BEATRICE BARBERA E IL SOGNO IN GRANDE PER DAR VISIBILITA’ ALLE CORSE FEMMINILI: LA MOTOCICLISTA SARDA AL MONDIALE 2025

Beatrice Barbera

Una ragazza sarda capace di distinguersi nell’orbita del motociclismo, dalla storia unica e piena di aneddoti. Vuole trasformare la sua passione in vero e proprio lavoro, per vivere solo di corse, e sogna di portare lo sport femminile ai livelli di quello maschile, aiutando le future pilote. Lei è Beatrice Barbera, motociclista nata a Cagliari nel 1994. Sin da giovane ha partecipato a diverse gare, poi il suo primo campionato europeo nel 2020. Adesso la prima stagione ufficiale in un campionato mondiale, in sella alla Yamaha R7 del team Gp3 Ad11, di cui è socia. La prima tappa ad Assen (Olanda), il prossimo 13 aprile, in cui Beatrice avrà la possibilità di gareggiare contro le migliori. Sempre con sé i quattro mori.
Com’è nato l’amore per le moto? “Tutto è nato a 14 anni. Diversamente dai ragazzi, spesso avviati da qualcuno verso il motociclismo, il mio amore è partito per pura necessità. Dovevo andare a scuola e la moto era il mezzo di trasporto che potevo utilizzare, ma anche un modo per essere indipendente. Mi sono appassionata e nel 2012 ho iniziato a girare nel kartodromo di Oristano, il Sardinia Circuit, dove ho conosciuto un signore che mi ha accolto nella sua scuola. Mi diceva che ero autodidatta e che avrei dovuto continuare, e così ho fatto. Con lui svolgevo esercizi tecnici fuori dalla pista che poi replicavo in circuito, mentre partecipavo al mio primo campionato agonistico in pitbike. Era il 2016.


Qual è stato il tuo percorso da quel momento fino ad oggi? “Proprio nel 2016 il padre del tre volte campione MotoGp Jorge Lorenzo, José Manuel (Ciccio) Lorenzo, stava creando una squadra femminile in Spagna. Cercava ragazze in varie scuole, fra cui quella di Oristano. Mi ha selezionata e, anche se non avevo esperienza, sono subito andata a correre una gara in Spagna. Ero così felice che una tornata a casa ho comprato una pitbike: in quel momento ho realizzato di volerci provare davvero, di voler iniziare una carriera. Dopo la gara in Spagna ho continuato ad allenarmi, poi sempre grazie a Ciccio c’è stata la possibilità di gareggiare un’altra volta in Messico, nel 2018. Ciccio si curava del viaggio e persino del trasporto delle moto, rendeva tutto più facile. In Messico ho conosciuto un ragazzo con cui ebbi una relazione, questo mi ha portato a trasferirmi in Cile. Solo nel 2020 è arrivato il primo campionato europeo, il Women’s European Championship Ssp300. Vi ho partecipato per quattro anni, dalla prima edizione fino al 2024, con il team Gp3 Ad11. La squadra era stata creata proprio nel 2020 da me e il mio fidanzato – ormai ex ma ancora soci – per far correre le ragazze”.


Adesso il campionato mondiale, ce lo descrivi? Prenderci parte è la tua più grande soddisfazione finora? “Il Mondiale femminile World Wcr è nato l’anno scorso e adesso, nel 2025, è alla sua seconda edizione. Si tratta di una categoria del mondiale Superbike dedicata completamente alle donne: gareggiamo tutte con la Yamaha R7, la mia sempre del team Gp3 Ad11. L’anno scorso avevo intenzione di corrervi tutto l’anno, ma per alcuni problemi economici e fisici non ho potuto. Per fortuna ho partecipato a Misano, era importante visto che si trattava della prima tappa di sempre. Essere lì per le prime prove libere e percorrere quella pitlane è stato indescrivibile. Ho pensato agli anni di lavoro percorsi per arrivare a quel punto. Purtroppo è stata una gioia durata poco perchè sapevo si trattasse solo di una gara. Per correre in maniera costante serve avere budget, trovare sponsor e gente che crede nel progetto. Quest’anno farò tutte le sei gare in programma”.


E il tuo prossimo obiettivo? “Il mio obiettivo è entrare sempre in zona punti, magari concludere in top 10 a fine stagione. Un obiettivo raggiungibile ma anche tosto, considerando che competo contro le migliori al mondo e in circuiti che non ho mai visto. Affronterò persino ragazze che hanno gareggiato in Moto3, la terza classe della MotoGp, come Maria Herrera. Attualmente sono in pre-stagione, mi alleno in maniera costante e sto attenta alla dieta. Inoltre, non essendo una pilota nata nei circuiti ma fatta da sé, faccio la manager di me stessa. Da manager vedo anche le cose dal punto di vista gestionale. Posso dire che mi aspettavo più interesse e appoggio da parte della Regione e delle aziende sarde, purtroppo non sembra esserci ad ora. Sarebbe bello riuscire a trovare sponsor che appoggino le atlete sarde nel mondo. Siamo un’Isola che lavora molto con il turismo e quindi capisce il valore dell’internazionalità, per questo è giusto ricevere sostegno anche da loro”.


Hai un sogno nel cassetto? Vorrei che le corse diventassero un impegno a tempo pieno e non più solo una passione. Se non come pilota, mi piacerebbe comunque lavorare nel settore, anche come manager. Per aiutare le altre pilote, per valorizzarle e far sì che diventino sempre di più e sempre più brave. Lo sport femminile non è ancora seguito come quello maschile, poche bambine collegano il loro idolo a una donna. Voglio che le donne siano un’ispirazione per le più giovani”


Cosa ne pensi del mondo motoristico femminile e del trend che vede le donne sempre più interessate alle moto rispetto agli uomini? “Sono contenta che ci sia sempre più movimento femminile. Finalmente si sta sempre più dando visibilità alle due ruote, sullo stradale e su pista. Immagino che fra una decina d’anni possa raggiungere il livello maschile. È quello che spero e che un po’ alla volta si sta realizzando.”

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