FORZA E RIFUGIO NELLA LETTERATURA: CONSUELO PINNA, DAL LUTTO ALLA MALATTIA DEL FIGLIO, LA STORIA DELLA SCRITTRICE DI AIDOMAGGIORE

Consuelo Pinna

Un buon libro è sempre un’ottima compagnia. Può essere un momento di svago, un modo per evadere dal quotidiano. Succede al lettore ma può capitare anche a chi scrive di usare i libri come terapia. “Scrivere è un atto sentimentale” diceva Michela Murgia. È successo anche a Consuelo Pinna, classe 1975, nata e cresciuta ad Aidomaggiore in un piccolo borgo (386 abitanti) con vista sul lago Omodeo. Un posto troppo stretto quando si è nel dolore e si cerca di evadere per ricominciare a vivere. “È faticoso accogliere un lutto mentre tutto ti riporta a quel dolore, specie la perdita di tua madre”, racconta la scrittrice. Questo evento spinge Consuelo a lasciare la propria terra e a trasferirsi in Umbria dove conosce il padre dei suoi figli, Alessia e Gabriele.

Torna in Sardegna con la propria famiglia e nuovi slanci, proprio in quei luoghi da cui era scappata, perché non accettava il dolore. Tornare là dove è cresciuta, nella piccola comunità che l’ha vista crescere e diventare donna (aveva 25 anni quando sua madre Giulia è morta) è stato un modo per fare pace con il passato. Ma una sera il dolore torna bussare alla sua porta: mentre Gabriele (suo primogenito) giocava a calcetto, un ictus cambia l’assetto di un’intera famiglia per sempre. Gabriele si salva ma inizia per lui un periodo durissimo. Costretto a letto per tre lunghi mesi e con la parte destra del corpo completamente bloccata, il piccolo Gabriele può contare sulla forza di una madre che vive giorno e notte accanto a lui. Il trauma è grande per tutti. Consuelo è in prima linea, ora non può scappare, non può sottrarsi al dolore: deve stare accanto al proprio figlio e lottare al suo fianco. Ciò che ha causato l’ictus a Gabriele si chiama trombofilia: si tratta di una mutazione genetica che predispone a una ipercoagulabilità del sangue. “Mi sono sentita in colpa per tanto tempo e mi sono interrogata a lungo”. Consuelo decide dunque di affrontare un percorso di Emdr, terapia usata per il trattamento del disturbo post-traumatico da stress (acronimo di Eye movement desensitization and reprocessing- desensibilizzazione e rielaborazione attraverso movimenti oculari) con la terapeuta Paola Pennisi. 

“La psicologa ha lavorato su di me per aiutare Gabriele – racconta – io ero il tramite tra la terapeuta e mio figlio: da qui è nata una splendida amicizia e ho riscoperto una mia vecchia passione. Tre mesi da passare in ospedale sono lunghi e ho riscoperto il piacere di scrivere, perché ho potuto costruire un mondo parallelo dentro cui rifugiarmi”, rivela la scrittrice. 

Così è nato il primo libro In limine mortis, ironico, dissacrante, dove il tema della morte è dominante: il modo più facile per esorcizzarla è riderci su. Ma è anche un libro che fa riflettere sull’esistenza dell’uomo, sull’ineluttabilità della morte e su quanto sia prezioso e lungo il tempo della vita se sappiamo sfruttarlo appieno. Il romanzo in seguito è stato associato dall’autrice ad una importante campagna di sensibilizzazione (durata sei mesi) promossa dalla casa editrice Argentodorato. Leggo e dono, in associazione con il reparto di neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano ha significato tanto per me afferma l’autrice: “A volte serve cambiare prospettiva – continua – perché io non avrei mai immaginato di avere tanta forza e ho capito quanto sia importante farsi aiutare, è una strada impervia se non si hanno gli strumenti per reagire”. Il messaggio è forte e chiaro: bisogna superare vecchie convinzioni e lasciarsi guidare da chi possiede gli strumenti giusti. Con la sua opera prima Consuelo partecipa a un concorso di scrittura. Non vince, ma la casa editrice  (Argentodorato) pubblica la sua opera che arriva a Casa Sanremo Writers nel 2023 e frequenta un Master con l’attore Lino Guanciale. 

Sono passati anni ormai da quel brutto episodio. Oggi Gabriele è un ragazzo di 18 anni e ha recuperato quasi completamente l’uso della mano destra. Dietro questa rinascita c’è tutta la forza di una madre attenta e paziente che ha seguito il proprio istinto e ha avuto la capacità di ricreare le condizioni per una nuova armonia costruita su nuove consapevolezze. Oggi Consuelo è a suo terzo libro, Secreta mundi, pubblicato nel gennaio 2024, è diventata assessora alla Cultura nel proprio Comune di residenza e cerca di portare avanti le proprie passioni con coraggio e determinazione. 

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