di LUCIA BECCHERE
Il Parco Museo “S’Abba Frisca” di Dorgali è la prima realtà museale privata in Sardegna ad essere stata accreditata presso la Regione e il Ministero dei Beni Culturali. Simbolo del turismo alternativo a quello costiero, poco distante da Cala Gonone, deve il suo nome alla presenza di una ricca sorgente carsica che alimenta il laghetto, le fontane e le suggestive cascate. Tre ettari di parco incastonati in un fondo valle che offrono al visitatore 4500 reperti, 15 ambienti naturali e 400 specie di macchia mediterranea che rendono il Museo etnografico, il più grande in Sardegna, una delle principali attrazioni della nostra isola.
Un percorso museale, un viaggio nella storia attraverso oggetti e mestieri che raccontano uno spaccato della civiltà barbaricina dal 1600 ai primi decenni del 900. Una realtà dove artigiani ripropongono antiche professioni, dove si organizzano visite didattiche per le scolaresche, eventi e laboratori formativi volti a educare e sviluppare le capacità attitudinali e a favorire la socializzazione.
Il Parco Museo è aperto dal 2005 mentre la cooperativa è nata nel 2012. Cofondatore e Presidente è Gianluca Secci ingegnere di 34 anni di Dorgali che cura la valorizzazione della struttura museale. “S’Abba Frisca” come Parco museo ha vinto il Premio Bitac 2021 per il miglior progetto italiano di turismo cooperativo e associativo.
Dal 2022 Coordinatore dell’Organismo del Distretto culturale del Nuorese e Presidente Regionale di Confcooperative Cultura Comunicazione Turismo Sport, Secci è ideatore di diversi progetti di valorizzazione dei beni culturali, tra i quali “RiVivere a S’Abba Frisca”.
“La creazione di un Parco Museo – spiega – è nata da una forte passione ma soprattutto per merito di mamma Laura insegnante e babbo Portolu impresario, persone illuminate che da decenni avevano avviato lavori di ristrutturazione e di valorizzazione della vecchia azienda agricola di famiglia. Inoltre ho due fratelli fra i soci, Marcello laureato in informatica cura il Marketing, la comunicazione e si occupa della didattica scolastica e Pierandrea è un tecnico e si occupa del buon funzionamento dell’azienda”.
Quali le finalità?
“il principale obiettivo è la custodia della memoria storica del territorio e della comunità che si è mostrata favorevole ad un nuovo modello di sviluppo creato da un privato e non da un ente pubblico.
Realtà alternativa cresciuta negli anni col contributo di tanti cittadini e con la collaborazione delle altre strutture ricettive e alberghiere che hanno fatto rete in un territorio prima votato solo ad un turismo balneare”.
Progetti?
“Stiamo lavorando con la Sovrintendenza di Sassari per catalogare gran parte della collezione con la testimonianza di persone meno giovani per preservare la nostra lingua, progetto che vorremmo estendere a tutta la collezione. E’ stata fatta una prima campagna di digitalizzazione sulle armi di cui abbiamo una collezione di grande pregio e oggetto di notevole interesse da parte della sovrintendenza che ha dichiarato alcuni pezzi beni culturali da parte del Ministero. Sono armi che provengono da tutta l’isola, ma principalmente da Dorgali”.
Oltre la passione, cosa muove tutto questo?
“Il rispetto per quello che questo posto ha rappresentato per la mia famiglia da generazioni e la voglia di dimostrare anche che dalla cultura può nascere sviluppo nel territorio. Non solo assistenzialismo come lo abbiamo vissuto spesso negli anni in molti contesti in Sardegna. Noi facciamo cultura d’impresa nel costruire un modello che riesce a sostenere soci e lavoratori e tutta una rete di collaboratori: professionisti, artigiani, fornitori, falegnami, carpentieri e muratori, cercando sempre di privilegiare le professionalità locali con tutto il rispetto per chi arriva da fuori”.
S’Abba Frisca è un museo che si avvia al 20esimo anno di attività: “E un traguardo quasi inaspettato –confessa il giovane Presidente -, nel 2005 questo progetto sembrava quasi una follia, oggi i risultati raggiunti ci danno ragione”.