di LUCIANO PIRAS
Dalla Sardegna all’Emilia-Romagna, da Sassari a Modena per presentare il libro di Gerardo Severino “Storie delle Fiamme gialle modenesi”, pubblicato dall’editore turritano, appunto, Carlo Delfino. Un libro che ricostruisce tutte le vicende del Corpo, “Dalla forz’armata di finanza degli stati estensi alla polizia economico-finanziaria europea (1796-2024)”, come recita il sottotitolo del volume.
A presentare il libro, nella prestigiosa di via Farini, il generale di Brigata Mauro Santonastaso, vice presidente vicario dell’Associazione nazionale finanzieri d’Italia. Presenti l’autore, l’editore e il generale di corpo d’armata Fabrizio Cuneo, comandante interregionale della Guardia di finanza per l’Italia centro settentrionale.
Gerardo Severino, colonnello (ausiliario) della Guardia di finanza è nato a Castellabate (in provincia di Salerno) nel 1961. Arruolato nel Corpo nel 1981, ha percorso una brillante carriera operativa. Promosso ufficiale per meriti eccezionali nel 2003, dopo aver prestato lungamente servizio presso il Gruppo d’investigazione sulla criminalità organizzata (Gico) di Roma, è stato posto alla direzione del Museo storico del Corpo, nonché a capo di due Sezioni dell’Ufficio storico del comando generale della Guardia di finanza. Attualmente ricopre anche l’incarico di direttore del “Nucleo di ricerca” al quale il comandante generale della Guardia di finanza ha affidato il compito di ricostruire le azioni umanitarie delle quali si resero protagonisti i finanzieri in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati dal nazifascismo dopo l´8 settembre 1943.
Il libro di Severino parte dal maggio del 1862, quando fu istituito, a livello nazionale, il Corpo delle “Guardie doganali” del Regno d’Italia. La nuova “Milizia finanziaria” italiana previde il concorso numerico di “quote parti” degli appartenenti agli ex Corpi di finanza pre-unitari tra cui la “Reale ducale Guardia di finanza estense”, istituita a Modena all’indomani della Restaurazione post napoleonica del 1814-1815, ma comunque sulle ceneri di precedenti organismi polizieschi molto similari fra loro, i quali risalivano al 1796.
A oltre due secoli dalla sua istituzione ho ritenuto doveroso dedicare a questo benemerito Corpo, così come alla presenza delle Fiamme gialle nel Modenese, un apposito libro, nel tentativo di colmare una lacuna storiografica, dovuta essenzialmente all’interruzione dei lavori della fortunata collana di testi storici che il compianto generale Giuliano Oliva aveva riservato ai Corpi di finanza pre-unitari. Frutto di estenuanti ricerche d’archivio, il libro che ho il piacere di proporre vuole essenzialmente ricordare, perpetuandone la memoria nel tempo, il ruolo svolto dai Finanzieri estensi a beneficio della Patria e comunque a prescindere dall’epilogo che nel 1859 li vide salutare per l’ultima volta l’amato Sovrano, contro il quale – unico caso in tutta la Penisola – non avevano tramato o combattuto.
La storia di questo Corpo vanta episodi di valore, sia in ambito professionale che militare, prove tangibili della straordinaria generosità di quel popolo al quale le stesse Guardie di finanza estensi appartenevano. Ai loro eredi, le Guardie doganali, dal 1862 e poi di Finanza spetterà la seconda parte del libro, non meno importante nel ricostruire vicende sepolte dall’oblio del tempo, ma comunque utili per dimostrare come le Fiamme gialle modenesi abbiano concorso, spesso con tanti sacrifici e privazioni, al progresso del Paese e alla salvaguardia delle varie forme di libertà.