AL MUSEO DEL COSTUME DI NUORO PER L’VIII BIENNALE D’ARTE E LETTERATURA DELLA LUMEN: “PSICOGENESI, LA MASCHERA E L’OMBRA”, OPERE TRA GENIALITÀ CREATIVA E SENSO DI APPARTENENZA E IDENTITÀ IN MOSTRA FINO AL 6 GENNAIO

Il grande progetto dell’esposizione museale che ha caratterizzato di bellezza ben tre sale del Museo del Costume, ospitando l’ottava edizione della Biennale d’Arte e Letteratura della Lumen, si concluderà il 6 gennaio 2025.
Il suggestivo tema dell’evento, proposto dalla curatrice Eugenia Cervello e genialmente concretizzato in 66 opere di 33 artisti, è stato “Psicogenesi: La Maschera e l’Ombra”.
Una coinvolgente esposizione di creatività, sviluppata dal sinergico lavoro dell’Associazione Culturale Lumen (Studio e Ricerca sulla Mediazione e Psicosoccorso) e l’Istituto Superiore Regionale Etnografico, che registra un successo di visitatori e dato un valido importante “significato al senso di appartenenza e di identità nel contesto delle tradizioni e della Storia della Sardegna, alla luce del dialogo e del confronto attraverso l’immagine e le parole”.
La curatrice sottolinea, per maschera e ombra, le “due realtà iconografiche, frapposte tra l’umano e il divino in un sistema simbolico, entro il quale sembrano toccare il punto cardine del disagio contemporaneo, mentre si coglie l’aspetto figurale dell’Alter Ego ostile a quell’essenza archetipale che sente il bisogno di recuperare i saldi valori del ritorno ad essa”.
E appunto i segni-significanti, rivelatori “da un lato la Maschera come archetipo di forze ancestrali nel suo significato identitario rappresentativo di una società un tempo unitaria che si identificava perfettamente in essa; dall’altro la figura dell’Ombra, fedele compagna dell’uomo fin dalla nascita, arricchita nel tempo di credenze e superstizioni, e oggi, alla luce del pensiero freudiano, letta come il non familiare e alterità, compaiono entrambe nei miti e nel folclore”.
L’arte ha elaborato le tessere ereditate dal tempo e il significato dei miti di radicata tradizione e memoria immateriale, collegando trame in legami con i lontani riti fertilistici; essenziali, una volta, per le credenze e il carattere agro-pastorale delle nostre comunità, sempre più bisognose di speranze, di prosperità e benessere vitale dai frutti della Terra. Spunti di riflessioni per tempo e identità, ma soprattutto per sviluppare e comprendere il nostro attuale rapporto di conflittualità tra l’uomo e la natura.
Gli artisti in mostra all’ISRE sono Renato Bugiotti, Michela Capra, Elisa Carrone, Nietta Condemi De Felice, Maria Conte, Francesca Cossellu, Pietro Costa, Patrizia Crisponi, Salvo Deiana, Gianni Delogu, Giusi Delogu, Vima Demuro, Maria Antonietta Fois, Mario Fois, Vasyl Lyalyuk, Maria Rita Mainas, Giuseppe Manca, Marzia Masala, Raffaella Murgia, Rosetta Murru, Serafina Olianas, Irene Piccinnu, Virgilio Piras, Pietro Paolo Piredda, Cristoforo Puddu, Mariella Rosu, Maria Carmen Salis, Sabrina Salis, Maria Rita Sanna, Daniele Sitzia, Sabina Vargiu, Antonietta Zizi, Paqualina Zizi.
Il convegno inaugurale della rassegna artistica – con gli interventi di Stefano Lavra, presidente dell’ISRE, di Efisio Carbone, direttore polo museale ISREMUSEI e della curatrice e presidente Lumen Eugenia Cervello – ha definito il percorso e valenza della mostra ed elaborato l’incontro tra contemporaneità e tradizione, dando nuova linfa al messaggio antropologico e culturale della Sardegna.

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Un commento

  1. Un eccellente simposio dal quale la curatrice E.Cervello ha lanciato un appello, al nostro popolo, di urgente salvataggio delle nostre tradizioni, del nostro ambiente , delle nostre arti e dei nostri diritti come condizione prioritariamente necessaria per il futuro del nostro popolo e della nostra terra.

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