I SETTANT’ANNI DELLA CANTINA SOCIALE DI DORGALI: LA PRESIDENTE CLAUDIA SECCI RACCONTA ATTIVITA’ E PROGETTI

Claudia Secci

La Cantina Sociale di Dorgali ha celebrato i 70 anni della sua fondazione avvenuta nel 1953, in ritardo rispetto al dovuto in quanto la grappa commemorativa Impavida è stata messa in produzione solo alla fine dell’anno scorso. L’’evento è stato datato il 23 agosto per consentire una maggiore partecipazione ai soci e ai numerosi turisti presenti nel territorio per le vacanze estive.

Alla guida della Cantina per la prima volta una donna, Claudia Secci 40 anni, laurea in scienze Agrarie e Insegnante nella scuola primaria di Irgoli, da tempo presente come socia e consigliere di amministrazione, oggi al secondo mandato (3+3), eletta Presidente da 5 rimarrà in carica per un altro anno. Gestisce l’azienda di famiglia, un vigneto di grandi dimensioni e prima di lei il padre ha ricoperto il ruolo di vice presidente e fatto parte di diversi consigli di amministrazione.

“La prima elezione – confessa -, è stata una scelta casuale perché al momento della votazione i consiglieri mi hanno chiesto la disponibilità e io l’ho data. E’ stato anche un modo per omaggiare tutte le donne presenti all’’interno di questa associazione con diversi ruoli, sommelier, produttrici e tanto altro”.

Quale la ragione della scelta di una grappa commemorativa dal nome Impavida? “La scelta è dovuta all’intuizione della nostra grafica nuorese, Sabina Era. La donna raffigurata nell’effige è Rosalind Franklin che proprio nel 1953 si è distinta nel campo della ricerca. Impavida è dedicata non solo alle donne del vino presenti nella cantina, una sessantina su un totale di 190 soci che da Dorgali, Galtelli, Orosei e anche dell’Ogliastra conferiscono l’uva prodotta in 500 ettari di vigna compreso un vigneto a conduzione diretta, ma anche a tutti coloro che nel corso dei 70 anni della cantina si sono spesi con coraggio per perseguire questo importante obiettivo”.

Al 60esimo la Cantina di Dorgali aveva prodotto il cannonau “D.53” (Dorgali 53) con 3 diverse etichette celebrative con l’immagine di figure iconiche che proprio in quell’anno avevano lasciato un segno indelebile nella nostra storia: Fausto Coppi vincitore del giro d’Italia, Jaquelin Cochran pioniera del volo femminile e Hemingway vincitore del Pulitzer con “Il vecchio e il mare”.

“Vogliamo continuare ad essere la terra del Cannonau– prosegue la Presidente – che fra i tanti vini è il nostro cavallo di battaglia. Ne produciamo diversi tipi, ognuno si differenzia per le sue peculiarità selezionate dagli enologi come i fattori di invecchiamento, passaggi in botte, taglio con altri vini, mentre l’agronomo segue tutto il percorso dai vigneti fino al conferimento del prodotto in cantina”.

La Cantina lavora mediamente circa 20000 quintali di uve di cui il 75% di Cannonau, 20% di Vermentino e 5% di vitigni internazionali e varietà autoctone per un totale di circa 1,3 milioni di bottiglie.

“La produzione di vino – precisa la Secci -, è diversificata in più di 20 etichette, tutti i vini hanno raggiunto un elevato livello qualitativo perché puntiamo alla qualità non alla quantità e per questo siamo stati insigniti di numerosi premi e riconoscimenti regionali, nazionali e internazionali”.

Cosa intende fare ancora nel suo ultimo anno di mandato?  “Portare avanti gli impegni presi. Vorrei lasciare la Cantina in buona salute e in buone mani. E’ già ben strutturata e i dipendenti non hanno certo bisogno di me e di nessun’altro ma, pur essendo presenti a livello europeo nei canali GDO (Grande distribuzione organizzata) e Horeca (Hotellerie-restaurant-catering) nel territorio regionale e nazionale e in minor misura all’estero, a livello di export si può fare ancora tanto. Diciamo che la mostra vetrina è sempre in divenire”.

Ci potrebbe essere un terzo mandato? “No, come presidente lo escludo, un altro mandato nel consiglio di amministrazione potrebbe essere.”

Progetti futuri?  “Non ho progetti, tuttavia non mi precludo nulla: cambiare lavoro, studiare, rimettermi in gioco con nuovi ruoli. Comunque, se mi verrà data la possibilità, mi piacerebbe essere sempre parte attiva in cantina per mettere a disposizione la mia esperienza e la mia competenza”.

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Un commento

  1. Una fermata alla cantina di dorgali prima di raggiungere le barbagie e al ritorno era un rito.Parlo di 60 anni fa….

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