
Antonio Secci
di CRISTOFORO PUDDU
Il movimento artistico spazialista ha come teorico fondatore Lucio Fontana, nel 1946 in Argentina, che attraverso il cosiddetto “Manifesto Blanco” propone un intuitivo rinnovamento dell’arte, ritenuta “stagnante”, con l’elaborazione propositiva di una dimensione e rappresentazione del tempo e dello spazio.
Una creativa arte pittorica che va oltre la tradizione consolidata e si proietta nell’esplorazione delle scienze e delle tecnologie; dunque, una poetica artistica che esalta il progresso e i suoi sviluppi evolutivi di civiltà per creare un’arte che accolga compiutamente e complessivamente l’ideale rappresentazione di colore, suono, movimento e spazio.
Lo spazialismo è approdato al MACLula (7 marzo – 31 maggio 2025) con una mostra che celebra l’arte del dorgalese Antonio Secci; l’artista, considerato uno tra massimi esponenti dello spazialismo sardo e rinomata figura a livello nazionale ed internazionale con importanti riconoscimenti, è scomparso ottantenne, nel 2024, a Cala Gonone (Dorgali).
Si era formato all’Accademia di Brera e aveva vissuto intensamente i fermenti artistici e sociali della Milano degli anni Sessanta e Settanta, collaborando con il maestro Roberto Crippa. Il percorso di Secci verso il motivo della spazialità rappresenta una visuale esistenziale e scelta di valori, dopo aver coltivato un giovanile surrealismo e sperimentato l’astrazione surrealista.
La mostra, che propone oltre trenta dipinti, disegni, fotografie, video sull’opera del Secci e diversi contributi degli avanguardisti (Roberto Crippa, Gianni Dova, Guy Harloff) legati all’artista sardo e determinanti nello sviluppo e crescita creativa nell’arte astratta, verrà successivamente trasferita (7 giugno – 31 agosto 2025) presso il Centro di Formazione Multimediale a Cala Gonone.
Le opere, la cui mostra è curata dalla Prof.ssa Mariolina Cosseddu e dal Prof. Ivo Serafino Fenu, provengono dalla collezione MACLula, da prestatori privati e dalla Famiglia Secci.