RITRATTO DI UN SACERDOTE GENEROSO: IL RICORDO DI DON GIOVANNI ANTONIO PALA, LE TAPPE DEL MINISTERO E LA VITA DA SCOUT

don Giovanni Antonio Pala

Nato a Oliena nel 1912 da Giuseppe e Damiana Secchi, don Giovanni Antonio Pala è rimasto orfano di padre a sette anni. Dopo le elementari è entrato in seminario a Cuglieri, ordinato sacerdote nel 1937 a Oliena dove ha celebrato messa prima di essere nominato parroco a Lollove (1938), Cappellano allo Zonchello (1937-1940), Cappellano militare a Giba (1940-1944) e vice parroco in Cattedrale (1944-1945). Rientrato in città riprese in mano il movimento scautistico che aveva guidato da seminarista. Finito in carcere per aver celebrato una messa in suffragio dell’equipaggio del sommergibile tedesco silurato al largo della Corsica e per il discorso pronunciato durante l’omelia, venne rimesso in libertà dopo tre giorni grazie all’intervento dell’onorevole Mannironi.
A seguito di questi avvenimenti, nel 1945 il vescovo Melas ritenne opportuno inviarlo parroco a Onani dove visse con la mamma vedova e il nipote Peppino (Giuseppe), il quale, dopo aver frequentato le elementari a Onani, le medie a Bitti, fece rientro a Nuoro per proseguire gli studi al liceo. Nel 1961, don Pala, nonostante la mamma fosse sepolta a Onani, chiese il trasferimento per raggiungere Peppino che rimarrà a vivere con lo zio fino al matrimonio.
Nel 1965 il vescovo gli conferì l‘incarico di Beneficiato in Cattedrale e cappellano del Monastero delle Carmelitane fino alla fine del suo sacerdozio. A Nuoro ha insegnato religione alle magistrali, ha ripreso il ruolo di assistente ecclesiastico degli scout coinvolgendo anche un gruppo di ragazzi Oliena. Il suo amore per lo scoutismo, lo aveva portato a rifare tutti i paramenti ecclesiastici della chiesa di Onani con il giglio simbolo degli scout, ricamo eseguito a mano dalle ragazze che frequentavano la parrocchia. Legato da profonda amicizia a don Ottorino Alberti, nutriva una profonda passione per la storia di Padre Solinas e le origini delle antiche chiese di Oliena.
Disponile con tutti e sempre vicino ai giovani, era un grande educatore dal temperamento forte e deciso, reagiva alle ingiustizie, pronto ad intervenire di fronte a qualsiasi cosa che non doveva essere detta o fatta. Il nipote Giuseppe già docente di lettere moderne, lo ricorda estremamente severo nei suoi confronti. “Sentiva su di me la responsabilità di farmi crescere bene perché gli ero stato affidato dalla famiglia – racconta -, non mi lasciava nessun margine di libertà. Con il fischietto con cui era solito cadenzare gli esercizi degli scout e chiamare i ministranti a suonare le campane, ebbene con quel fischietto mi richiamava a casa qualora mi fossi allontanato senza permesso. Veniva una volta al mese a Nuoro per il ritiro spirituale – prosegue -, quelli erano giorni di pacchia per me in quanto sfuggivo al suo severo controllo. Purtroppo al suo rientro gli veniva riferito tutto dalle beghine e non solo, allora mi rimproverava aspramente. A dire il vero io ero proprio discolo e approfittando della sua assenza ne combinavo di tutti i colori”.
Era generosissimo e disponibile verso chiunque. Votato alla misericordia e all’assistenza, convinto assertore della provvidenza, metteva ogni cosa a disposizione dei bisognosi e riceveva molto. Il nipote ricorda una sera d’inverno quando un bambino, coperto con una giacca da adulto, bussò alla porta della parrocchia chiedendo cibo. Lui non esitò a consegnargli il pezzo di carne che il fratello, suo ospite, stava arrostendo allo spiedo. Di lì a poco qualcuno bussò ancora, questa volta per offrirgli un agnello.
Ha sempre svolto il suo sacerdozio con estrema onestà, non ha mai imposto tariffe per nessuna funzione, accettava le offerte senza mai nulla chiedere.
Al suo arrivo nel 1945, Onani contava oltre 500 abitanti compresi i detenuti di Mamone, non c’era nulla, né luce, né televisione. Amico di tutti, non esitava ad andare a cavallo a Bitti per portare il medico a Onani. Quando c’era da perorare qualche diritto si recava a Cagliari col segretario comunale per chiedere soldi dal consiglio regionale. Ha fatto costruire il ponte sul rio Santu Bachis, realizzare una piazza, costruire un asilo in prossimità della chiesa.
Agli ospedali riuniti di Livorno dove più volte era stato ricoverato per via dell’asma, aveva conosciuto la madre superiora che stava avviando una scuola di formazione professionale per infermiere che gli aveva chiesto di indirizzare alla frequenza ragazze per bene. Con la sua lungimiranza ne aveva colto l’importanza e aveva inviato molte giovani di Onani, Nuoro e Oliena, Orune le quali, conseguito il diploma, hanno trovato lavoro negli ospedali-
“Il burbero dal cuore tenero” hanno scritto alla sua morte le monache di clausura su L’Ortobene. Da sempre aveva sofferto d’asma, la prima crisi respiratoria l’aveva aggredito in seminario mentre giocava a pallone e quel disturbo se l’ha trascinato a vita.
Don Giovanni Antonio Pala, deceduto a Nuoro per arresto cardiaco nel 1991, è sepolto nel cimitero di Oliena, mentre a Onani lo ricorda una lapide commemorativa apposta all’interno della chiesa.

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