IL DOCUFILM “OLTRE IL MARE”: PROIETTATO ALL’A.C.S.I.T. DI FIRENZE IL LAVORO CINEMATROGRAFICO DI IRIO PUSCEDDU

Venerdì 25 Ottobre, presso la sede ACSIT di Firenze, abbiamo assistito alla proiezione del Docufilm “Oltre il Mare”. Una sala attenta e reattiva ha dato vita, alla fine, a un interessante dibattito che ha coinvolto tutti i presenti.

Il film è stato introdotto dagli interventi di Elio Turis, coordinatore dei circoli sardi del Centro-Sud, e dall’intervento, tramite collegamento in rete, di Ignazio Boi che ha portato il saluto dell’Assessorato del Lavoro della Regione Sardegna Desirè Manca.

Il film, per la regia di Irio Pusceddu, è stato concepito ed è nato grazie all’impegno, in primo luogo, del Circolo “Peppino Mereu” di Siena.

Dalla realtà senese, infatti, ha preso spunto l’idea e la volontà di andare a documentare e raccogliere le testimonianze di coloro, uomini e donne, che hanno vissuto in prima persona il fenomeno dell’emigrazione pastorale dalla Sardegna verso il centro Italia. Un’emigrazione massiccia che, lo ricordiamo, ha fatto arrivare in “Continente” centinaia di famiglie, in un esodo continuo, iniziato negli anni ’50 e proseguito sino agli anni ’80 del ‘900.

Il film rende bene questo percorso, grazie a un dialogo serrato costruito con interviste che partono da ricordi lontani e arrivano sino ai giorni nostri con racconti di esperienze legate a diverse generazioni. Si parte dai racconti dei più anziani che si ritrovarono proiettati in un mondo completamente diverso da quello lasciato in Sardegna e che, in pratica, dovettero imparare a “vivere” in un altro modo. Si dovettero adattare a un mondo quasi ribaltato, con gli uomini che, dalle solitudini raminghe vissute da pastori in Sardegna, si ritrovarono proiettati in una realtà dove i pascoli abbondavano e le terre erano produttive.

Allo stesso tempo le donne, che in Sardegna erano l’anima delle case e dei paesi, per la prima volta vivevano in una realtà lontana dalla vita di paese, fatta di case isolate in campagna, di lavoro fianco a fianco, tutti i giorni, accanto ai mariti.

Nel film, che grazie alle interviste ben testimonia questi passaggi tra culture diverse (a volte traumatici), sono “ospitati” anche gli interventi dei Proff. PierGiorgio Solinas e Pietro Clemente che spiegano il fenomeno e danno un importante contributo da un punto di vista antropologico e sociologico.

Emergono, poi, le interviste ai più giovani, sardi di seconda generazione, ed emerge il loro attaccamento a una cultura e a una tradizione che, anche se vissuta lontano dalla Sardegna, sentono vicina, la sentono propria e la vivono con orgoglio.

E con orgoglio tutti, uomini, donne, giovani, rivendicano il loro essere pastori, sardi, lontano dalle loro radici che, però, hanno ben piantato anche in terra Toscana, dando vita a quella “mescolanza” di culture, fatta da persone che sanno da dove vengono, sanno dove stanno e sanno dove andare, in un percorso virtuoso fatto di convivenze e di condivisioni.

Un bel film da far circolare e da far conoscere, dunque, perché dimostra chiaramente quanto siano virtuosi i percorsi incentrati sull’integrazione, e quanto siano destinati, inevitabilmente, a far crescere popoli e culture, non solo da un punto di vista sociale, ma anche da un punto di vista economico.

L’esperienza dell’emigrazione pastorale sarda in Toscana, per chi ha mente aperta e occhi per vedere, è lì a dimostrarlo.

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