TRA LE RIGHE DI MANUELA PUTZULU: DALLA PASSIONE PER LA SCRITTURA AL CORAGGIO DI PUBBLICARE IL SUO PRIMO LIBRO DA ESORDIENTE A DISTANZA DI OTTO ANNI DALLA STESURA

Essere uno scrittore emergente significa navigare in un mare in tempesta, tra l’entusiasmo della creazione e la paura del giudizio. È un percorso affascinante e complesso, che richiede una miscela di talento, perseveranza e un pizzico di follia.

In un panorama letterario sempre più affollato, emergere dal coro è una sfida ardua. Incontro e conosco Manuela Putzulu, da sempre appassionata per la scrittura. Nel 2016 scrive il suo primo romanzo dal titolo Diario di mannannu, che pubblica con coraggio durante il 2024. Del suo coraggio e il suo bisogno di scrivere, volevo sentirne voce e per questo, occhi negli occhi, ha risposto con sincerità ad alcune curiosità. 

LA TRAMA

Il “Diario di Mannannu” è un romanzo in parte autobiografico, racconta la vita di una ragazza che intorno ai vent’anni s’innamora di “lui”, un coetaneo che dopo una lunga amicizia riuscirà a conquistare e a sposare. Purtroppo o per fortuna, la loro storia non avrà un lieto fine. Mannannu, nome di battesimo Manuela, nonostante avesse pensato per anni di non poter vivere senza “lui” scopre che in fondo non è affatto così. Capisce che non si muore per amore e questo la spinge ad iniziare una nuova vita senza essere all’ombra di nessuno, riesce a ritrovare tante amicizie perse in passato e ad avere nuovi amori. In seguito a un intervento al ginocchio, mentre faceva riabilitazione in piscina conosce un ragazzo paraplegico di nome Lorenzo, il quale, con il tempo, si rivelerà un amore importante. Lory, così lo chiama Manuela, le fa provare nuove emozioni e dopo tanti anni la fa sentire importante e viva. Lei fa lo stesso con Lory, restituendogli la speranza di poter un giorno camminare fianco a fianco e mano nella mano. 

Come nasce un’idea per un nuovo romanzo? Posso dire che personalmente mi ritrovo con la mente colma di frammenti, immagini e pensieri che devono essere condivisi. Come se sviluppassi un film dentro la mia testa e ogni frame lo riporto su un foglio bianco. 

Qual è il tuo rituale di scrittura? Hai bisogno di un ambiente particolare, di una musica di sottofondo, o preferisci scrivere di getto?  Non ho un rituale in particolare. Mi capita di essere sdraiata nel divano e di perdermi davanti alla tv mentre guardo un film o una serie con il pc acceso e di ritrovarmi a scrivere pagine e pagine senza fermarmi un attimo.

C’è qualche scrittore che ti ha particolarmente ispirato? Si. Ho adorato i libri di Federico Moccia, il modo di descrivere le persone, gli ambienti e il carattere dei personaggi dei suoi libri. Oltre a Moccia mi piace molto anche Massimo Bisotti con le sue “frasi ad effetto”, come le chiamo io. 

Come gestisci il blocco dello scrittore? In realtà, per ora non ho avuto un vero e proprio blocco dello scrittore, mi sono semplicemente fermata per questioni di mancanza di tempo. Tra lavoro, famiglia e vari impegni ho dovuto togliere tempo a qualcosa, ed è stata la scrittura. Ma non vuol dire che la mia mente sia ferma, anzi lei continua sempre a immaginare e sognare, manca solo il tempo per riportarlo su un foglio.

Quanto tempo dedichi alla ricerca prima di iniziare a scrivere? Quotidianamente, prendo spunto da tutto.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere con questo libro?  Il messaggio è semplice, di non arrendersi mai. C’è sempre un motivo valido per essere felici, nonostante le difficoltà che la vita ci impone, nonostante i dolori e le delusioni arriverà sempre qualcosa di bello. Bisogna solo imparare ad aspettare. Un altro messaggio è dell’essere ironici, con l’ironia e l’autoironia la vita prende un altro significato…più leggera.

Quali sono i temi principali che affronti nel tuo romanzo?  I temi principali del “Diario di Mannannu“ sono l’importanza della famiglia e degli amici della forza, del coraggio che trasmettono anche inconsapevolmente. Senza loro la vita non sarebbe la stessa cosa.

C’è un personaggio a cui ti sei particolarmente affezionato? Perché?  Il personaggio a cui mi sono affezionata maggiormente è Lorenzo, un ragazzo paraplegico che si era rassegnato a vivere senza poter camminare con tante difficolta. Proprio questo personaggio incarna il mio pensiero del non arrendersi mai.

Qual è la scena che hai trovato più difficile da scrivere? E quella che ti ha dato più soddisfazione?  La scena più difficile da scrivere è stata proprio l’intervento di Lorenzo, non volevo essere banale e volevo riuscire a trasmettere tutto il dolore, la paura e la forza dei personaggi. 

Come hai scelto il titolo del tuo libro?  Il titolo del mio libro nasce dal fatto che è scritto sotto forma di diario, da piccola avevo il classico diario segreto e scrivevo ogni giorno quello che mi succedeva durante la giornata.

Nel libro ho voluto riprendere un po quel diario segreto e ho iniziato così a raccontare le giornate della protagonista. 

Come hai iniziato a scrivere? Come dicevo prima appunto, mi piaceva sin da piccola raccontare le mie giornate in un diario. Mentre scrivevo tra me dicevo, sarebbe bello un giorno se pubblicassi un libro con le mie storie. Spesso ho iniziato, soprattutto nei momenti difficili ma senza portare nessun lavoro al termine.

Qual è il tuo rapporto con i lettori? Mi piacciono le loro opinioni, le loro critiche, le loro domande e curiosità. 

Quali sono le tue aspettative per questo libro?  Se devo essere sincera e sognare in grande direi che mi piacerebbe nascesse un film o una serie tv. Ma sono sempre stata con i piedi per terra quindi mi accontento che lo leggano le persone a me care e che siano orgogliosi di quello che ho realizzato. Sarei veramente la persona più felice del mondo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ho smesso di fare progetti anni fa, ogni volta che ho provato a realizzare un progetto si è distrutto facilmente. Ad oggi dico che non faccio progetti, che vivo alla giornata accogliendo tutto quello che ricevo. Posso dire che avevo iniziato a scrivere il continuo del “Diario di Mannannu “ ma che per mille impegni come dicevo prima è ancora ai primi capitoli, chissà forse un giorno….

Cosa significa per te scrivere? Scrivere per me è uno sfogo, l’esigenza di raccontare di comunicare.

Qual è il tuo consiglio per gli aspiranti scrittori? Il mio consiglio è di scrivere ciò che passa per la mente, anche se può sembrare banale e inutile. Di non arrendersi al primo no perché prima o poi arriverà anche un si.

C’è qualcosa che vorresti dire ai tuoi lettori? Vorrei dire GRAZIE alle mie prime lettrici nonché le mie più care amiche che ad ogni capitolo che inviavo mi incoraggiavano per fare in modo di pubblicarlo. Senza loro questo romanzo al momento non sarebbe pubblico. Invece ai nuovi lettori dico grazie per la fiducia e spero che almeno un pò vi piaccia e vi emozioni almeno una briciola di quanto ha emozionato me nello scriverlo.

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