Carmen Salis e Ivan Murgana
di DANIELA PORQUEDDU
Carmen Salis, cagliaritana di Castello, quartiere storico di Cagliari, e Ivan Murgana, “ragazzo” di Sarroch, entrambi giornalisti e scrittori, nel 2016 pubblicano il loro primo romanzo a quattro mani: “Sa levadora – La maestra di parto sarda”. Carmen ha vinto recentemente il premio letterario “Piersanti Mattarella” e un secondo posto al premio “Emily Dickinson”. Ivan scrive da vent’anni per “L’Unione Sarda” e, tra un fatto di cronaca e l’altro, ama raccontare di personaggi in cui può mettere a frutto la sua fantasia. Oggi tornano insieme con “Sa bendidora de arroba – la venditrice di stoffe”. Il libro verrà presentato per la prima volta a Cagliari, sabato 25 gennaio 2025, alle 17,00, presso la biblioteca E. Lussu – Sala Lilliu (Monte Claro), via Saverio Mattei SNC.
Ivan, ancora una volta tu e Carmen consegnate ai lettori vicende di donne che altrimenti si sarebbero perse nel tempo. Come avete scoperto le loro storie e come le avete ricostruite?
Il libro era stato ideato per raccontare esclusivamente la vita di Lalla, sa bendidora, purtroppo questa donna è morta poco dopo aver cominciato a raccontare la sua storia. Abbiamo deciso di portare avanti il racconto comunque, ma di includere altre dieci donne – tutte realmente esistite – che a nostro parere avevano qualcosa da dire. Grazie alle nostre conoscenze sul territorio, e all’amore dei familiari di queste donne, siamo riusciti a realizzarne un piccolo ritratto.
Carmen, Lalla, venditrice di stoffe, è una donna che vende i suoi corredi con la stessa sensibilità con cui ascolta i clienti e dispensa consigli. Come mai avete pensato di raccontare i fatti attraverso questo personaggio? Anche lei, come Pietrina, la levatrice, è realmente esistita?
L’idea di questo libro è nata proprio grazie a Lalla, una deliziosa vecchina che un’amica ci fece conoscere perché, appunto, la sua storia era ricca di avventure da raccontare grazie al mestiere di venditrice ambulante. Purtroppo abbiamo fatto in tempo a incontrarla solo una volta perché è venuta a mancare. Ci offrì il caffè, ci raccontò della bambola e si disse felice di poterci raccontare la sua vita. Abbiamo deciso con Ivan di continuare noi la narrazione in sua memoria, intervistando donne che comunque qualcosa di speciale l’hanno fatta, anche solo vivendo.
Ivan, ancora una volta hai svestito gli abiti di giornalista per entrare in quelli dei tuoi personaggi, e ancora una volta, dopo “Sa levadora”, sei entrato nei panni di una donna. Ti ha traghettato Carmen in questo percorso o ti sei trovato subito a tuo agio?
Avere una compagnia di viaggio come Carmen rende tutto più facile, ovviamente, scrivere di donne, ma soprattutto cercare di immedesimarsi in loro in determinate situazioni, per un uomo non è semplice, spero di esserci riuscito.
Carmen, a realizzare la copertina di “Sa levadora” è stata l’artista Beatrice Cossu. In “Sa bendidora” che immagine avete scelto per fare da “vetrina” al vostro libro?
Abbiamo scelto un’immagine che fosse coerente con il periodo raccontato da Lalla e con il luogo dove ha vissuto. La foto è mia e raffigura mia nonna a spasso per Cagliari, in questo caso è Piazza del Carmine, con due delle sue figlie. Una di queste è mia madre. Confesso che per costruire il personaggio di Lalla ho un po’ rubato da mia madre che era sua coetanea e cagliaritana.
Ivan, tu sei molto sensibile ai ricordi e alle figure della tua infanzia, c’è una donna nel vostro romanzo che ti ricorda un caro affetto?
Teresa era la mia nonna materna, a lei sono legato da ricordi indissolubili, gli anni più belli della mia vita li ho vissuti in casa sua. Il profumo del sugo la domenica mattina che si spandeva per tutta la cucina, il sapore dei dolci sardi che preparava nei giorni di festa con tanto amore, e quel carattere schivo che in realtà nascondeva una infinita dolcezza: sono passati tanti anni, ma quei ricordi sono ancora molto nitidi.
Carmen, ti capita a volte di sentirti un po’ bendidora de arroba?
Sempre. Nel mio lavoro le storie mi avvolgono, mi inseguono, mi vengono a cercare. La bellezza è che in ciascuna di loro trovo sempre qualcosa che sembra appartenere anche a me.
Grazie!
Grazie mille 🙏
In attesa.
Applausi
Avanti tutta
Bella intervista 🤗