Anna Gardu
di CHRISTINE LAURET
Le foglie scricchiolano, il vento soffia, grandi nubi scure, tese come la pelle di una borraccia piena, si accalcano sopra la città. Nel caffè si sente un allegro trambusto: i clienti che chiacchierano, il ”Cling” delle tazze che si scontrano, la macchina espresso che sputa come una locomotiva… alcune note di musica si sgranano e danno il “la”: I just call, to say i love you… Il quadro è esposto, l’incontro sarà nel segno della dolcezza, senza dubbio.
Anna Gardu, un’artista come nessun’altra, ha scelto questo posto, un caffè nel centro di Nuoro, per accogliermi. “Mi piace venire qui, ci si fa coccolare”, mi confessa. Imparerò che è quello che fa Anna di solito. Coccolare i suoi ospiti, fare in modo di prendersi cura di loro a scapito di se stessa. Quindi cosa c’è di più normale di questo accogliente bar a dimensione umana dove Anna può esprimersi apertamente.
Ha la voce morbida, gli occhi marroni e i capelli ghiandaia di chi sa cosa fare. Determinata, convinta, fiduciosa, Anna si permette il diritto di andare esattamente dove vuole.
Incontro con una donna libera.
Conoscete questa espressione “una mano di ferro in un guanto di velluto”? Ecco questa è l’etichetta che darò ad Anna Gardu. La dolcezza della sua voce, la monotonia del suo timbro, la calma del suo stile, fanno dimenticare la passione che sobbolle dietro questo sguardo mezzo nascosto da una ciocca di capelli. Lo stoppino sembra esserci solo per ricordarci di stare attenti all’acqua che dorme. Può avere lo sguardo gelido o il sorriso che riscalda, la sua tavolozza delle emozioni è ampia soprattutto se si parla delle sue opere d’arte. Opere d’arte particolari, effimere, gioielli cesellati creati a base di pasta di mandorle e zucchero a velo. Un gioiello che vorremmo quasi tenere sotto vetro, ma che finiamo per gustare.
Assaggiare un’opera di Anna è come inebriarsi del profumo di mandorla schiacciata, ritrovare il gusto di un tempo, quello delle giovani mani che raccoglievano i piccoli frutti dalla pelle vellutata e dal sapore dolce. Inebriarsi del profumo delle scorze d’arancia, del miele e dello zucchero caramellato. Rivivere la storia del savoir faire del suo bisnonno, tramandata da quattro generazioni alle donne della famiglia, rivivere la storia di Anna.
Dietro ogni dolce creato da Anna c’è tutta la memoria di una famiglia. “Andavamo con mia madre mentre confezionava i dolci con la nonna e se finiva tardi ci addormentavamo gli uni contro gli altri su un letto improvvisato in un angolo del laboratorio”.
Come immaginare una vita diversa da quella che ha scelta l’artista quando la sua infanzia è stata cullata dal dolce suono delle mandorle che si potano mentre gli aromi di dolci appena usciti dal forno solleticavano le sue narici?
Lavora come una formica. Lavora sodo. Inesauribile, ambiziosa. Non si lascia demoralizzare da un fallimento, vestita dalla sua vocazione, dal suo talento, e dalla sua passione Anna percorre il mondo: dalla Sardegna al Giappone passando per Parigi, inonda il pianeta delle sue tradizioni culinarie. Il suo museo di dolci itinerante riscuote un enorme successo ed è reclamato ovunque. Ma dietro il sorriso angelico e lo sguardo ingenuo, lo spirito è in ebollizione. È un vero museo che Anna vorrebbe creare, così come un percorso del gusto in cui il cliente si lascia guidare in un labirinto di sapori, storie, emozioni. Dal dolce di lusso a quello accessibile a tutti, che si gusta con un bicchiere di vino in mano, Anna vorrebbe soddisfare tutti, coccolarli, viziarli in un luogo nel cuore della città dove il suo laboratorio sarebbe sul posto, direttamente dalla produzione al confezionamento … al palato del cliente.
Discreta, indipendente, accanita, metà selvaggia, metà socievole, come un felino elegante, Anna Gardu continua la tradizione di famiglia. Dai ”Saluti da Oliena” che scriveva con cura sulle sue pasticcerie la nonna, facendo così conoscere in tutto il territorio la sua arte, Anna della stessa stirpe, divulga i suoi dolci. La sua firma va ben oltre la bellezza dell’opera, si nasconde nel sapore di ogni prodotto che, a contatto con il palato, lascia esplodere la delicatezza del lavoro svolto con amore. Copiata, imitata, ma mai eguagliata, i dolci a questo livello sono un’arte in cui, come in calligrafia, si riconosce la mano dell’artista. HÓRO di Anna Gardu non è solo un marchio ma il simbolo, l’emblema della tradizione sarda.
La notte avvolge la città, le luci si animano nel villaggio di Oliena. Nel suo laboratorio, mentre una dolce musica riempie il luogo, Anna si impegna. È il momento della creazione. Un delicato profumo aleggia nell’aria man mano che le mani agili e precise dell’Artista confezionano un nuovo gioiello…
Sei unica.
Bravissima come sempre👍👍👏
Bravissima direi unica!
Ho visto ieri le sue opere, oreficeria in pasta di mandorle e praline, pazzesca! 🥰
Ad majora…
Complimenti , gente umile che si è fatta da sola . Tuo padre era collega del mio 😘😘😘
Complimenti,, bravissima
Unica..
Complimenti 👏
La grande maestra Anna 😊
Bravissima
Complimenti Anna, sei bravissima.👏👏
Bravissima
Complimenti