IL PORCETTO DI SARDEGNA IGP: UN SIMBOLO IDENTITARIO ANCHE PER GLI EMIGRATI SARDI DELLA F.A.S.I.

Bastianino Mossa, presidente F.A.S.I.

Per gli emigrati sardi, il Porcetto rappresenta molto più di un piatto tradizionale: è un legame profondo con la propria terra, una testimonianza viva delle radici culturali e culinarie dell’Isola. La notizia dell’avanzamento del dossier per ottenere il riconoscimento dell’Indicazione Geografica Protetta (Igp) per il Porcetto di Sardegna è accolta con entusiasmo anche da chi vive lontano, ma continua a sentirsi parte della comunità sarda.

Come spiegato da Giorgio Demurtas, presidente del Comitato Promotore del Porcetto di Sardegna IGP nel corso dell’evento di presentazione dedicato all’iniziativa per il riconoscimento della Indicazione Geografica Protetta (IGP) “Porcetto di Sardegna” svoltosi giovedì 9 gennaio 2025 a Cagliari, il progetto è ormai in dirittura d’arrivo. “Il dossier è quasi pronto e lo presenteremo al ministero delle politiche agricole e all’assessorato regionale all’agricoltura nelle prossime settimane, con l’obiettivo di ottenere il bollino Igp entro il 2025”, ha dichiarato. 

Il Comitato Promotore ha invitato allevatori, macellatori e porzionatori a partecipare attivamente al progetto per garantire il successo dell’iniziativa. Con oltre 11mila allevamenti suini nell’Isola e una produzione che si sta riprendendo dopo decenni di difficoltà legate alla peste suina, questo riconoscimento potrebbe rappresentare una svolta per l’economia locale. Come sottolineato da Gianni Battacone dell’Università di Sassari, “il settore si sta lentamente risollevando, e ora dobbiamo guardare avanti con determinazione”.

“Per gli emigrati, sapere che il Porcetto di Sardegna sarà tutelato da un disciplinare rigoroso e da un meccanismo di controllo rappresenta una garanzia di autenticità. È un passo che rafforza il senso di appartenenza e che permette di portare con sé un pezzo di Sardegna ovunque ci si trovi nel mondo. Per chi vive fuori dalla Sardegna, questa certificazione rappresenta una garanzia di autenticità e un modo per preservare l’identità del prodotto, proteggendolo dall’invasione di suini provenienti da altre zone” ha dichiarato il presidente della FASI Bastianino Mossa che rappresenta il mondo dell’emigrazione all’interno del Comitato scientifico di promozione del Porcetto di Sardegna IGP.

Il Porcetto è infatti un simbolo identitario che evoca ricordi di famiglia, feste e tradizioni. La certificazione Igp non solo tutela la qualità del prodotto, ma rafforza il legame tra gli emigrati e la loro terra d’origine. Ogni sardo che vive lontano sa quanto sia importante mantenere vive le proprie tradizioni e quanto sia emozionante ritrovare i sapori autentici della propria infanzia. L’esempio dell’agnello Igp, che ha visto un aumento del fatturato del 270% in dieci anni, dimostra che fare rete e promuovere le eccellenze locali può avere un impatto significativo. Come ha evidenziato Alessandro Mazzette del Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna Igp, “parlare con una sola voce è fondamentale per preservare le nostre tradizioni”.  

“Per chi è lontano dalla propria terra, il Porcetto di Sardegna IGP non sarà solo un prodotto certificato, ma un simbolo tangibile di appartenenza e orgoglio sardo, capace di mantenere vivo il legame con l’Isola anche a migliaia di chilometri di distanza” conclude Mossa.

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