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Piero Schiavazzi
a cura di ORNELLA DEMURU
Il tenore Piero Schiavazzi, 31 anni, esordisce alla Scala di Milano cantando in “Resurrezione” di Franco Alfano. A Cagliari aveva debuttato nel 1899 con la “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni.
Nato a Cagliari nel 1875 da una famiglia di modeste condizioni economiche, Piero Schiavazzi cominciò a lavorare fin da bambino come manovale edile. Un giorno, mentre imbiancava una parete accompagnandosi con il canto, per caso fu sentito dall’avvocato Giovanni Battista Dessì, raffinato melomane, che intuendone il talento lo mise in condizione di poter frequentare la scuola municipale di musica.
Fu quindi l’allora sindaco di Cagliari, Ottone Bacaredda, a rivolgersi al compositore e direttore d’orchestra Pietro Mascagni, segnalando le straordinarie doti tenorili del giovane cui offrì una borsa di studio per il prestigioso liceo musicale di Pesaro.
Schiavazzi, per urgenza di guadagno, non riuscì a completare gli studi.
Nel 1899, nel saggio di fine anno scolastico, interpretò con grande bravura la parte principale dell’opera di Mascagni Silvano, per poi esordire subito dopo, nel teatro di San Giovanni in Persiceto, con la Bohéme di Puccini.
Nel 1900, al Comunale di Ferrara, cantò per la prima volta Iris, altra opera di Mascagni che diventerà uno dei suoi cavalli di battaglia.
Il maestro livornese lo predilesse fino ad affidargli la prima esecuzione italiana di Amica, al Costanzi di Roma, il 16 marzo 1905.
Il 4 dicembre 1909, al Comunale di Bologna, fu ugualmente sua la prima di Rosellina dei Vergoni (La Sina d’Vargöun), di Francesco Balilla Pratella. Nel suo repertorio, con predilezione per il melodramma verista, sono da ricordare anche Conchita, Resurrezione, Pagliacci, Tosca, Manon Lescaut, Fedora, Zazà, insieme alle altre opere di Mascagni Amico Fritz, Cavalleria rusticana e Maschere.
Il tenore fu ininterrottamente scritturato, durante l’intero quindicennio iniziale del Novecento, non solo presso le principali piazze italiane ma soprattutto all’estero: dagli Stati Uniti alla Russia, dall’Ungheria al Portogallo e all’Inghilterra, dalla Svizzera all’Egitto e all’America latina, riscuotendo ovunque unanimi consensi di pubblico e di critica.
La carriera di Schiavazzi fu intensa quanto relativamente breve, perché la sua voce, sfruttata senza risparmio, cominciò a indebolirsi già nel 1911. Nel 1924, dopo la recita di Fedora al Teatro Massimo di Palermo, abbandonò definitivamente i palcoscenici per il cinema, nel quale interpretò vari ruoli di successo.
Morì a Roma il 25 maggio 1949, all’età di 74 anni, e per suo desiderio è stato sepolto nella città natale. Il 10 ottobre di quello stesso anno, nella piccola chiesa di San Francesco da Paola, in via Roma, i suoi concittadini gli tributarono onoranze funebri “veramente imponenti”.
L’ammirazione e la riconoscenza di Cagliari nei confronti di Piero Schiavazzi non sono mai venute meno, e a lui nel 1980 è stata dedicata la strada principale del nuovo borgo Sant’Elia.