DIALOGO CON LA SCRITTRICE E EDITRICE ALEXANDRA ROSE: IL PERCORSO DELLA TRENTAQUATTRENNE NEL MONDO DELL’EDITORIA E DELLA SCRITTURA

Presso il Lazzaretto di Cagliari, gli alunni del corso editoria e editing hanno avuto il piacere di intervistare Alexandra Rose, editrice di Chrysalide Publishing e autrice di romanzi queer. L’intervista ha avuto lo scopo di consentire ai corsisti di conoscere meglio il mondo dell’editoria e della scrittura.
Cosa ti ha spinto a fare l’editrice? Potrebbe sembrare un po’ presuntuosa questa risposta, vi prego non prendetela come tale, ma è stato per quanto male lo facevano gli altri. Mi ha fatto prudere tanto le dita perché mi ha fatto pensare, ok, magari io perché sono anche autrice posso dare una versione un po’ diversa e quindi riesco a farlo nel modo che io reputo giusto. Quando vedevo certe case editrici che lavoravano male, magari avevano un comparto grafico un po’ scadente o non facevano abbastanza promozione, allora mi sono detta che potevo dare un piccolo valore aggiunto. Poi non è così facile e tutto rose e fiori, perché mi sono scontrata con la realtà che è molto complessa e difficile e bisogna veramente alzarsi la mattina e dire “ok oggi ce la posso fare”. Anche questa è stata una lezione.
Come ti senti quando scrivi? Quando scrivo entro dentro la testa dei personaggi, non sono più Alexandra. È anche liberatorio, perché mi permette di staccare da me e affrontare la vita con gli occhi di un’altra persona.
A quale genere appartengono i tuoi romanzi? Si tratta di romance male to male, fanno parte della letteratura queer, ossia romanzi che esplorano relazioni omosessuali.
Che tipo di percorso hai fatto per diventare editrice e scrittrice? Ho seguito il corso presso l’Accademia d’arte di Cagliari, tenuto da Carmen Salis, successivamente ne ho frequentato altri tre.
Non sei sola in questa avventura, qual è il segreto che c’è dietro la solida collaborazione tra te e la tua socia? Abbiamo cercato di differenziare meglio i ruoli. Pertanto, io mi occupo più della gestione e lei adesso sta più coi manoscritti, insomma l’aspetto di redattore.

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