di GIANRAIMONDO FARINA
Alla fine, questa partita essere “portata in porto” con un risultato positivo. Per il Cagliari. Che non c’è stato. Sarebbe stato, effettivamente, il “trionfo della concretezza” fino ad almeno il 71′ . Ma così non è stato. Ha vinto la Lazio, 2-1. Con tante recriminazioni. Il Cagliari veniva dalla sconfitta interna subita con il Bologna. Uno 0-2 secco che meritava risposte. Immediate. La Lazio, invece, aveva bisogno di conferme. Dopo avere “sbancato” Como con un perentorio 5-1. I biancocelesti schierano un 4-2-3-1 con Provedel, Lazzari, Gila, Romagnoli, Pellegrini, Guendouzi, Rovella, Isaksen, Dia, Noslin, Castellanos. A disposizione, con il tecnico Baroni, Mandas, Furlanetto, Marusic, Gigot, Vecino, Castrovilli, Dele- Bashiru, Tchaouna, Pedro, Zaccagni. Dal canto suo Nicola schiera un Cagliari con un modulo pressoché speculare, 4-2-3-1: Scuffet, Zappa, Mina, Luperto, Augello, Makoumbu, Adopo, Zortea, Gaetano, Luvumbo, Piccoli. A disposizione del mister: Azzi, Ciocci,Deiola, Felici, Jankto, Lapadula, Marin, Mutandwa, Obert, Palomino, Pavoletti, Prati,Sherri, Viola, Wieteska. Arbitra il signor Airoldi
La partita viene, sostanzialmente, risolta da degli episodi. Al 2′ minuto, causa uno svarione di Scuffet, passa la Lazio con Diah. Il Cagliari la “raddrizza” prima della fine della prima frazione di gioco. Al 41′. Con Luvumbo. Si va negli spogliatoi. Si rientra ed il Cagliari riprende, sostanzialmente, a giocare alla pari. Fino al calcio di rigore concesso alla Lazio al 71′. In sostanza viene negato al Cagliari un pareggio che sarebbe stato meritato, anche con le due espulsioni sul “groppone” di Mina ed Adopo. Per leggere e capire questa partita, quindi, non si può non partire da quell’ asserzione secondo cui “non si può ignorare l’elefante nella stanza”. E l’ “elefante” in oggetto è l’episodio -chiave del rigore dato alla Lazio. Al 71′. Un giocatore, che sta per elevare, si vede arrivare addosso un avversario e gli tocca la gamba. È rigore? Si aggiunge a ciò un arbitraggio alquanto discutibile con ben sei ammonizioni oltre le due espulsioni. Il Cagliari, praticamente, almeno fino al trentesimo del secondo tempo, aveva giocato una partita quasi perfetta, accorta . In pochissimi minuti, però, quest’ impostazione tattica voluta da Nicola è saltata. La squadra per oltre un’ ora è riuscita a condurre una partita lucida, con molta accortezza difensiva. “Tessendo la propria ragnatela” di azioni. Con un Luvumbo che, giocando da esterno, è stato subito protagonista. Nel secondo tempo, sulla sponda laziale, l’ingresso di Vecino ha messo in difficoltà il centrocampo sardo. Poi, ovviamente, sono da rimarcare gli episodi ed i protagonisti. A partire dalla svista iniziale di Scuffet, al 2′, da cui è scaturita la rete del vantaggio dei biancazzurri.Errore evidente che, nonostante tutto, non ha “spezzato le reni” al Cagliari. Che ha reagito. Facendo il proprio gioco e venendo premiato al 41′ con il pareggio. Nella seconda frazione di gioco, tuttavia, quest’ atteggiamento di “replica” continua agli attacchi laziali, è venuta via via meno con il trascorrere dei minuti. Fino all’ episodio decisivo del rigore. Senza dubbio la squadra, nonostante la sconfitta, può riprendere con fiducia il proprio cammino verso la salvezza. Con un atteggiamento più consapevole. E tenendo conto dell’ apporto, questa volta decisivo, di un giocatore come Makoumbu , autore, questa volta della “partita perfetta”. Soprattutto prima dell’ espulsione di Adopo. Questo, grazie anche al lavoro fatto da Zappa di seguire come un ombra Diah nel suo “girovagare” nella trequarti del campo. Proprio quello che, purtroppo, non si è verificato contro il Bologna: riportare un terzo uomo in mezzo al campo. Ecco, appunto, spiegato il “quasi trionfo della concretezza”.
Non vince perché giocano 9 contro 12.
Il rigore non c’era (vedi TV sportive) , l’espulsione di Mina, non c’era (il giocatore laziale deve essere assunto per ballare tra le ballerine il lago dei cigni.
Arbitro da radiare in quanto sulla espulsione nessuno ha visto(quarto uomo, arbitro e guardialine)
arbitro di merda…