Il lavoro delle donne in miniera, nei campi e nelle fabbriche. È questo il tema della nuova iniziativa del Circolo culturale “Sardegna” di Monza, Concorezzo e Vimercate. È proprio in quest’ultima città che, sabato scorso, 5 ottobre 2024, è stata inaugurata la mostra «dedicata a tutte le donne, in particolare alle donne lavoratrici – spiega Salvatore Carta, presidente dell’associazione degli emigrati sardi –. In miniera lavoravano per 80 centesimi di lire al giorno. Persero la vita, come le undici cernitrici di Montevecchio, come i minatori di Buggerru che il 4 settembre del 1904 furono uccisi a fucilate dai soldati chiamati a sedare lo sciopero».
Al taglio del nastro della mostra allestita nei locali della prestigiosa Biblioteca in piazza Unità d’Italia hanno partecipato, tra gli altri, oltre alla direttrice della stessa biblioteca, anche il consigliere comunale Daniele Dossi, che ha portato i saluti del sindaco Francesco Cereda e della giunta comunale di Vimercate, e Luisa Sanna, ex assessora di Vimercate e già docente dell’Omnicomprensivo delle Scuole superiori. Toccante la testimonianza di Mariano Pelliccia, figlio di un minatore di Buggerru ed ex maresciallo della Guardia di finanza di Monza. Clelio Tanca ha illustrato la grande tela opera dell’artista Pina Monne dedicata a tutte le donne lavoratrici di ieri e di oggi, con la canzone d’amore di Salvatore Sini, poeta e avvocato di Sarule e Nuoro. Ofelia Usai, poetessa di Gadoni e Monza, figlia di un minatore, ha presentato la miniera di rame Funtana Raminosa, una delle poche ancora intatta in Sardegna, con tutti i suoi macchinari, aperta ai turisti. Ha poi letto alcune sue poesie.
Il presidente del Circolo “Sardegna”, Salvatore Carta, ha consegnato infine la Pergamena ricordo e il libretto con l’illustrazione della mostra sulle miniere della Sardegna e della Lombardia al sindaco, all’assessore alla Cultura e a tutta la giunta comunale di Vimercate, nonché alla stessa Biblioteca, «dove da 30 anni realizziamo, quasi tutti gli anni, mostre e convegni, per far conoscere la Sardegna ai brianzoli e la Brianza ai sardi».
Molto interessante, buona giornata Salvatore