di LISA FERRELI
Due pesi, due misure, poche determinazioni. Negli ultimi anni la Sardegna è stata teatro di importanti battaglie legate alla tutela ambientale. Due casi particolarmente rilevanti, che coinvolgono l’Isola di Tavolara e il poligono militare di Teulada, mettono però in luce difficoltà e lungaggini della giustizia italiana in materia ambientale. Per l’associazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico, «il procedimento penale sui contestati abusi edilizi del cantiere sull’Isola di Tavolara in corso al Tribunale di Tempio Pausania e quello concluso sul contestato disastro ambientale determinatosi al poligono militare di Teulada al Tribunale di Cagliari, sono emblematici per capire come vanno le cose nel campo della giustizia in materia ambientale».
Se infatti il primo procedimento ha subito numerosi rinvii e lungaggini con ben tredici udienze a oggi, senza una chiara conclusione in vista ma con un rischio prescrizione dietro l’angolo, il processo contro i cinque generali ex capi di stato maggiore accusati di disastro ambientale nel poligono militare di Teulada si è concluso con quattro assoluzioni e un proscioglimento. «Lo stesso pubblico ministero ha ritenuto di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio», spiegano dal Grig. Per l’associazione, «a fronte di un caso [Tavolara, ndr] scandalosamente approssimatosi alla prescrizione», quello riguardante Teulada «sta giungendo alla definitiva chiusura senza alcun accertamento di responsabilità».
In estrema sintesi, come spiegò il Grig a ottobre 2023, all’indomani di una tra le varie udienze tenutasi in merito al processo, quanto accaduto a Tavolara è che «una vecchia modesta casa rurale degli anni ’30 del secolo scorso è stata trasformata in una villa di circa 300 metri quadrati su due piani, in corso di completamento a un centinaio di metri dal mare».
«Nel caso del cantiere edilizio di Tavolara gli accertamenti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Tempio Pausania erano stati rapidissimi dopo l’esposto del Gruppo d’Intervento Giuridico per verificare la legittimità dei lavori, il 26 agosto 2019». In merito, spiegano dall’associazione, «dopo i controlli dei Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, il cantiere veniva posto sotto sequestro preventivo, convalidato il 13 settembre 2019 dal G.I.P. dell Tribunale di Olbia. Con decreto del 20 ottobre 2020 citava direttamente a giudizio titolari dell’immobile, progettista, esecutori all’udienza del 7 gennaio 2021».
L’inchiesta era infatti partita proprio da un esposto presentato dal Gruppo di Intervento Giuridico che denunciava l’ampliamento di una villa a Tavolara. A sostenere le ragioni dell’associazione ecologista l’avvocata Susanna Deiana, che ha presentato una memoria a supporto della costituzione del Grig come parte civile. «Dopo ben sei udienze di rinvio con un caleidoscopio di motivazioni, finalmente era stato aperto il dibattimento il 10 gennaio 2023. Poi ancora altre udienze, testimoni che non si presentano, eccezioni, confusioni sulle citazioni, legittimi impedimenti, assenza del sistema funzionante di videoregistrazione delle udienze, ma anche l’esame di alcuni testimoni».
«Manca la pioggia di rane e lo sbarco degli alieni – commentano sempre dall’associazione –, per il resto è presente l’ampio e colorito armamentario della procedura penale che fa avvicinare la ben nota prescrizione, finora non sospesa. A oggi, fra udienze di rinvio e udienze realmente utili, siamo a una quindicina. Eppure fatti e valutazioni giuridiche non sono particolarmente nebulosi: il cantiere edilizio è tuttora sottoposto a sequestro preventivo».
Sulla piccola isola gallurese sono presenti differenti misure di tutela: vincolo paesaggistico, vincolo di conservazione integrale e la presenza del sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Isola di Tavolara, Molara, Molarotto”. Per il Grig «Tavolara attende giustizia», ma nonostante le sentenze della Corte di Cassazione, che hanno già confermato la non conformità dei lavori alle normative urbanistiche, il processo sembra destinato a scontrarsi con l’inevitabile prescrizione. «L’esito del dibattimento in corso non può non tener conto di quanto già detto, affermato e ribadito dalla Corte di cassazione, ma si giungerà a una sentenza definitiva prima dell’arrivo di quella santa prescrizione da tanti invocata e acclamata?».
Se da un lato quindi il processo per i presunti abusi edilizi sull’Isola di Tavolara pare destinato alla prescrizione, c’è un altro caso giudiziario attinente a reati ambientali che sta giungendo alla definitiva chiusura «senza alcun accertamento di responsabilità». Si tratta, come anticipato, del processo contro cinque generali accusati di disastro ambientale legato all’inchiesta sugli effetti di anni di esercitazioni nel poligono militare di Teulada. Nel corso delle indagini in merito la Procura aveva accertato lo stato di devastazione della Penisola Delta, un’area di tre chilometri quadrati dove furono sparati 860mila colpi di addestramento, con 11.875 missili, pari a 556 tonnellate di materiale bellico. Il tutto, nel periodo dal 2008 al 2016.
Dopo le indagini però lo stesso PM, che per sette anni ha indagato sulle morti nell’area della base militare e sull’inquinamento, aveva ritenuto di non avere gli elementi per poter reggere un’accusa in giudizio e aveva nuovamente chiesto al GIP l’archiviazione. Come spiega infatti il Grig, «il G.I.P. del Tribunale di Cagliari nell’agosto 2021 aveva respinto la richiesta di archiviazione formulata dalla Procura della Repubblica, ordinando l’imputazione coatta per disastro ambientale e decidendo la prosecuzione delle indagini in relazione alle ipotesi di omicidio colposo. Dopo un procedimento lungo e complesso a conclusione dell’udienza preliminare del 16 giugno 2023, aveva deciso il rinvio a giudizio delle persone indagate».
«All’udienza del 10 giugno 2022 – prosegue l’associazione – aveva accolto l’istanza di costituzione di parte civile del Gruppo d’Intervento Giuridico rappresentato e difeso dall’avvocato Carlo Augusto Melis Costa. Il Tribunale penale di Cagliari con ordinanza del 20 giugno 2024 ha però escluso quasi tutte le parti civili già costituite (fra cui il Grig) e il 18 luglio ha assolto quattro imputati e prosciolto il deceduto generale Claudio Graziano, accogliendo le richieste di Procura e Avvocatura dello Stato».
«Secondo la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, pur accertando il pesante inquinamento, non sarebbe riscontrabile alcun nesso di causalità fra inquinamento e malattie come neoplasie e linfoma di Hodgkin né sarebbe possibile individuare i responsabili per “errori nell’interpretazione delle prescrizioni sulle bonifiche” da eseguire, per la necessità di procedere agli addestramenti e per la “buona fede” di chi dava gli ordini». Come commentarono da A Foras immediatamente dopo l’assoluzione, «lo Stato non condanna mai se stesso e chi viene accusato di disastro ambientale viene lasciato impunito».
«A Teulada si ritiene che non vi siano gli elementi per continuare il giudizio e si chiude con il silenzio che diventa giudicato, a Tavolara la Corte di cassazione ha affermato chiaramente elementi e principi applicabili al caso concreto, ma si continua un processo in cui l’obiettivo inconfessabile di molti è la prescrizione». Per Stefano Deliperi, presidente del Grig, la situazione in materia ambientale dal punto di vista giuridico è «spaventosamente carente. Parlo soprattutto per quanto riguarda il processo in corso, anche perché ci ritroviamo davanti a una quaresima di udienze che non ha portato di fronte a nulla».
«Un atteggiamento dilatorio che chiaramente la difesa porta avanti, ma c’è da dire che abbiamo trovato un polso molto poco fermo da parte del Tribunale di tempio. Serve maggiore fermezza, ma al momento questo è lo stato della giustizia», conclude Deliperi. «Noi del GrIG ci siamo e facciamo la nostra parte fino in fondo per ottenere legalità e giustizia ambientale».