È UNA NUORESE D’ECCELLENZA: VIAGGIO CON LA SECONDA SQUADRA PIU’ SEGUITA DELL’EMIGRAZIONE SARDA

Partiamo dalla fine. Dall’ ultima intervista rilasciata dal mister del Budoni Raffaele Cerbone al sito sportivo sardo “Centotrentuno”, a firma di Roberto Pinna. Alla domanda del giornalista sulle favorite per la vittoria finale del campionato, dopo le “magnifiche quattro” (il suo Budoni, il Monastir, il Tempio e l’Ossese), l’ex centrocampista del Chievo non ha disdegnato di inserirvi da subito la Nuorese, sia per storia che per blasone, ovviamente. Ma anche peraltro. A partire dai tanti giocatori di esperienza. E dai numeri. Che la Nuorese si porta dietro. Di tifo, di organizzazione e strutture. Numeri che, senza dubbio, proietterebbero la compagine verdeazzurra, appena risalita dall'”inferno” della promozione, verso altri ed alti “lidi” del calcio. Che più le competono. Per storia, tradizione e blasone. Ma ora la realtà è questa. Di una società salvata dal fallimento solo nell’ agosto 2023.E risalita, subito, in Eccellenza. Il 12 maggio 2024. A Li Punti, Sassari. Con mille tifosi al seguito. Ora, di diritto, ritornata ad essere protagonista. Grazie alla presidenza Pittorra. Ed alla compagine societaria e dirigenziale che ne guida le sorti. Con stile e serietà. Ma partiamo con ordine.

Perché la Nuorese, per essere raccontata, ha bisogno di spazi. E non di “trafiletti”.

Dopo la vittoria del campionato di promozione e la scoperta, quasi per caso, di essere, unica società sarda, nella lista delle trecento aziende Patrimonio Nazionale del MISE. Questo per l’acutezza dell’avvocato romano, ma nuorese d’adozione, Emanuela Priori, prima dirigente donna della storia verdeazzurra. La Nuorese ha iniziato la nuova stagione, “rituffandosi’ nel clima campionato.

A partire dal mercato. Ed è arrivata una “mezza rivoluzione”. Via, per motivi squisitamente personali e lavorativi lo stimato tecnico Antonio Prastaro, autore di una magnifica ed appassionante cavalcata. Risalita ripresa dopo il momento buio di dicembre coinciso con gli esoneri delle allora guide tecniche Luca Rusani e Nicola Ruggeri (accompagnate dalle dimissioni del direttore sportivo Gianfranco Moro e di altre componenti dello staff) per i fatti degli spari al “Quadrivio”, che tanto hanno scosso e sollecitato la società a reagire. Nel senso della legalità, della civiltà e per difenderne il buon nome. Prastaro che, occorre ribadirlo, nonostante le sue scelte, è rimasto “sentimentalmente” legato a Nuoro. Via anche l’attaccante franco-congolese Emile Ngoy, sapientemente acquistato nel mercato di riparazione di gennaio, ed autore di sei pesantissime reti. Che hanno assicurato la promozione. Fra di esse, un posto particolare è occupato da quella messa a segno in quel di Santa Giusta, al 96′, in pieno recupero. Realizzazione che ha consentito di fare un passo decisivo verso la promozione diretta. A discapito delle coronarie del presidente Pittorra e dei cinquecento tifosi nuoresi in trasferta. Con il conseguente pagamento della rete metallica, venuta giù nel settore ospiti al momento della rete dell’attaccante verdeazzurro. Partito anche Ngoy e via pure la garra di Nacho Rivera e lo spirito da combattimento del sempre presente ed esperto Andrea Peana (con tanta esperienza in B ed in C). Senza il ricorso ad alcuna direzione sportiva per apposita scelta interna societaria. Oltre i citati, la Nuorese ha rinunciato al mediano Noah Bonfigli, passato al Castiadas, al forte centrocampista Stefano Demurtas, ora in forza al Calangianus. Fuori anche il centrocampista sinistro di Teti (Nu) Federico Usai, il portiere argentino Emiliano Manfredi, l’altro argentino punta centrale Mauro Ruggeri e l’attaccante franco-marocchino Mohamed Godalyer, svincolato dal Paris FC U19, preso dalla Nuorese nel febbraio di quest’anno e nuovamente svincolato a luglio.

La “rivoluzione” è, dunque, partita dalla guida tecnica. Dentro il nuovo mister Ivan Cirinà da Ossi (Ss), apprezzato, con tanti campionati di Eccellenza alle spalle. E largo ad una sapiente campagna acquisti, mix di esperienza, giovani e ritorni. Con l’obbiettivo, mai nascosto, di riportare a Nùoro i giocatori della città e del territorio. E di “lanciarli”, assieme agli calciatori della squadra, verso il calcio che conta. Come, nel passato, le vicende di Virdis, Natale, Zola, Emerson e Troianiello insegnano. Nuorese “fucina”, dunque, per tanti calciatori verso la Serie A ed il calcio professionistico. Dentro, allora, i “ritorni”. Dall’ esperto ed ottimo portiere Matteo Trini, proveniente dalla Macomerese, ma con un passato di tutto rispetto tra Juve Stabia, Sud Tirolo, Lumezzane e Torres, tra le altre. Ai difensori, tutti provenienti dal C.O.S – Sarrabus Ogliastra, Andrea Satta ed Andrea Zannini, entrambi terzini destri, fino a Gianluca Dessolis, altro nuorese, difensore centrale, proveniente dal Ghilarza.

Passando al settore mediano, la squadra si è rinforzata con il ritorno di Alessandro Cadau, nuorese ed esperto ex capitano dei recenti trascorsi in D ed Alessio Cossu, altro nuorese “di ritorno” e di grande estro, proveniente dal citato COS in D, pronto a dare maggiore solidità e dinamicità al settore. Assieme al sempre maturo Fausto Chiappetta, scuola Pro Sesto, ma da tempo in Sardegna (lo scorso anno in forza all’Ilvamaddalena, neopromossa in serie D) ed al giovane illoraese di belle speranze (uno della “colonia goceanina” verdeazzurra, n.d.r.), Lorenzo Filia, l’anno scorso in forza al Taloro Gavoi.

Per arrivare al settore offensivo, rinforzato dagli ingaggi dell’esperto bomber argentino Mauricio Villa e Massimiliano Manca da Thiesi (SS). Villa, innanzitutto. Grandi trascorsi in D, a partire dal 2011 con il Modica in Sicilia, passando per mezza Italia, da Noto, a Castrovillari, Potenza, Verbania, Chieri, Sangiustese, Budoni, COS ed Ossese lo scorso anno. Con ben 91 reti segnate su un totale di 213 partite. Poi, Massimiliano Manca. Anche lui di provenienza COS, con trascorsi nelle giovanili del Cagliari e nell’Olbia, oltre che all’ Arzachena. Ed uno score realizzativo di 25 reti in 91 presenze complessive fra serie D, primavera ed Under 17. Senza dimenticare Sergio Catte, proveniente dalle giovanili dell’Olbia, ma nuorese doc. Un cognome, quello di Catte, che a Nùoro ed alla Nuorese è sempre una garanzia.

Con, ovviamente, le inamovibili garanzie del “tris d’ assi”: capitan Fabio Cocco, Emerson ed Alessandro Steri. Questa è insomma, l’intelaiatura della squadra. Alla quale si devono aggiungere, obbligatoriamente, i nomi di giovani di esperienza e di classe, ormai radicati nel sistema di gioco della squadra, che ha vinto lo scorso campionato di Promozione. È questo il caso del talentuoso Alessio Demurtas, con già 80 partite di Eccellenza allaspalle, autore anche lo scorso anno, di fondamentali prestazioni. Su tutte quella in trasferta al “Pino Cuccureddu” di Alghero, nel big match, culminato con una sua prodezza che ha regalato il 2-2 alla squadra barbaricina. Rete che, al pari di quella realizzata dal citato Ngoy a Santa Giusta, si è rivelata decisiva per la corsa alla promozione diretta. Oltre Alessio Demurtas, non si deve dimenticare il bomber Andrea Piredda, ancora, purtroppo, privato di quasi un anno di calcio. Decisivo, fino al grave infortunio, con ben diciassette reti nel suo score personale. In attesa di rivederlo al fianco di Villa. Altro giovane da non trascurare, soprattutto per l’apporto dato nella stagione appena trascorsa, è Simone Pittirra di Bono, alla sua seconda militanza in verdeazzurro. Egli fa parte di quella che, a buon diritto, è stata definita dal giornalista Francesco Tuffu, nella serata di presentazione ottimamente condotta assieme ad Emanuela Priori, come esponente della “colonia del Gocéano”. A testimonianza dell’attualità del progetto societario di riportare la Nuorese a ritornare ad essere squadra di riferimento della Sardegna centrale. Come nel passato.

Con questi presupposti la squadra di mister Cirina’ e del presidente Pittorra si è apprestata a rivivere l’emozione del ritorno nel massimo campionato regionale. Dopo un anno di “purgatorio”. E con una promozione che, a detta di tutti gli “addetti ai lavori”, è valsa veramente tre campionati. Considerato l’alto valore tecnico del torneo di Promozione, soprattutto nel girone B. Ed ora l’Eccellenza non lo è da meno. Se si vedono, nello specifico, tutti i massimi tornei regionali, quello sardo è, senza dubbio, se rapportato con gli altri, tra i più competitivi e difficili. Avendo squadre blasonate, con trascorsi importanti in C come Nuorese, Carbonia, Tempio ed Alghero. Sodalizi che fanno parte della ristretta cerchia dell’elite del calcio sardo. Altri ancora con lunghe militanze in quarta serie, come Calangianus ed Iglesias. Ed altre, le “nuove entrate, nell’ élite del calcio sardo, come Budoni ed Ossese. La prima, appena retrocessa dalla D, ma con importanti sostegni economici dietro. La seconda, dell’ambizioso presidente Mentasti, arrivata alle finali dei play off nazionali. Ed ora anche Kosmoto Monastir, appena vincitrice del campionato di Promozione meridionale, ma compagine altamente competitiva e con un progetto ben definito. Ed acquisti importanti.

La partenza del campionato della Nuorese, con queste premesse, non è stata, tuttavia, delle più agevoli. A partire dalle condizioni del vecchio “Quadrivio”. Novantacinque anni di storia si fanno sentire tutti per uno dei più gloriosi campi in erba della Sardegna. A condizionarne la praticabilità, in estate, sono state le due rassegne folcloristiche che vi si sono tenute: Festival del Folklore e Sagra del Redentore. In ottemperanza alla convenzione stipulata fra comune di Nùoro, ente proprietario, e Nuorese calcio 1930, ente gestore.  A discapito, però, di quest’ultima e della sua fase di preparazione precampionato. Quasi interamente svolta fuori casa. A Mamoiada. Con incremento dei costi. E dispendio di energie. Soprattutto per la società e la dirigenza. Ed è stato anche questo il motivo per cui le amichevoli svolte contro Atletico Uri, COS Sarrabus Ogliastra e Bonorva, seppure abbastanza probanti, sono state interpretate ancora come interlocutorie.

Lo stesso si può dire del cammino iniziato in Coppa Italia. Il primo avversario, il Taloro Gavoi, è stato eliminato agli ottavi di finale ai calci di rigore nella giornata di ritorno giocata ad Oliena, dopo la vittoria esterna per 2-1 al “Maristiai”, “compensata” dall’1-2 subito nel ritorno, durante i tempi regolamentari. Nel secondo turno, corrispondente ai quarti, la compagine barbaricina, infoltita di seconde linee, ha dovuto arrendersi, inizialmente, per 1-0 al Villasimius, squadra rivelazione dello scorso campionato di Eccellenza. Coppa Italia che riprenderà mercoledì 23 ottobre con il ritorno. Questa volta al “Quadrivio”. E la “musica” non dovrebbe essere la stessa.

Per quanto riguarda il campionato, invece, si è giunti alla quinta giornata. La Nuorese, attualmente, occupa la settima posizione, con 8 punti, a quattro dal Tempio capolista, con 12 punti ed a tre da Budoni e Monastir, appaiate al secondo posto con 11. Posizione legittimata da due vittorie, due pareggi ed una sconfitta. Con nove reti realizzate, l’attacco verdeazzurro, orfano del bomber Piredda, è, attualmente, il secondo del torneo. Dietro il Tempio.

La prima partita, Nuorese- Tempio, giocatasi il 15 settembre al “Quadrivio”, aveva l’aria di un classico fra squadre blasonate. Davanti a circa 1200 spettatori. Vinto 1-2 dal Tempio, che è stato, sostanzialmente, “in controllo” del match per buona parte dei novanta minuti. Galletti che, dal canto loro, hanno subito messo in evidenza una superiore tenuta tecnica ed anche atletica. Sconfitta giusta, “limitata” solo dalla rete di Andrea Satta. Per il resto una squadra ancora “in rodaggio”, privata nel primo tempo di Emerson (in panchina perché di ritorno dal Brasile dove aveva assistito ai funerali del caro padre, venuto a mancare). Il ritorno in campo del campione brasiliano nella seconda frazione di gioco, dopo il passivo già maturato di 0-2, ha cercato di “riaprire” il match. Invano, in questo caso. 

La successiva trasferta di Villasimius, di domenica 22 settembre si presentava come “match da dentro o fuori”. Ed allo stadio Is Casas è andata di scena una partita molto tecnica e combattuta. Ne è scaturito un pareggio che ha fatto muovere la classifica ad entrambe le squadre. Contribuendo a fare “rodare” meglio i giocatori. 

Alla terza giornata, giocata, per via del recupero, mercoledì 2 ottobre, è giunta la prima vittoria. 3-1 in casa al Barisardo dell’ex Vittorio De Carlo. Essa non ha fatto altro che confermare i progressi della squadra sia nella tenuta del campo, che dal punto di vista della tattica.

Progressi confermati nel perentorio 4-1 inflitto domenica 6 ottobre ad un buon Ghilarza, peraltro ben messo in campo da mister Floris. Dopo quella ottenuta con il Barisardo, è stata la seconda vittoria consecutiva Maturata fra le mura amiche. Al cospetto di un pubblico esigente, numeroso e passionale come è da sempre quello nuorese. Contro i giallorossi del Guilcer si sono visti notevoli miglioramenti. Con la squadra che ha sempre tenuto il pallino del gioco. Questo grazie alle ottime prestazioni dei singoli. A partire da Alessio Cossu, autore di una doppietta, per passare ad Alessandro Cadau, vero “metronomo” del centrocampo. Presente su tutte le palle recuperate e, soprattutto, autore della terza rete, quella che ha “spaccato” la partita. A favore della Nuorese che, nella seconda frazione di gioco, stava iniziando a subire il ritorno degli oristanesi giunti ad accorciare le distanze.  La Nuorese ha saputo “reggere” da grande squadra. Prima il 3-1 di Cadau. E, poi, il capolavoro del giovane Alessio Demurtas. Giocatore che, forse, sarebbe il caso di ritornare a considerare maggiormente nelle formazioni titolari. Demurtas, subentrato al capitano Cocco (autore anche lui di una buonissima prestazione), ha dato fluidità ed incisività alle azioni offensive, arrivando, con un’azione personale degna di nota, a “sigillare” il risultato sul 4-1.

Infine, in ordine di tempo, la quinta partita fin qui giocata. Domenica 13 ottobre. A Sassari, Li Punti Stadium. In un campo che evoca “dolci sensazioni”: il 12 maggio 2024 e la promozione in Eccellenza.  Contro il Li Punti calcio. Si sarebbe potuto e dovuto vincere. Invece ne è scaturito un pareggio, 0-0, frutto di una squadra che pareva essersi arresa, giocando per l’equa divisione della posta in palio. Con occasioni da una parte e dall’altra.  Ad iniziare dal 32’ e dalla rete annullata ad Alessio Cossu per fuorigioco. La prima frazione di gioco si concludeva, quindi, con la Nuorese ad impostare. E la squadra maggiormente tenuta a far girare la palla. Nel secondo tempo la “musica non cambia”. La Nuorese ha una nuova occasione da rete al 64’ con Villa, con una palla sul fondo destro dopo un ottimo controllo. In precedenza, al 62’, era avvenuto l’ingresso in campo di Chiappetta al posto di uno spento Manca con l’intento, nei disegni di mister Cirinà, di “mettere ordine” in mezzo al campo. Fino ad arrivare al 68’ e, forse, alla più importante occasione per passare in vantaggio per i verdeazzurri. Occasione capitata sui piedi di Cadau, imbeccato da un ottimo colpo di tacco di capitan Cocco, con i locali sassaresi che si salvano in angolo. Sugli sviluppi del corner ancora opportunità per la Nuorese, sventata, capitata sui piedi di Satta. Nel finale, gli altri due cambi, in casa barbaricina, Puddu per Satta all’83’ e Demurtas per Cocco all’ 85, sono serviti più per “aumentare” il minutaggio dei due giocatori subentranti che per “portare a casa” l’intera posta in palio. Cambi che, molto probabilmente, avrebbero potuto avere un senso se effettuati all’inizio della ripresa. Nonostante ciò la Nuorese esce da Sassari con un punto, aumenta il suo score positivo di quattro partite utili consecutive senza perdere. Una buona iniezione di fiducia in vista dell’impegnativo match casalingo di sabato 19 ottobre che la vedrà opposta alla “corazzata” Monastir, una delle “quattro sorelle” maggiormente accreditate per la vittoria finale (assieme alle citate Tempio, Ossese e Budoni).

Questa è la situazione della prima squadra ad un mese dall’inizio delle competizioni agonistiche. Ed i tifosi sono tenuti a ben sperare. Altrettanto importanti sono i progetti della società guidata dal presidente Gianni Pittorra, uno che non si tira mai indietro.  E che crede nel fatto che la Nuorese possa ritornare ad essere grande. Ma, per farlo, occorre partire con programma e progetti certi. Ad iniziare dall’importante scoperta del titolo di Patrimonio Nazionale, unica società sarda inserita nell’ elite di quelle trecento aziende che possono fregiarsi di questo titolo fra quelle dell’apposita lista del Ministero per lo Sviluppo Economico e per il Made in Italy. Per arrivare agli ultimi progetti dichiarati apertamente dal presidente.

In primis l’azionariato popolare. Necessario per suggellare l’importante seguito che la Nuorese ha. Anche fuori dalla Sardegna. Parliamo, dati alla mano, del secondo club calcistico sardo più seguito dagli emigrati dopo il Cagliari. Questo fin dai tempi della C. Per passare al direttivo, con l’ingresso annunciato di tre o quattro nuovi soci legati al territorio, esperti di calcio ed appassionati della Nuorese.

Senza dimenticare la valorizzazione e l’implementazione delle infrastrutture sportive, fondamentali per fare sport e per riavviare, come avvenuto da un anno a questa parte, tutta l’intera “filiera” del settore giovanile, cui la società non è più disposta a rinunciare.  E’ da questo, quindi, che bisogna ripartire per pensare in grande. E la Nuorese lo stà già facendo. Con umiltà, passione. E convinzione.

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Un commento

  1. Maurizio Manca

    Forza Torres

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