di ELIO TURIS
I Circoli sardi del Centro Italia hanno promosso l’allestimento nei prossimi mesi di uno “Spazio della narrazione della emigrazione e della pastorizia sarda”: si tratta di una installazione multimediale che permetterà di compiere un percorso esperienziale, didattico e informativo tra immagini, testimonianze e documenti sulla storia e sul futuro della pastorizia sarda.
Il progetto ha ricevuto l’esplicito sostegno della Regione Toscana e della Regione Autonoma della Sardegna e sarà realizzato a Monteroni d’Arbia, provincia di Siena, nella Tenuta di Suvignano, espropriata alla mafia e divenuto luogo di incontro di giovani, associazioni movimenti che fanno della legalità e della sostenibilità un dualismo imprescindibile del loro agire.
Anche i circoli sardi dell’Italia centrale vogliono coltivare la legalità e la sostenibilità ecologica ed ambientale, ricordando che la loro “mission” iniziale fu proprio quella di reagire alle conseguenze nefaste del fenomeno del banditismo e dei sequestri di persona, affermando che i sardi sono altro, persone oneste che hanno lasciato la propria terra per garantire alla famiglia un futuro migliore e che sono stati capaci di rendere produttivo un territorio riscattandolo dall’abbandono e dal degrado ambientale.
Cuore dello “spazio di narrazione” sarà un centro di documentazione che conserverà in forma digitalizzata i materiali con i quali riallestire costantemente nel tempo lo spazio espositivo, ma anche fornire documenti per futuri studi e ricerche, preservandoli dalla dispersione e dall’oblio.
I Circoli del Centro Italia hanno colto l’urgenza di non disperdere il patrimonio di memoria conservato nelle famiglie, anzi di raccogliere le testimonianze del percorso di emigrazione e di integrazione: con il progetto “Creiamolo insieme”, la comunità sarda può direttamente contribuire a costruire lo spazio di Suvignano, non con un contributo economico, ma con la storia della propria famiglia.
Per questo si fa appello di cercare nei cassetti della memoria, frugando tra i ricordi, ricercando foto, filmati, lettere, cartoline, diari, poesie o eventualmente altro, permettendoci di digitalizzare i documenti che le famiglie vorranno generosamente condividere, mantenendone comunque il possesso degli originali, ma autorizzandone l’utilizzo e l’eventuale pubblicazione.
Lo spazio della narrazione di Suvignano non sarà però un museo di ricordi del passato, ma costituirà un punto permanente di incontro, scambio di esperienze e riflessioni della comunità sarda nel Centro Italia.
In parallelo alle interviste del progetto A.G.I.S.C.I. (Aziende Giovani Imprenditrici/tori Sardi Centro Italia) è stato condotta una prima sperimentazione di raccolta organizzata di documenti coinvolgendo una decina di famiglie sarde della zona di Radicondoli, di cui si è fatto carico il decano Graziano Cheri con la collaborazione dei giovani Jacopo Maffei e Laetitia Fauconnier.
La sperimentazione aveva principalmente lo scopo di verificare quali tipologie di documenti, oltre le foto, potessero essere reperiti ed elaborare un primo protocollo della raccolta, digitalizzazione e classificazione.