RICORDATE ALL’I.B.I.S. DI NUORO LE VALOROSE DONNE DI SARDEGNA CON LE SIGNIFICATIVE STORIE RACCONTATE NEL LIBRO DI GRAZIELLA MASSI

La storia e le tappe dei diritti delle donne sono segnate da infinite trincee e muri che sono stati e vengono innalzati da una cultura di sopraffazioni: negazione di dignità e di parità familiare e sociale. Le donne – in quanto donne! – hanno dovuto combattere per legittimare il diritto di voto, accesso all’istruzione, al lavoro, alla parità di genere e libertà sessuale.
Il percorso verso i diritti di persona è tuttora lungo e certo incompleto. Le storiche conquiste non sono sufficienti, se non avviene un profondo e radicale movimento di pensiero e cuore che riconosca anche il diffuso contributo femminile al determinante attuale sviluppo scientifico, sociale e culturale.
Le figure femminili si sono caratterizzate sempre per tenacia, forza, umanità ed hanno fatto la storia: donne del passato, che ricordiamo con riconoscenza, e della contemporaneità che quotidianamente danno senso, idealità e valore al vivere con il loro “saper fare”.
L’8 marzo, come momento internazionale, è giornata di memoria delle tante lotte sociali e politiche, affrontate con voce e sentimento femminile, nell’avventura infinita di emancipazione; le protagoniste sarde, attraverso la presentazione del libro di Graziella Massi “Donne di Sardegna” (Nemapress Edizioni), sono state ricordate all’I.B.I.S. di Nuoro. L’autrice, presentata da Lisetta Bidoni, ha dialogato con la saggista e critica letteraria Neria De Giovanni e Franca Piras, responsabile del settore culturale dell’associazione I.B.I.S.
Il volume raccoglie “storie di valorose donne sarde famose o dimenticate”, colmando un vuoto informativo sul significativo “apporto culturale, sociale e politico offerto dalle donne in Sardegna”.
Le storie di Graziella Massi, come scrive Erika Pirina nella prefazione, sono il frutto dell’attiva collaborazione alla testata online Corriere Sardo e valorizzano la conoscenza di donne “che hanno saputo fare la differenza”; storie di donne, non necessariamente famose o conosciute, che nella vita di quotidianità hanno fatto la Storia e lottato con sentimento e dignità “per una salda completa emancipazione ed eguaglianza di genere”.
Donne di Sardegna, in collaborazione con la Rete delle Donne di Alghero guidata da Speranza Piredda, è il risultato di una grande e appassionata ricerca di storie e di civiltà della Massi e fa conoscere la fatica di tante donne, note o dimenticate, per affermare il principio di autodeterminazione ed imporsi nella società, dominata da atavici pregiudizi.
Lisetta Bidoni, presentando l’incontro e la figura dell’autrice, sottolinea il significativo lavoro svolto da Graziella Massi che raccoglie e propone “le vite” di tantissime donne impegnate al femminile “in diverse epoche storiche, che si sono distinte e lottato per l’emancipazione; alcune consapevoli di affrontare la lotta, altre senza dichiararlo hanno agito nel dare un contributo nella strada collettiva del riscatto”.
Partecipano all’incontro anche Dolores Turchi, presenza biografica nel volume per essere la massima studiosa di tradizioni popolari isolane, e Rosetta Murru, decana regina dell’arte e tra i cento storici grandi artisti del Novecento in Sardegna; entrambe figure di rilievo nella contemporaneità e collaborative in diverse pubblicazioni di carattere antropologico per la Newton Compton. E proprio Lisetta Bidoni ha evidenziato la rilevanza e genialità delle due donne, “di acquisizione nuorese”, che hanno dato vita alla scrittura-studio e alla rappresentazione grafica ed artistica di innumerevoli figure della mitologia popolare sarda.

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Franca Piras, entrando nel merito dell’opera della Massi, ha presentato due figure in antitesi e lontane storicamente: Julia Carta, “strega” di Siligo e Mores, dove nasce da una famiglia umile sul finire del 1500, vive nella conoscenza di erbe medicamentose e preghiere popolari non convenzionali che la porteranno a subire processi e la condanna per stregoneria; Dolores Turchi, saggista, antropologa divulgatrice, studiosa di leggende, miti e tradizioni popolari, decodificati per trasmettere come elementi di origine e cultura identitaria e riversati in volumi, veri best-seller di storia e di viva memoria, proiettano l’Isola come centro di interesse e studi per tutta l’area mediterranea. Per la Piras, le tantissime donne condannate, nei secoli, per stregoneria o vittime della Santa Inquisizione sono da considerarsi le antesignane del movimento femminista.
Neria De Giovanni, da profonda ammaliante relatrice, ha ribadito l’orgoglioso senso civile condiviso “di essere sempre qui a battagliare per la cultura” e riconosciuto all’amica Dolores Turchi di aver avviato e “riaperto la rilettura seria” degli studi deleddiani. L’intervento della nota studiosa si è sviluppato nel determinante ruolo e percorso di rappresentare la Rete delle Donne, che unisce varie realtà con l’obiettivo di gestire spazi e sostenere tutto l’universo femminile, e di “editora” della NEMAPRESS, con oltre 400 pubblicazioni all’attivo e per lo più caratterizzate dall’impegno per i diritti ed emancipazione delle donne.
L’autrice Graziella Massi, emozionata di “trovarsi nella capitale letteraria della Sardegna”, ha presentato il suo lavoro, di formative conoscenze su profili di donne, definendosi “scrittrice per caso e femminista con passione”. Storie di vite, narrate, dettate e maturate con la sensibilità di donna di studio che ha sempre svolto attività politica e sociale, nella massima attenzione alle questioni femminili, alla parità di genere e per combattere le discriminazioni e violenze. Nel volume figurano i ritratti di distintive donne sarde nella storia, nell’arte, nella letteratura, nell’impegno sociale-politico, donne di resistenza e partigiane, lavoratrici nelle miniere (l’emozionante brano è stato letto con passione e pathos da Pietrina Fais) ma anche la tragica storia di Michela Fiori, giovane donna di Alghero, madre di 2 bambini, vittima di femminicidio alla vigilia di Natale del 2018.
Gli interventi e contributi finali di Dolores Turchi, Maria Antonietta Mula, Peppina Corrias, Rosa Maria Caliandro, Silvana Salici ed Angela Cerina, hanno evidenziato le personalità di combattive donne sarde e propositive letture di impegno oltre la giornata internazionale della donna.
Donne di Sardegna, un libro di memoria e di formazione civile che dovrebbe far parte di ogni pubblica biblioteca e libreria familiare.

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3 commenti

  1. Un appuntamento culturale-politico che Cristoforo Puddu ha saputo raccontare nella sua complessità e ricchezza, cogliendo il senso e il significato profondo del libro di Graziella Massi, del dibattito e dei singoli interventi, ed evidenziando la forza e la determinazione delle tante donne che si sono battute per abbattere pregiudizi e discriminazioni di genere nel lavoro, in famiglia, nella politica, nelle Istituzioni e nel contesto sociale in genere.

  2. Un appuntamento culturale-politico che Cristoforo Puddu ha saputo raccontare nella sua complessità e ricchezza, cogliendo il senso e il significato profondo del libro di Graziella Massi, del dibattito e dei singoli interventi, ed evidenziando la forza e la determinazione delle tante donne che si sono battute per la parità contro i pregiudizi e le discriminazioni di genere.

  3. Pietrina Fais

    Bellissimo l’articolo,bravo Cristoforo perché hai saputo raccontare modo chiaro e puntuale la serata dell’8 marzo dedicata alla presentazione del libro di Graziella Massi nella sede IBS a Nuoro.Dalla lettura del tuo articolo emerge la sensibilità e l’attenzione dell’uomo giornalista che coglie e descrive in modo ammirevole.

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