Massimo Vinci
di DANIELA PORQUEDDU
Massimo Vincis, cagliaritano, sottoufficiale dell’esercito, nel 2019 partecipa a un laboratorio di scrittura espressiva e inizia a scrivere. Nasce così il suo primo libro: “Le malattie dell’amore”, in cui la protagonista, Anna, è vittima della violenza di genere. Qualche settimana fa, il suo romanzo, nato quasi per caso, ha vinto il prestigioso premio “Marco Vannini” regalandogli un’esperienza indimenticabile.
Massimo, vincere un premio è sempre una grande soddisfazione, ma essere premiati in Campidoglio ti avrà trasmesso un’emozione speciale. Cosa hai pensato quando hai saputo di aver vinto?
Sono rimasto assolutamente senza parole. Quando è arrivata la mail e ho letto il mittente, non ho subito realizzato cosa potesse essere in realtà. L’ho scoperto “aprendo la mail”, vedendo la copertina del romanzo. Bellissimo, è stato bellissimo, e nonostante questo sia abbastanza scontato, non avrei mai pensato che potesse accadere. E poi un altro pensiero si è formato: Anna va a Roma.
La premiazione è avvenuta in una cornice straordinaria e si è svolta contestualmente all’ottava edizione del convengo “Il recupero del senso del dovere” dedicato quest’anno agli agenti di scorta vittime delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. È qualcosa che lascia il segno.
È stato un momento estremamente emozionante. I loro nomi sono stati scanditi, uno per uno, per qualche istante hanno rivissuto, in quella sala, con i loro nomi, cognomi, età e alcune note che riguardavano ogni singola vita di ognuno di loro. È stato un altro momento incredibile quando il Dott. Costanza (unico sopravvissuto alla strage di Capaci, ndr.) ha iniziato a raccontare, si è creato un silenzio quasi irreale, con la sua testimonianza, ha portato tutti i presenti a quel giorno terribile, fino a l’istante dell’esplosione e del manto stradale che all’improvviso, letteralmente, è diventato un muro che si è alzato di fronte a loro. La sua voce rotta dalla commozione nel ricordare quei momenti e le sue pause per un sorso d’acqua, l’affetto che traspariva nelle parole che ricordavano Giovanni Falcone e il rapporto che aveva con quest’ultimo, rimarranno tra i miei ricordi come una delle esperienze più belle ed emozionanti.
La vicenda di Marco Vannini, le stragi di mafia, le testimonianze di fatti così tragici: che cosa ha a che fare “Le malattie dell’amore” con tutto questo?
Nella storia di Anna, la protagonista è costretta a vivere un lutto, all’improvviso. Avvenendo in maniera inaspettata, ha un impatto devastante, come può esserlo solo la mancanza improvvisa di una persona cara. In parte ci può essere un parallelo con la vicenda di Marco Vannini, ma preferisco non andare oltre per rispetto nei confronti dei familiari e questo sentimento è ancora più importante per il fatto di averli conosciuti personalmente. Penso che, ovviamente con i distinguo del caso, un collegamento con le vicende di Anna ci può essere considerando la drammaticità di certi casi di violenza domestica che termina purtroppo nella più tragica delle conclusioni, e nella sua forza di resistere a questo genere di soluzione affidandosi alle istituzioni.
Hai detto che sono stati i genitori di Marco Vannini a consegnarti il premio alla sua memoria. Credi che la loro vicenda possa ispirarti, in futuro, per una tua storia?
Mai dire mai, quando si inizia a scrivere, i sensi diventano più sensibili e capaci di captare segnali che prima magari non venivano presi in considerazione o addirittura non venivano percepiti. Ora, qualsiasi esperienza, qualsiasi situazione in qualsiasi momento potrebbe diventare una storia. Questa esperienza che mi ha permesso di conoscere personalmente i signori Vannini, di stringere loro la mano, di incrociare i loro sorrisi affettuosi, il signor Vannini che, alla consegna della targa, percependo la mia emozione ha poggiato la mano sulla mia spalla, tutto questo ora sta nello scrigno, dove stanno tutte le esperienze che potrebbero diventare racconti.
Tu sei anche poeta, definisci con pochissime parole questa esperienza, descrivila come se fosse una poesia.
Occhi dolci e un cuore rotto
E tale rimarrà
Voce roca commossa e occhi lucidi
Voce tremolante per l’amore
Il petto fiero
E tale rimarrà