Andrea Napoli
di LUCIA BECCHERE
Nuoro, sempre Nuoro è il luogo dell’anima che pulsa in ogni opera di Andrea Napoli. L’ultima, “Le verità nascoste”, edizioni EPDO-2024, racconta la sua grande famiglia e i primi vent’anni della sua vita trascorsi nel capoluogo barbaricino. Un autentico viaggio attraverso un’infanzia e una giovinezza perdute, con la consapevolezza che niente tornerà più se non nel rimpianto di un felice passato.
Nelle pagine del libro, l’autore ripercorre con grande partecipazione emotiva, fatti, incontri, luoghi e avvenimenti rimasti indelebili nella memoria del cuore.
Dall’isola di San Pietro, il padre Pino era giunto in città appena ventenne lungo il sentiero tracciato dai panificatori tabarchini, Baghino, Parodo, Censi e Granara che dopo il 1927, anno in cui Nuoro venne dichiarata provincia, contribuirono alla trasformazione di una economia pastorale in terziaria per dedicarsi in seguito ad altre attività, mentre i loro operai, grazie all’esperienza acquisita, diventarono panificatori titolari.
Nel 1939 Pino ha sposato Maria, figlia di Bore Sale (Salis) di Orgosolo, dalla loro unione nel 1940 è nato Andrea, autore del libro. Primo di 10 figli, conseguito il diploma di geometra presso l’istituto tecnico di Nuoro nel sessanta, dopo una breve esperienza lavorativa con l’impresa Deiana, si trasferì a Oristano per lavorare con l’impresa di costruzione f.lli Carta. Dipendente fino al ‘73, socio dell’impresa ICAN per 5 anni, ha poi lavorato da libero professionista fino al 2012.
“Da giovane, sono quasi scappato da Nuoro – racconta -, perché non amavo quanto stava succedendo intorno, compresi i sequestri di persona”. Poi, pervaso da “le mal du pays”, ha incanalato il suo malessere interiore nella scrittura: Frammenti di ricordi, La cena delle anime, Nella tela di Eleonora e per ultimo Le verità nascoste.
“Scrivere i ricordi della mia vita – confessa -, è per me un’esigenza spirituale. Questo libro si apre con la storia d’amore fra i miei genitori e per quanto possibile sono andato alla ricerca del vero, confinando nell’immaginazione solo quanto mi è stato nascosto, da qui il titolo dell’opera. Reale è il mio ricordo di Mussolini in visita alla “Casa del Bambino” di viale Trieste nel 1943, nonostante io fosse molto piccolo. Di Nuoro mi manca ogni cosa – prosegue-, i paesaggi, Montelongu, Caparedda, Santu Predu, Santa Maria il monte Ortobene. I giochi in piazza plebiscito (piazza Satta), i cartelloni dei film che mi tenevano incollato davanti al cinema Pidocchietto, il bar di nonno Bore Sale di fronte alla piazza Littorio (piazza San Giovanni) dove si ritrovavano i personaggi della Nuoro di allora. Il negozio di nonna Carolina in via Marconi dove si poteva comprare ogni cosa. I voli della cicogna verso casa Napoli-Sale per consegnare i nuovi nati, le visite ai parenti ad Orgosolo ma anche la prima bici, il sogno di dialogare con Bartali, i primi innamoramenti”.
L’autore vorrebbe rivivere le gomitate al corso gremito di giovani quando durante le favolose passeggiate serali si incontrava con gli amici, molti dei quali, purtroppo, non ci sono più. Ricorda gli anni di studio nell’istituto tecnico per geometri, il preside Bustianu Sanna, i compagni di classe Guido Pititu, Romolo Pisano, Gian Michele Porcu e Bustianu Verachi. Non ha mai dimenticato l’amico del cuore delle elementari Luigi Chillotti, detto tabellina per la velocità con cui rispondeva ai quesiti numerici. Come dimenticare la festa di San Francesco di Lula dove suo nonno Bore Sale era solito postare la bancarella di vini.
Sono ricordi struggenti di un ragazzo sensibile e curioso che andava nel vecchio tribunale di Santa Maria per sentire le arringhe dei famosi avvocati Mastino, Oggiano, Pinna e Monni ma anche dell’allora esordiente Mario Melis.
In lui riaffiora sempre immutato l’affetto per nonna Cesira che, nel ripristinare il pavimento, all’ingresso aveva impiantato una mattonella con falce e martello e, nel rispetto del partito dei lavoratori, non voleva che nessuno, lui compreso, la calpestasse.
Andrea Napoli ancora oggi si porta dentro un desiderio struggente: “Tornare a Nuoro e perdermi nella vallata di Valverde rimasta sempre nel mio cuore”.