LA SARDEGNA NEL MONDO ROMANO FINO A COSTANTINO IN UN LIBRO DI ATTILIO MASTINO: IL LAVORO DI UN’ESISTENZA INTERAMENTE DEDICATA ALLO STUDIO

Attilio Mastino

La Sardegna nel mondo romano fino a Costantino (tre volumi, 1234 pagine) di Attilio Mastino, a lungo docente di Epigrafia e di Storia romana all’Università di Sassari, dove ha pure ricoperto l’incarico di Rettore, è il racconto di un viaggio lungo quasi cinque secoli.
Si va dalla breve storia dei tantissimi studi (da Francesco Fara a Giuseppe Manno, da Giovanni Spano a Ettore Pais, da Alberto della Marmora a Camillo Bellieni, da Mommsen a Piero Meloni, solo per citare i più importanti), che hanno coinvolto decine e decine di ricercatori intenti a decifrare le origini dell’Isola inseguendo “la civiltà perduta”, a partire dal mito, con il racconto dell’inizio dei tempi, che mette al centro le figure di Eracle e di Sardus Pater, il dio della Nazione sarda.
Nei ventidue capitoli, suddivisi in centinaia di paragrafi, accompagnati da numerose foto a colori, l’autore si sofferma sulla ben nota ostilità ai romani (la “resistenza” dei Sardi contro la colonizzazione); poi c’è la suddivisione per aree geografiche dell’isola con le rispettive “genti di Sardegna”: dagli Iliensi ai Pelliti fino ai popoli della Barbaria; le guerre puniche, il ruolo dei mercenari, il Bellum sardum del 215 a.C. con Hampsicora, il racconto di Tito Livio e il ruolo di Cornus, i grandi processi e Cicerone (che non fu mai tenero con i Sardi “più menzogneri dei Cartaginesi” definì, con particolare durezza, i testimoni giunti dall’interno dell’Isola durante l’arringa nel processo pro Scauro del 54 a.C.); poi Tigellio, poeta-cantore amico di Cesare e di Cleopatra, personaggio stravagante, definito dai suoi critici romani “un mediocre bellimbusto” mentre, per Orazio, “era apprezzato quando taceva”; di grande interesse lo spazio dedicato alle città sarde al tempo di Cesare (qui l’elenco è lunghissimo come è lungo l’elenco dei luoghi che conservano resti importanti o piccole tracce dell’età romana); la viabilità e i duecento miliari repubblicani o imperiali (con il possibile tracciato della strada centrale da Tibula a Carales); l’economia, la povertà, la vita religiosa: Giove, Minerva, le ninfe di Fordongianus, il mondo oscuro della magia e il lento affermarsi del Cristianesimo; le deportazioni dei primi cristiani damnati ad metalla, il culto imperiale, infine l’organizzazione politica e sociale. E poi c’è il tema lungamente discusso della “resistenza dei Sardi contro i Romani”. Dice Attilio Mastino: “la storia della Sardegna romana è in inizialmente una storia di ribellioni di attacchi improvvisi e di rivolte presentate da fonti romane come episodi di violenza e di brigantaggio causati dai mastrucati latrunculi usciti dai loro rifugi sotterranei: ma la resistenza degli indigeni alla romanizzazione nelle zone interne si manifestò da un punto di vista culturale prima ancora che da un punto di vista militare.”


In ogni pagina c’è una risposta a molti perché, c’è un invito nascosto a soddisfare le tante curiosità che la lettura suscita storia dopo storia.
Un lavoro lungo una vita completato negli anni della pensione che per Attilio Mastino non ha mai significato riposo. Tutt’altro. Lui, come ama definirlo il professor Raimondo Zucca, è “un uomo faber”: conferenziere instancabile, presente in ogni luogo in cui c’è da regalare sapere, il prof Mastino, ora che ha lasciato l’Università, ama dividersi tra la sua casa di Sassari e quella di Bosa dove tra una passeggiata sul Lungotemo e un incontro con gli amici, riesce a trovare il tempo per continuare a studiare e soprattutto a scrivere. Cosa che ben sa Paolo Maninchedda, docente di Filologia romanza e direttore della collana Sardiniae memoria dell’Università di Cagliari, che lo ha cooptato per la realizzazione di un’opera che mette insieme le pagine più significative della presenza romana nell’Isola. E rafforza, attraverso una seria analisi delle fonti, l’idea di una terra, la Sardegna, che già da allora mostra la sua forte connotazione identitaria.
Un libro apparentemente per soli studiosi (come farebbero pensare le oltre mille pagine, più altre duecento di sola bibliografia), ma che, a mio avviso, è pensato anche per un pubblico più vasto di lettori: basta avere incanto per il passato e voglia di saperne di più affidandosi a chi, con passione e competenza, si è nutrito di Storia per oltre cinquant’anni con la consapevolezza che la ricerca non può essere mai fine a se stessa.
In fondo la conoscenza non deve essere un privilegio per pochi ma un dono da regalare agli altri, un’opportunità da elargire a tutti: scoprire cosa è successo durante il lungo cammino della Storia nelle nostre città, o accanto ai nostri paesi; scoprire chi vi ha vissuto e cosa ci ha lasciato in eredità, non è soltanto un arricchimento personale ma è anche un modo per conoscere meglio il territorio e, magari, apprezzarne di più le sue bellezze. Per poi gettare le basi per la valorizzazione dei beni culturali che rappresentano in Sardegna una risorsa straordinaria.
I sardi meritano di conoscere la propria terra.
Il libro di Attilio Mastino, che si avvale della collaborazione di alcuni tra i più validi storici dell’Isola, va esattamente in quella direzione. Con l’intento, neppure nascosto, di “fondare un’archeologia pubblica indirizzata verso obiettivi alti di diffusione della conoscenza”: per questa ragione l’opera è accessibile gratuitamente on line su unicapress.it

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2 commenti

  1. Giannina Granara

    Complimenti
    Grandissimo Attilio Mastino

  2. Complimenti , bravissimo come sempre

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