di ELIO TURIS
Mi sono trovato tra le mani, un articolo inviato alla testata “Tottus in pari” il 21 gennaio 2011, durante la mia presidenza del Circolo ACSIT di Firenze per un convegno dal titolo: “Conserviamo la memoria. Un ponte tra Toscana e Sardegna”. Al convegno anche il presidente FASI che era allora Tonino Mulas (che di lì a 10 mesi avrebbe lasciato l’incarico nelle mani di Serafina Mascia). L’articolo se non erro fu pubblicato nel n. 328 dello stesso mese.
Il convegno rappresentava la conclusione di un progetto, su finanziamento della regione Toscana, che aveva visto 40 sardi tra nostri soci e non, collaborare alla registrazione di 160 ore di interviste che avevano come soggetto l’emigrato sardo, messo a confronto con la “sua” seconda generazione, vale a dire i figli. Iniziava il massiccio uso dell’ online, e con qualche difficoltà i primi collegamenti Skype e l’ADSL doveva arrivare.
Adesso mi ritrovo a scrivere un articolo, dopo 13 anni, sul n. 1000 di “Tottus in Pari”. Non credo alle coincidenze. Oggi mi trovo in un progetto simile , figlio di uno più ampio, che il Circolo di Siena porta avanti come capofila assieme ad alcuni circoli della circoscrizione. Il caso vuole che il progetto consista in 10/12 video interviste fatte a nostri emigrati, imprenditori e per lo più dediti alla pastorizia, e ai loro figli, mettendo a confronto due generazioni e da cui scaturirà un docufilm che verrà distribuito a tutti i circoli dell’emigrazione organizzata e non, e alle scuole superiori della Sardegna, come documento dell’emigrazione e della pastorizia sarda in centro Italia. Coincidenza? Forse. O forse questa pagina voleva essere scritta? Non cerco di darmi una risposta.
Era stato tra i primi impegni della nuova presidenza e del rinnovato direttivo del Circolo ACSIT, pochi anni prima, rivolgere particolare attenzione alla comunicazione interna ed esterna. Per questo occorreva fare una ricerca di quelli che potevano essere i canali di comunicazione digitali. Anche se per i nostri soci si continuava a mantenere quello che era il giornalino cartaceo, in questo caso “ISOLAS”.
Eravamo consapevoli che la comunicazione dovesse essere al centro per rafforzare i contatti e le relazioni con i nostri soci, e che le attività dovevano essere condivise con l’ intero mondo dell’emigrazione sarda organizzata e non. Pertanto era iniziata la ricerca delle (poche) testate on line che parlavano di emigrazione e all’emigrazione sarda. Non conoscendo nessuno ne avendo avuto nessuna indicazione in merito, iniziammo ad inviare ai vari indirizzi mail, che trovammo in rete, locandine testi e foto. Con nostro stupore, mentre altre testate on line inserivano gli articoli sul proprio sito, “Tottus in Pari” ci ritornava i nostri articoli inseriti direttamente in un “magazine” ben composto ed organizzato, senza rivedere il testo ed il suo contenuto. Cosa che permetteva di “girarlo” ai soci. Abbiamo così iniziato, dopo aver “sbirciato” i numeri precedenti, e dopo consigli ed anche rimproveri di Paolo Pulina, ad inviare regolarmente prima gli annunci degli eventi e a seguire gli articoli ad evento avvenuto e, sempre e comunque regolarmente pubblicati.
Ho conosciuto personalmente il nostro editore dopo, nell’ottobre 2011, al V congresso della F.A.S.I. per una intervista, subito si è stabilita una sintonia che ci ha portato sin qui.
Quello di 1000 numeri di “Tottus in Pari” credo lo si possa considerare un grande traguardo, degno di un qualche riconoscimento da parte dell’emigrazione sarda organizzata e non, e anche da parte della RAS, perché è bene ricordare che tutto questo è stato fatto e viene fatto, “gratis et amore dei”, senza finanziamenti e sponsor sostanziali, ma solo frutto di applicazione, dedizione e passione. Tanta passione e spirito di sacrificio, non per apparire ,neppure per fare passerella o per ottenere riconoscimenti, tanto meno per vantaggi personali o costruirsi spazi di potere.
Eppure questo progetto non ha avuto sempre in tempi recenti, anche se rappresenta un progetto che parte dalla base, dai circoli, e ad essi appartiene.
Forse disturba la sua natura di essere un “magazine” libero e che lascia la libertà di espressione a tutto il mondo dell’emigrazione, accogliendo ed includendo tutti, nella logica di costruire ponti e non muri. E’ dal 1997, che questo ”foglio” segue l’emigrazione sarda organizzata e non organizzata del mondo, facendo veicolare notizie senza bisogno di intermediari ne di “veline”, perché provengono direttamente dal “produttore e giungono al consumatore “.
Per cui grazie Massimiliano per quello che hai fatto e stai facendo e soprattutto come lo hai fatto e lo fai : con umiltà, rispetto, impegno. Usando il “noi”. Un vero esempio per tutti.
Auguroni