STORIA DI UN UOMO PERBENE: ANTIOCO MURRU, UNA VITA DI LAVORO, IL SOGNO DEL SALUMIFICIO A IRGOLI TRA OSTACOLI DI OGNI TIPO

Questa è la storia di un uomo per bene che del lavoro ha fatto l’unica sua ragione di vita. Una storia come tante in una Sardegna resa ancora più povera dalle due guerre quando i bambini, le donne e gli anziani sono chiamati a sostituire le braccia di chi deve combattere e quando all’euforia per una guerra finita fa da contraltare la miseria, la malaria, la siccità, la mortalità infantile e l’analfabetismo. Questo era anche il volto di Irgoli, piccolo paese della Baronia dove nel 1936 nasce Antioco Murru, imprenditore illuminato, emblema di un riscatto economico e sociale.

Il piccolo Antioco non frequenta la scuola perché deve lavorare la terra e allevare qualche capo di bestiame per contribuire al sostentamento di una famiglia piuttosto modesta e poiché il paese non offre alcuna prospettiva, finito il servizio militare, decide di fare il grande salto verso la Germania. Il lavoro come palestra di vita lo porta a misurarsi con tante esperienze lavorative: agricoltore, conciatore, cameriere, apprendista salumaio, ma anche titolare di una rosticceria e infine dipendente della ditta Heinrich See a Koeppen che produce e vende salumi vari.

Nel ’64 decide di tornare ad Irgoli dove intende avviare un salumificio, ma i suoi progetti si scontrano con una burocrazia farraginosa e incapace che per sei mesi gli blocca i macchinari ad Olbia e lo induce a riprendere il lavoro in Germania.

Nel ’68, rientra per la seconda volta ad Irgoli, realizza il salumificio in periferia e nel ‘71 apre l’attività. Ma la sua intraprendenza urta col blocco della licenza del progetto d’ampliamento da parte del comune, in seguito verrà approvato dalla nuova giunta, che determina notevoli aumenti dei prezzi su materiali e attrezzature. Così come la realizzazione del piccolo mattatoio si scontra con divieti di ogni genere e col blocco delle esportazioni per il perdurare del virus della peste suina africana che la classe politica non riesce ad arginare.

Nel 1993 il finanziamento di 10 miliardi di lire da parte della Cassa per il Mezzogiorno, tramite il Credito italiano sardo, per la realizzazione del nuovo salumificio, viene respinto per pratica incompleta dopo che i lavori erano stati eseguiti per un 70%. Una verifica da parte dei funzionari stabilirà la regolarità della pratica che, spedita da Roma a Napoli, anche questa una stranezza, era stata archiviata per pressioni politiche con lo scopo di danneggiare l’imprenditore, infatti il rialzo dei tassi dal 5% al 19% sulle somme erogate, non gli permette di far fronte alle banche. Nonostante nuovi impedimenti da parte del comune su supposti abusi edilizi che comportano ulteriori ritardi, Murru crea un Polo salumiero all’avanguardia, una filiera produttiva dall’allevamento fino al prodotto finito e riprende le esportazioni in Italia e all’estero. Nel 2013 vengono interrotti anche i trattati commerciali con la Russia motivati dal persistere dei focolai della PSA, in realtà le carni provenivano dal continente col marchio CEE. A peggiorare la situazione, furti, incendi, estorsioni e gravi atti intimidatori lo costringono a consegnare nel 2014 i registri al Tribunale per insolvenza nei confronti degli istituti bancari.

“Non era difficile sconfiggere la PSA – afferma con molta amarezza Murru -, mancava la volontà politica. La Regione non aveva messo in atto alcuna azione per circoscrivere il virus, limitandosi solo a promuovere convegni e le proposte di modalità di allevamento che avevo appreso in Germania da me suggerite, cadevano nel vuoto”.

Attualmente lo stabilimento di 30.000 mq funziona in regime di concordato con 18 operai a fronte di potenziali 250 posti di lavoro, ma l’imprenditore spera che quanto prima nel salumificio possa essere ripristinata la conduzione familiare.

Antioco Murru, oggi 88enne, sposato con Maria Francesca Appeddu insegnante, padre di 3 figli e 7 nipoti, nel libro “Per dovere di Verità”, prefazione di Bachisio Bandinu, racconta la sua storia, quella di un uomo che, grazie al duro lavoro fatto di braccia, mente e cuore, ha saputo trasformare una piccola impresa artigianale in un’industria di nicchia.

Oggi sente di rivolgere un’esortazione ai giovani che desiderano affermarsi, quella di acquisire esperienza e conoscenza prima di intraprendere qualsiasi attività. “Troverete tanti ostacoli sul vostro cammino – conclude -, dovete superarli sempre, senza mai arrendervi anche a costo di farvi tanti nemici”.

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Un commento

  1. Domenico Murru

    Un cognome una garanzia ottimo salumificio

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