LA STANZA DI ELIANORA DE ARBAREE’: LA DOCUMENTAZIONE CINEMATOGRAFICA NELLA CASA MUSEO DI SALVATORE SARDU

Non molto tempo fa, ho avuto il grande onore di conoscere Salvatore Sardu: scrittore, poeta, regista, documentarista e fondatore della Sarfilm. Sono stata sua ospite a Quartu Sant’Elena, nella sua casa museo; 100 metri quadri di spazi che custodiscono l’attrezzatura utilizzata in oltre 50 anni di lavoro, con la quale Salvatore Sardu ha realizzato ben 200 documentari sulla Sardegna e una molteplicità di film che hanno aperto una nuova strada al “cinema documentario” in Sardegna. Visitare questa casa museo è come viaggiare a ritroso nel tempo, essere catapultati nel mondo primordiale della settima arte, dove immagini intense si impregnano di senso e di memoria onirica. Ma è lo spazio in fondo al corridoio della casa che ha generato in me forti e contrastanti sensazioni che confondendosi proprio come dentro a un sogno, mi hanno guidata in un universo parallelo nel quale il viaggio immaginifico significa ricreare se stessi ad ogni passo: “La Stanza di Elianora de Arbareé”.
LA STANZA DI ELEONORA
Non si tratta di una semplice stanza, ma di una vera e propria mappa da seguire in questo viaggio immaginifico, dove ogni singola immagine, oggetto, abito ci parla a gran voce prendendoci per mano e guidandoci in un mondo dove le emozioni umane ci narrano ciò che di misterioso può esserci in ogni storia umana.
“Eleonora D’Arborea”, un film che Salvatore Sardu ha realizzato come regista, in una prima edizione del 1995 e in digitale nel 2009. Una delle opere più valide di Salvatore Sardu, con la quale ricostruisce la vita di una delle più nobili figure che la storia sarda, e italiana, abbiano conosciuto. Con un testo di altissimo livello redatto dallo scrittore e giornalista nuorese Natalino Piras; con la collaborazione, per le ricostruzioni, dello scultore Carmine Piras, affermato artista di Macomer e con la straordinaria recitazione dell’attrice cagliaritana Rosalba Piras, del gruppo teatrale Akroama.
IL FILM DI ELEONORA D’ARBOREA DEL REGISTA SALVATORE SARDU
“Eleonora D’Arborea”, un film di straordinaria bellezza, di quella bellezza che in pochi riescono a vedere, quella bellezza presente nelle cose effimere, leggere, trasparenti, quasi fatte di nulla, fatte di sogni forse, di immagini evanescenti che con la prima brezza serale svaniscono dietro all’orizzonte infuocato. Un film che a mio parere, mostra cos’è questa bellezza e mostra anche la sua doppia faccia, l’altra metà, mostra anche la Bruttezza che invece si cela dietro ad una Bellezza oggettiva che da tutti viene definita tale, una Bellezza falsa e malata, dal sapore dolciastro e nauseabondo. Due facce quindi, due bellezze differenti. La prima, quella delle cose effimere, la vedono solo alcune persone, le persone pure d’animo, gli artisti, chi dentro di sè ha un grande occhio aperto sul mondo e sulla sua immensa varietà. La seconda, quella ipocrita e brutta, la vedono tutti gli altri, alcuni ci credono, altri no, ma sta di fatto che c’è e in molti la accettano come tale. Tuttavia a me è la prima ad interessare, quella che in pochi vedono, quella che di solito passa inosservata e imperscrutabile ai più: la bellezza recondita di Eleonora D’Arborea.
ELEONORA D’ARBOREA…EMBLEMA DELL’EMANCIPAZIONE FEMMINILE
Una donna. Una donna come tante? No. Una Donna che è l’emblema di una psicologia interiore, la psicologia di tutte le donne che nella storia, hanno contribuito all’emancipazione femminile. Da molti relegata alla semplice definizione di Giudicessa D’Arborea (Eleonora de Serra Bas), sposa di Brancaleone Doria, dai più dimenticata o sconosciuta del tutto. Elianora, jughissa de Arbareé, figlia del giudice Mariano IV, succeduta al fratello Ugone III nel regno di Arborea, una donna…che combatté in prima linea, alla testa di un esercito contro le truppe aragonesi che a quei tempi occuparono la Sardegna. La stragrande maggioranza delle persone, crede che abbia avuto uno spessore ed una rilevanza esclusivamente per le sue gesta che hanno segnato la storia del popolo sardo contro l’invasore dominante, nella propria esistenza e in quella degli altri che incontrò o che la incontrarono. Tuttavia, non hanno mai messo a fuoco il senso della sua femminilità, non hanno colto l’essenziale ma si sono soffermati esclusivamente ai caratteri MARGINALI del personaggio che ha inscenato con successo Elianora. Personaggio sfaccettato che tende a disperdersi in una realtà fin troppo schematica. Mille ruoli interpretati con maestria, con disinvoltura e col senso dell’innocenza. Mille facce e maschere, indossate in scena senza timori ma con uno spiccato disprezzo del pericolo, delle conseguenze nefande. Mille sentimenti. Mille emozioni. Mille vite dentro alla stessa esistenza, come un gatto dalle nove vite. Ma chi era realmente questa Donna? Mi sento in dovere di porre quanto meno chiarezza in un trittico fatto di leggende e nozioni comuni su di lei, alcune errate, altre impersonali, altre ancora improprie e superficiali. A me interessa cogliere la vera essenza di Elianora, trascendendo da tutto il resto. Tralasciando dicerie, pregiudizi, falsità e ricordi distorti. L’essenza risiede nella sua capacità di creare e di espandersi entro una moltitudine di scritti e di opere, di discussioni, di pensieri, di confessioni…di sogni. Elianora, la “legislatrice” che ritrasforma “La Carta de Logu”, revisore dei “condaghes”, gli antichi atti di donazione e di decisione, è una Donna che personifica la saggezza, con lo spirito della giustizia dentro il cuore.
E’ Donna, figlia, moglie e madre di re, chiamata a governare e combattere a capo di un esercito che sventola l’albero sradicato, verde in campo bianco argento, che in alcune iconografie, viene rappresentata con lo sguardo austero e sostenuto da nobildonna e priva di sentimenti, come si conviene ad un giudice.
Credo che non si possa intentare l’analisi di una determinata situazione, di qualsiasi genere, senza avere ben presente l’ambiente di collocazione di quella vicenda, i dietro le quinte, la politica…in poche parole un CONTESTO adeguato che permetta una comprensione delle tematiche molto più attendibile e profonda. Sarebbe inutile, quindi, concentrarsi esclusivamente sulla figura femminile in quanto tale, sulle sue caratteristiche irrigidite in semplici e forse banali definizioni scientifiche. Forse, saremmo solo in grado di delinearne l’esteriorità, il “guscio”. Ciò che diviene interessante nell’ambito storico, oltre che antropologico e psicologico, non è la descrizione o l’analisi di una leggenda più o meno veridica e verificabile tramite fonti attendibili. A ben poco sarebbe utile sapere tutto di una donna dallo sguardo austero, che viene definita priva di sentimenti, non essendo minimamente capaci di astrarne le cause profonde che quasi sempre devono essere ricercate in quella grande invenzione dell’uomo che è la Politica. Come risulta impossibile pensare alla nostra vita senza ricordare gli eventi più importanti e che in noi hanno lasciato il segno in maniera più o meno indelebile, allo stesso modo è impossibile giudicare Eleonora D’Arborea senza avere un quadro generale della situazione di contesto e conseguentemente risulta essere improprio poter capire la psicologia o la cultura di un preciso lasso temporale in assenza di tali strumenti o premesse. Inoltre quanto sarebbe riduttivo parlare e occuparci esclusivamente di dicerie tradotte di persona in persona! Posta dunque tale doverosa premessa, indispensabile e basilare per il tema non posso fare altro che iniziare il mio cammino verso quella che forse potrei definire la Verità su questa figura femminile che ha contribuito all’emancipazione femminile nella società…la verità, ma credo che sia ugualmente scorretto parlare di Verità. Cos’è difatti la Verità? Si potrà mai dare una risposta a tale quesito? Non del tutto. Forse si potrà dire cosa non sia VERITA’, ma mai cosa effettivamente o quale sia effettivamente la Verità in qualsiasi campo. La Verità non esiste perché prima o poi quella che noi chiamiamo verità, sarà calpestata da un tasso di veridicità superiore…ci sarà una lotta ma sarà una lotta infinita…di conseguenza Nulla può essere considerato del tutto vero o del tutto falso…nulla, piuttosto tutto potrà essere passibile di una fervida e accesa discussione.
Elianora de Arbareé è insieme guerriera ed eroina tra la storia e la leggenda…una donna che ha rappresentato e rappresenta l’emancipazione femminile.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *