matte su Raiplay) al Teatro Massimo della mia città, Cagliari, con il mio carissimo amico Lodo Guenzi”.

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3 commenti

  1. Sei un esempio per chiunque abbia la possibilità di incontrarti e conoscerti nelle diverse forme possibili. Grazie!

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