LA LIRICA COME VOCAZIONE: MARCO MUSTARO, CANTANTE E DOCENTE A CUORE APERTO

Marco Mustaro

Di padre nuorese e mamma ogliastrina, laurea in lettere classiche a Pisa, diploma in canto al Conservatorio di Lucca, Marco Mustaro nato a Santa Maria Navarrese nel 1975, da 7 anni dirige a Tortolì il coro “Laudate Dominum” animando la liturgia penitenziale in occasione della Pastorale per il turismo che dal 6 agosto all’ 11 settembre ha luogo nell’Anfiteatro Caritas del comune ogliastrino e nell’Aria Fraterna a la Caletta di Siniscola. Pastorale istituita dieci anni fa del vescovo di Nuoro e Lanusei Antonello Mura, che ha voluto dare con la preghiera un crisma di spiritualità agli eventi culturali organizzati da entrambe le diocesi.

L’insegnamento come prima vocazione, Marco si è accostato alla musica stimolato da una zia che aveva studiato canto a Roma. A Pisa ha cominciato a prendere qualche lezione e a fare delle audizioni coi maestri fino ad ottenere l’ammissione al Conservatorio di Lucca. Una sfida fra lui e i genitori che mai avrebbero approvato la sua scelta, lo portò a frequentare di nascosto i primi tre anni di conservatorio in contemporanea con l’Università.

“Credo – confessa -, che per me il canto fosse da sempre un bisogno dell’anima. Mi faceva stare bene, era necessario al mio equilibrio. Quando in casa c’era qualche problema, mi chiudevo in camera e cantavo. In una prospettiva escatologica, credo che quando arriveremo in paradiso noi canteremo tutto il giorno.

In principio – prosegue -, la sola vocazione intellettuale stava portando il mio cuore a tacere un po’ troppo. Mi ero allontanato dalla fede quando al liceo ho cominciato a studiare filosofia, aggiungo che a Pisa il professore di antropologia alla prima lezione ci disse “Noi crediamo all’esistenza dello spirito che c’è nell’alcool”. Lontano dalla chiesa per 6/7 anni, ho vissuto la vocazione al canto come un intervento del Signore che mi ha preso per i capelli mostrandomi che il cuore e il cervello possono andare insieme. A Lucca ho seguito le lezioni di letteratura poetica e drammatica di Carmelo Mezzasalma, superiore della Comunità di San Leolino della quale in seguito ne ho fatto parte per un anno e mezzo per capire se il Signore voleva che percorressi quella strada, una transizione per me fondamentale in quanto il cervello aveva bisogno di incontrare Cristo. Mi sono reso conto che per cantare era necessario coinvolgere tutta la mia persona, lo studio impegna sul piano intellettuale del controllo, l’arte e la liturgia necessitano un abbandono a più livelli”.

Come è avvenuto l’incontro col vescovo Mura? “Attraverso la cooperativa, “Schema libero” che si occupava di mio padre malato di Alzheimer sono stato intervistato dalla Presidente Augusta Cabras per il giornale diocesano di Lanusei L’Ogliastra, avendo colto in me un connubio tra la dimensione confessionale, artistica ed esistenziale. “Vorrei – mi disse -, che queste competenze che hai acquisito fuori, tu le portassi in Ogliastra”. Mi propose di fare dei seminari di canto a Baunei e così si è costituito il coro “Laudate Dominum”. Dopo un concerto nella parrocchia di Santa Maria navarrese, don Pietro Sabatini ci indicò al vescovo Mura, che ci chiese di animare la liturgia penitenziale della Pastorale a Tortolì e così, una volta al mese vengo da Pisa per preparare i canti”.

A Pisa Marco fa il cantante lirico, ha portato in scena Mozart, Rossini, Verdi e Puccini, insegna nell’istituto diocesano di musica sacra di Lucca e nella scuola Mabellini di Pistoia. “Col canto – afferma -, soprattutto liturgico, abbiamo la possibilità di formare una capacità anticipatoria onirica e profetica. Siamo abituati a pensare che le cause dei fatti risiedano nel passato, ma nella fede e nell’arte le cause sono nel futuro e soprattutto nell’eterno e questa è una competenza che va formata. I grandi artisti – prosegue -, hanno una capacità di relazione con le realtà ultime e quando ascoltiamo un concerto di un artista gli chiediamo di trasportarci in un altrove e questo si può realizzare solo se l’artista è già lui nell’altrove altrimenti non può veicolare nulla”.

Come interviene nella Pastorale? “Dirigo il coro con piccoli interventi solistici. Il vescovo mi chiede dei canti liturgici, comunitari e il più possibile assembleari. Durante l’ingresso del vescovo coi sacerdoti, all’interno delle letture e durante le confessioni cantiamo brani della tradizione cristiana, soprattutto del sacerdote biblista Marco Frisina e anche del repertorio ortodosso e anglicano”.

Progetti per il futuro? “La formazione perpetua per me è fondamentale. La mattina prego e studio perché se l’allievo percepisce che noi studiamo anche lui viene motivato a farlo, aggiungo che nella vita professionale c’è sempre stata una ricaduta dopo un impegno preso. Ho i miei sensi di inadeguatezza e ho bisogno di essere consolato e confortato prima nella preghiera e poi nello studio per donare quello che mi viene dato”.

Un sogno? “Sogno una famiglia per essere felici assieme”.

https://www.ortobene.net/

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *