di ELENA MONTANI
Si intitola “Terre a perdere” il documentario dei giornalisti e videomakers Fabio Palli, Simona Tarzia e Chiara Pracchi che tratta aspetti poco conosciuti di una realtà sarda dalle molte ombre: la presenza di basi militari sul territorio dell’Isola, argomento delicato e per alcuni aspetti controverso.
Se per la maggior parte degli italiani la Sardegna è mare cristallino, spiagge candide, archeologia nuragica e buona cucina, assai meno note sono le basi militari, che pure fanno parte del territorio, con il loro carico di guerra e di morte. Nate dopo la II guerra mondiale, ogni anno ospitano esercitazioni internazionali in preparazione di nuovi conflitti e funzionano da discarica per il munizionamento obsoleto e da laboratorio per nuove armi.
Il reportage, autofinanziato e girato in modo totalmente indipendente, è frutto di una ben documentata ricerca ed è scevro da retorica ideologica. Offrendo una prospettiva unica e rivelatoria su una realtà spesso trascurata e mettendo in luce la fatica di coloro che, nella Sardegna di oggi, cercano di alzare la voce contro le servitù militari e chiedono trasparenza sulle attività che si svolgono all’interno delle basi, la sua visione favorisce una più chiara e consapevole idea del problema a chi immagina per la Sardegna uno sviluppo diverso.
Per la sua incisiva testimonianza, “Terra a perdere”è stato accettato come concorrentenella edizione 2022 del prestigioso Premio Dafne Caruana Galizia per il giornalismo promosso dal Parlamento europeo.
Bellissimo documentario che è stato in concorso all’ultima edizione del Riviera International Film Festival. Da non perdere!