di CRISTOFORO PUDDU
Genialità ed originalità creativa ha impegnato trentatre artisti in rappresentazioni pittoriche, scultoree, ceramiche, fotografiche, letterarie ed arte orafa e digitale per interpretare con segni e significati ideali e di identità la maschera dei Mamuthones e le tante altre che la Sardegna custodisce con radicata cultura e tradizione.
La maschera e la ritualità rappresentativa e “teatrale” dei Mamuthones, in assoluto la figura più emblematica e conosciuta, custodisce i segni etnos (popolo) ed etos (comportamento etico) di una comunità religiosa d’origine pagana, a significare perciò il valore ancestrale e senza tempo della storia dei sardi, e celebra il rito dell’aggiogamento del bestiame e la perenne lotta dell’uomo nel dominio della natura. La mostra è una sfida nella comprensione, nell’interpretazione e nei valori che richiamano a Maimone o ai “folli che veneravano il Dio Dionisio”.
Una moderna ed attuale rilettura delle maschere dei sardi, depositarie di ritualità ataviche e di un panorama storico di fede emozionale e propiziatrice dell’antico mondo agro-pastorale sardo, è dunque in mostra al Museo del Costume di Nuoro da domenica 8 dicembre 2024 a lunedì 6 gennaio 2025.
L’evento, promosso dall’Associazione Culturale LUMEN, Centro Ricerca sulla gestione del conflitto, presieduta da Eugenia Cervello e patrocinato dall’ISRE guidato da Stefano Lavra, è l’atto culminante dell’importante VIII Biennale d’Arte e Letteratura che, in considerazione della prestigiosa e rilevante unicità della location, per questa edizione ha proposto lo sviluppo artistico del tema “Psicogenesi – La Maschera e l’Ombra”.
Le opere d’arte, dal tratto espressivo-comunicativo di valori e sardità, donano ai visitatori una rete di significati e di legami relazionali per favorire l’interazione sociale con i segni formativi della cultura di storia e tradizioni della nostra Isola.
Gli artisti, rappresentativi delle diverse aree dell’Isola, sono Renato Bugiotti, Michela Capra, Elisa Carrone, Nietta Condemi De Felice, Maria Conte, Francesca Cossellu, Pietro Costa, Patrizia Crisponi, Salvo Deiana, Gianni Delogu, Giusi Delogu, Vima Demuro, Maria Antonietta Fois, Mario Fois, Vasyl Lyalyuk, Maria Rita Mainas, Giuseppe Manca, Marzia Masala, Raffaella Murgia, Rosetta Murru, Serafina Olianas, Irene Piccinnu, Virgilio Piras, Pietro Paolo Piredda, Cristoforo Puddu, Mariella Rosu, Maria Carmen Salis, Sabrina Salis, Maria Rita Sanna, Daniele Sitzia, Sabina Vargiu, Antonietta Zizi, Paqualina Zizi.
Eugenia Cervello, curatrice e ideatrice della mostra, sottolinea che l’Ente Superiore Regionale Etnografico è sempre più “luogo di incontro e veicolo di connessione fra il passato e il presente, fra tradizione e contemporaneità”. La presidente della LUMEN anticipa notizie e il tema guida della mostra, in cui “la parola, l’immagine, frutto dell’intelligenza creativa di trentatre artisti partecipanti, che a dispetto dei loro differenti contesti formativi e culturali, all’unisono, dal sud al centro al nord della Sardegna, con entusiasmo e sensibilità verso la propria Terra, hanno colto e accolto lo spirito che anima il progetto stesso”.
La maschera e l’ombra, chiarendo il progetto, sono le “due realtà iconografiche e misteriose, frapposte tra l’umano e il divino in un sistema simbolico, entro il quale, entrambe sembrano toccare il punto cardine del disagio contemporaneo, mentre si coglie l’aspetto figurale dell’Alter Ego ostile a quell’essenza archetipale che sente il bisogno di recuperare i saldi valori del ritorno ad essa. Tradizioni rivissute attraverso l’esplosione di segni significanti per l’appunto, la maschera di una antica Sardegna: il Mamuthone, l’Issohadore, su Boe, al femminile sa Filonzana, sa Bruja, sa Coga. Da un lato, la Maschera, dunque, come archetipo ancestrale nel suo significato identitario e rappresentativo di un sistema unitario e collettivo, dall’altro, la figura dell’ombra, fedele compagna dell’uomo, sentita come il non familiare e alterità, ed entrambe appartenenti all’universo del mito e del folklore… un mito di natura agreste che fa da contraltare a un mito demitizzato e desacralizzato- nella sua matrice magico-religiosa- dalla civiltà contemporanea, accompagnata da ombre e proiezioni fuori dal rapporto con la storicità dell’esistere”.
L’appuntamento per l’inaugurazione della rassegna artistica e convegno, presso il Museo del Costume – Nuoro, Via A. Mereu, 56, è per le ore 17.00 di domenica 8 dicembre 2024; interverranno la curatrice della mostra Eugenia Cervello, Stefano Lavra, presidente ISRE, Efisio Carbone, direttore polo museale ISREMUSEI e Bachisio Bandinu, antropologo e scrittore. La serata sarà allietata musicalmente dal gruppo etnico Juntos.
La locandina ufficiale della manifestazione è stata elaborata dal fotografo e artista Giuseppe Manca.