di GIANRAIMONDO FARINA
Vedere nei giorni scorsi il Como salire in A mi ha fatto, personalmente, venire alcuni ricordi. Sopiti nel tempo. Che, però, si sono riattualizzati oggi, con la vittoria della Nuorese a Sassari, sul campo del Li Punti del campionato di Promozione regionale sardo girone B. Un campo, quello di Li Punti, scelto proprio per contenere l’enorme afflusso esodico di migliaia di nuoresi che, fin dalla mattina avevano invaso Sassari (si era paventata anche l’opzione Acquedotto, non praticabile per via della Cavalcata Sarda in programma).
Un 5-1 bello, squillante, senza appello. Grazie al grande merito della dirigenza Pittorra, dell’ area e dello staff tecnico guidato sapientemente da Antonio Prastaro. E dei tifosi. Anche oggi numerosissimi, circa mille, al seguito della squadra. A Li Punti, quartiere di Sassari. La Nuorese ha “rialzato” la testa. È ritornata in Eccellenza. E non si fermerà là. Gettando le basi per una pronta rinascita. Che è già iniziata. Eppure qualcuno dirà: ma cosa c’entra il Como con la Nuorese? C’entra, perché ormai 18 anni fa’ queste due squadre, ora in categorie differenti, si erano incontrate. E vi entrano pure il Cagliari ed il mitico stadio Sinigaglia, che carezza lo splendido scenario turchese del lago. Uno stadio storico. Di cui da tempo si discute l’abbattimento. Ma che, per ora, rimane lì, impassibile ed autorevole, a segnare il paesaggio. E, soprattutto, la storia calcistica di Como.
Lo stadio Sinigaglia l’ho visto due volte. Per due partite. La prima, nel 2003-2004 per Como- Cagliari. Era il Cagliari di Zola, Langella, Suazo. Ed era il 9 novembre 2003. Il Cagliari vinse 3-1 e sarebbe risalito in Serie A. Allenatore Ventura. Segnarono Suazo, doppietta, e Langella. Mai avrei creduto, tre anni dopo, nel freddo ed, allo stesso tempo, soleggiato gennaio 2006, il 22, di riassistere ad un’ altra partita di una squadra sarda. A Como. La Nuorese. Campionato di Serie D . Girone di ritorno. Il Como era sceso nel massimo campionato dilettanti per via delle vicissitudini societarie che avevano portato al fallimento. La Nuorese ritornava in D dopo anni di anonimato nelle categorie inferiori. Per l’occasione di Como, come si legge anche nelle cronache del periodo, i verdeazzurri vi giungevano da terzi della classe. Era, quella, la Nuorese di Roberto Goveani, con tecnico Mario Petrone, subentrato a Virginio Perra. Ed è stata proprio quella l’occasione, per quanto concerne lo stadio “Sinigaglia”, a fare “riaprire i battenti” dell’ intero settore ospite, da tempo chiuso per ristrutturazione. Per ospitare il nutrito e folto gruppo di tifosi sardi e nuoresi in trasferta. Ed emigrati. Con tanto di bandiere e striscioni verdeazzurri del tifo organizzato. E fumogeni. All’ andata, nel settembre 2005, finì 4-0 per la Nuorese. Ma quello era un Como appena “collassato” dalla A, in fase di ristrutturazione. La Nuorese, già aveva dato dimostrazione di essere un’ottima squadra, preparata ed “oliata” per la lotta finale. Ed a Como fu veramente vera lotta. Nuorese in vantaggio al 10′ con Cosa, pareggio comasco di Monza al 67′. Nuovo vantaggio barbaricino di Emerson al 78′ e “gelata” finale comasca con Robbiati su rigore al 94′. Partita che, come tutte le trasferte della Nuorese, venivano precedute dai “rituali”dei tifosi: arrostite e grigliate a base di carne, salsicce e panini. Accompagnate da ogni ben di Dio. Perché si vivevano le trasferte della Nuorese “in continente”. All’ insegna della partecipazione, dell’ amicizia e della convivialità. E del tifo. Unico. Anche a Como. Nel glorioso stadio “Sinigaglia”. Ora il Como è ritornato in A. Dopo 21 anni. Grazie ad una facoltosa e seria proprietà indonesiana. Il Cagliari, invece, si è “complicato la vita” per la salvezza in A, rinviando tutto alla sfida diretta con il Sassuolo. La Nuorese, dal canto suo, ha iniziato la risalita. Verso il calcio che conta .Vinto un campionato difficilissimo grazie anche alla forza di avversarie come Alghero e Usinese. Oggi a Sassari, sul campo di Li Punti hanno vinto tutti: la dirigenza Pittorra, in primis, che ci ha creduto, oltre tutto ed oltre tutti. L’area tecnica guidata sapientemente dal mister Antonio Prastaro, uno che a Nuoro è di casa, fin dai tempi della C,quando guidava gli Juniores nazionali. Ai giocatori, che a questa maglia gloriosa vi hanno tenuto. Dall’ inossidabile capitan Cocco, al bomber Piredda (la vittoria del campionato è anche la sua). A Stefano Demurtas. A Peana, grande esperienza. A Nacho Rivera. Ad Alessandro Steri, uno che ad Olginate c’era. Ai fratelli Manfredi. A Emile Ngoy, neoacquisto di gennaio, decisivo in alcune partite difficili come quelle con Coghinas e Santa Giusta. Che tanto ci han fatto sospirare. Al nostro piccolo- grande Boboreddu, uomo- simbolo della Nuorese. Sempre presente a stimolare e dare manforte. Senza dimenticare tutti gli staff organizzativi e medici di supporto. Per arrivare al ritorno di lui, Sua Maestà Emerson, che quando gioca a Nuoro, vince sempre. Scommessa vinta dalla dirigenza Pittorra. Con quelle bellissime frasi del “Puma” che ancora rimangono impresse. Scritte proprio al momento del ritorno a Nuoro. Dopo 15 anni. Laddove tutto era partito per lui. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Questo giro è durato 15 anni, ma finalmente ci siamo ritrovati, innamorati più che mai. Mi sei mancata amore mio”. E questo “giro” aveva toccato anche Como, dove il brasiliano aveva anche lasciato il segno con una rete. Per arrivare, oggi, all’atto parziale di Li Punti. Ove la Nuorese ha iniziato la risalita. Non si può vivere di soli ricordi. Ma i ricordi fanno la storia. E ci aiutano a vivere. Auguri Nuorese
Bravo Gianraimondo
Bravissimo Mister!