NOI ALTRI. A CAGLIARI, LA GASTRONOMIA INCLUSIVA IN SALSA SARDA

Un’iniziativa imprenditoriale della cooperativa sociale “NoiAltri” di Cagliari, nata da una costola della coop Controvento. Dieci posti di lavoro e tanto entusiasmo, per soddisfare i palati più fini e con una particolare attenzione alle intolleranze alimentari

«Sono felicissimo di far parte di questo gruppo di lavoro. Tutto nasce da una grande passione e, dopo due anni di formazione e di stage, mi sento pronto per una nuova avventura. Mi aspetto di vedere i clienti felici». Andrea è uno degli addetti alla sala della Gastronomia inclusiva “NoiAltri”, inaugurata nei giorni scorsi al numero 9a della via Pergolesi, a Cagliari. Si tratta di un progetto innovativo che promuove l’inserimento lavorativo di persone con fragilità. L’obiettivo è quello di creare un ambiente accogliente e accessibile a tutti, dove le persone possano vivere un’esperienza di inclusione sociale e alimentare, annullando le diversità e diventando parte integrante della comunità.

«È arrivato finalmente il momento di fare sul serio», esulta Erika. «Questa è una bella opportunità per noi. Ma è molto importante continuare anche a frequentare tutti i giorni il centro diurno Controvento, dove ci sono tutti gli altri nostri amici». Insieme a loro due, sono pronti a rimboccarsi le maniche Valentina (aiuto chef), Eleonora e Alessio (banconieri), Rachele, Andrea, Valentino e Michela (cucina e banco vendita).

«Siamo tra i primi in Sardegna a curare un progetto di inclusione lavorativa di questo tipo», sottolinea Valentina Meloni, presidente della cooperativa sociale “NoiAltri” e vicepresidente della coop Controvento, affiliata alla Legacoopsociali. «Siamo passati dall’essere “gli altri”, gli emarginati sociali, ad avere un’identità nostra. Per l’appunto, siamo diventati “noialtri”. Questo è un progetto costola di Controvento: infatti i ragazzi svolgono e continueranno a svolgere quotidianamente le attività al nostro centro diurno, dove hanno potuto fare un percorso di formazione lungo due anni, e così diventare un anello della catena economica, quindi ad essere autodeterminati e produrre sviluppo per noi stessi. La parola chiave di tutto il progetto è inclusione sociale. Tutte le persone, compresi i clienti, devono sentirsi accolte senza dover mettere da parte le caratteristiche personali o le diversità».

Valentina Meloni, presidente della cooperativa sociale NoiAltri

Gli avventori potranno non solo immergersi in questa esperienza inclusiva ma anche degustare prodotti alimentari di qualità, tra cui i piatti tipici della tradizione sarda, prodotti senza glutine e lattosio, piatti vegani e vegetariani. «Abbiamo dedicato un’attenzione particolare alle intolleranze alimentari (una delle due cucine del locale è interamente dedicata ai celiaci, ndr) e a quanti fanno scelte nutrizionali differenti», conferma la giovane presidente Meloni. «L’idea di questo progetto è partita dai nostri ragazzi, ai quali chiediamo sempre che cosa desiderano fare “da grandi”. Tutti quanti, anche sulla scia di quanto vedono in famiglia, hanno detto di voler lavorare: non fare i cantanti o comunque un mestiere sofisticato, bensì qualcosa di dignitoso che consenta loro di mettere da parte un gruzzoletto per viaggiare, fare shopping o soddisfare altre esigenze. Confrontandoci con il nostro team di psicologi, educatori e Oss, che tutti i giorni hanno a che fare con loro, ci siamo resi conto che la maggior parte dei ragazzi ha un livello di autonomia importante. Ci siamo detti: perché no? Se vogliamo cambiare il paradigma, dobbiamo arrivare a realtà come queste per non dover più parlare di disabilità».

Il settore gastronomico, più di quello della ristorazione tradizionale, maggiormente si confaceva a questo tipo di progetto. «Per farlo decollare, ci siamo affidati a un gruppo di professionisti», spiega William Salis, presidente della cooperativa sociale Controvento. «E noi, che siamo operatori del sociale, siamo partiti nella penisola per confrontarci con realtà strutturate di altre località d’Italia, le quali ci hanno dato spunti di crescita. Potrebbe sembrare un azzardo, ma in verità abbiamo studiato con attenzione le attitudini dei nostri ragazzi durante i laboratori al nostro centro diurno. Ne abbiamo selezionato cinque, per cominciare, ma non è detto che in un prossimo futuro non si possa dare la stessa opportunità ad altre persone meritevoli. Quando abbiamo visto la passione che li muoveva, ci siamo resi conto che dovevamo trovare un percorso di crescita finalizzato al lavoro. Allo stesso tempo, non devono sentirsi costretti: è stata una loro libera scelta, pienamente condivisa, perché è un progetto che nasce da loro. Tuttavia, siccome non è possibile improvvisare quando si fa impresa, abbiamo dovuto aggiungerci le necessarie competenze. Da due anni i ragazzi della cucina sono seguiti passo per passo da Enrica, una chef di comprovata esperienza. Ma anche coloro che lavorano in sala hanno fatto uno stage fuori dalla nostra struttura, in ristoranti e alberghi, per prepararli al contatto con il pubblico: un passaggio fondamentale. Abbiamo lavorato a livello emotivo, non solo nel cucinare le pietanze o servirle a tavola».

Vanessa Mereu

Dieci posti di lavoro, tanto per cominciare. Ma l’appetito, ça va sans dire, vien mangiando. «In questo momento stiamo formando tre nuovi ragazzi, e altri ne arriveranno in futuro. Tutti devono passare dal nostro centro diurno, perché devono acquisire certe abilità all’interno di un percorso mirato. Inoltre, stiamo già pensando al secondo step: la produzione di pasta senza glutine da commercializzare all’esterno».

Vanessa Mereu è la coordinatrice del gruppo di lavoro. Dirigerà la sala, mettendo in campo la duplice esperienza maturata dapprima nel mondo della ristorazione e poi in qualità di Oss nella cooperativa Controvento. «Da questi ragazzi mi aspetto molta applicazione, perché hanno davvero preso sul serio questa sfida», commenta. «So che possono garantire anche molta professionalità perché sono arrivati a questo traguardo dopo un adeguato periodo di formazione. Negli ultimi dodici mesi hanno seguito i corsi di Hccp, basilari in questo settore, e fatto un lavoro intenso con la psicologa del lavoro. Ma credo che riusciranno pure a divertirsi: basta guardarli al lavoro».

NoiAltri è un cantiere aperto, una fucina di iniziative che presto passerà per la creazione di un’ampia rete nel territorio. All’inaugurazione, in mezzo a centinaia di persone che non hanno fatto mancare l’entusiastico supporto, c’era pure Marco Espa, presidente dell’Associazione bambini cerebrolesi – Abc Italia, che si è complimentato per l’iniziativa. «Ci piacerebbe sederci a un tavolo e ragionare con realtà di grande spessore, come Abc Sardegna, Domus de Luna e Associazione Peter Pan, che lavorano con successo e da anni sfornano progetti di elevata qualità dedicati a persone con sindrome di Down e spettro autistico», commentano Meloni e Salis.

Intanto è partita una raccolta fondi. Il fundraising consentirà di acquistare un mezzo che nei prossimi mesi permetterà di inserire nei servizi il delivery, cioè la consegna a domicilio. Coloro che desiderano fare una donazione, possono cliccare l’apposito bottone al sito della cooperativa NoiAltri.

https://www.vita.it/

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