di CRISTOFORO PUDDU
Allo Spazio Ilisso (via Brofferio 23 a Nuoro), considerando il grande successo e attenzione, è stata prorogata fino al 3 novembre 2024 la mostra Unica. Sei storie di artiste italiane.
L’esposizione , curata da Maria Grazia Messina, Anna Maria Montaldo, Giorgia Gastaldon, rappresenta il significativo percorso artistico di Carla Badiali, Carol Rama, Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli Menna) e la nostra Maria Lai nelle sfide culturali del Novecento italiano. L’arco temporale, documentato da oltre 70 opere, va dagli anni Trenta agli Ottanta e segue l’impegno, la sperimentazione creativa e la non facile emancipazione femminile in un mondo dell’arte dominato dalla cultura maschilista. Meritorio l’impegno, umano e politico, delle artiste per emergere consapevolmente “all’interno di un sistema che non riconosceva pienamente il loro valore” e dunque superare una condizione di isolamento e solitudine in un universo segnatamente al maschile; donne-artiste pronte a sfide e combattive nell’interpretare arte e cultura, rappresentando una condizione femminile in movimento verso un totale percorso di riscatto ed emancipazione sociale.
Le storie delle sei artiste, introdotte da Vanna Fois, sono state proposte e lette nell’ottica del femminismo nella seguitissima conferenza di Maria Grazia Messina, docente di Storia dell’Arte Contemporanea nelle Università di Venezia e Firenze.
L’arte di Unica – unicità intesa come ‘donna in un gruppo di uomini’ – parla di modelli, di individualità, di ruoli, degli stereotipi di genere e della connotazione di arte femminile che cerca di incidere ed inciderà con determinazione nel generale quadro sociopolitico italiano. Una mostra di storia italiana e un panorama artistico con alcune rappresentative protagoniste dell’emancipazione femminile. Un prezioso catalogo custodisce l’anima di tante performance creative, a testimonianza di lotte, anche solitarie, che hanno ricomposto le geografie e gli intrecci come le determinate tessiture ed azioni dell’opera “dalla valenza sociale ed etica” di Maria Lai.
Fino a quando?