LA STORIA DI UNA BARCA, SOGNO COSTRUTTIVO DI GIOVANNI PODDA, VERSO IL COMPIMENTO CON L’IMPEGNO  DELL’ASSOCIAZIONE SINISCOLA ’90 E IL SOSTEGNO DELLA BUZZI UNICEM. PRESENTATO IL PROGETTO RIVOLTO VERSO LA ASD SPEEDYSPORT E CHE PORTERÀ AL VARO  NEL 2025

Pietro Bellu

‘La  Storia di una Barca’ – sogno vissuto e coltivato da Giovanni Podda nel suo creativo e sofferto percorso di vita segnato dalla polio – raccontato nella pubblicazione  “Mare e libertà” (Vertigo Edizioni s.r.l. – Roma) dalla moglie Maria Giovanna Ortu, è ora proiettato verso il compimento e varo previsto nel 2025. Un sogno costruttivo, cresciuto da Giovanni come progetto ideale in manualità e nel fruttuoso lavorio di  mente, che si sta avviando concretamente al realizzo per rivivere con la stessa emozione di cuore del suo ideatore.

Artefici di questo compimento è l’Associazione Siniscola ’90, guidata dal dottor   Pietro Bellu, e il determinante contributo della Buzzi Unicem con l’Ingegnere Luigi Buzzi, che completeranno la barca e daranno vita ad un suggestivo e generoso veleggiare.

L’attivo stabilimento, nella zona industriale a Siniscola e con  cementerie del gruppo presenti in 14 paesi, ha ospitato la  presentazione del progetto nella sala convegni. La  struttura industriale, di elevate e innovative tecnologie produttive ed importanti investimenti in Ambiente e Sicurezza, ha un gruppo dirigente che si caratterizza anche per sensibilità e attenzione alla promozione e valorizzazione  della realtà culturale-sociale del territorio.

La storia di Giovanni (nato a Nuoro ma cresciuto principalmente tra Siniscola e Santa Lucia) è segnata da un passionale amore per il mare e la navigazione; da costruttore sogna con assoluta genialità ed intelligenza creativa l’idea barca, opera che concretizza in gran parte e plasma tutta la sua esistenza in condivisione con la giovane moglie e pienamente vive con le due figlie Luisa e Selene. E appunto, la moglie Maria Giovanna scrive:  “Giovanni diceva che il travaglio di questa barca era il suo Capo Horn. Fino all’ultimo il suo pensiero è stato per la barca. Mi ha lasciato l’impegno di finirla e metterla in mare”. Una promessa che finalmente, con la sensibilità e il sostegno generoso di tanti, vede vicino l’orizzonte e il coronamento nella memoria di “Giovanni, inguaribile ottimista, credeva nella Divina Provvidenza, nella quale anch’io vorrei credere, per poter mantenere la promessa fatta a mio marito: mettere la barca in mare, armarla, metterla a disposizione dei  ragazzi con problemi e disabilità e darle finalmente quel respiro di cui ogni barca ha bisogno, quel soffio di vento sulle vele spiegate”.

La vita di Giovanni è tutta una sfida realizzatrice, un coraggioso affronto alla disabilità con il sostegno  amorevolmente presente e partecipe della moglie, in tutte le fasi e significative tappe; totalizzanti elaborazioni tecniche, documentati studi e  ricerche che portarono al progetto finale affidato all’architetto nautico Maurice Amiet, dopo le diverse esperienze costruttive delle barche “Zaia” e “Stella Maris”. Un sogno coinvolgente e condiviso da tanti amici, coronato dal collaudo del R.I.N.A.  e registrato con il nome di “Maria Giovanna”, come doveroso, giusto e meritorio omaggio alla moglie.

Luigi Buzzi

E quel vento, “respiro di cui ogni barca ha bisogno”, quando dispiegherà le vele della “Maria Giovanna”, registrata con la matricola OL1101, porterà la barca nella direzione dell’ASD  Speedysport Onlus; l’associazione, operante nella realtà locale e territoriale per l’integrazione delle persone disabili ed attraverso attività di socialità e sport, a cui verrà finalizzata la disposizione e utilizzo di destinazione primaria. Il fantasioso e vitale sogno di Giovanni Podda si era interrotto  il 2009 a causa di un sopravvenuto incurabile male. Ora, dopo 15 anni, il suo sogno riprende con concretezza e forza.

L’incontro al Buzzi Unicem, oltre ai significativi contributi del dottor Pietro Bellu e dell’ingegnere Luigi Buzzi, azionista di maggioranza famiglia Buzzi, è stato  arricchito  dalla presenza della famiglia Podda e di Angelo Farris, presidente della Fondazione Farris-Tedde;   dagli interventi dell’ingegnere Marco Palena, direttore di stabilimento,  del perito industriale Amos Pani, dipendente Buzzi Unicem di Siniscola, del prof.  Francesco Fancello, socio Speedysport di Dorgali, dal sig. Pietro Moro, maestro d’ascia di Olbia, e dall’artista Mimmo Bove.

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