Giorgio Diana
di FEDERICA CABRAS
«C’erano una volta un petto di pollo, una banana e delle melanzane grigliate.»
Sembra quasi l’inizio di una favola per bambini invece è l’incipit di una storia fatta di sudore, impegno, talento che hanno portato a risultati incredibili.
Il 42enne originario di Pirri Giorgio Diana ora è uno chef con alle spalle tantissimi premi e gira il mondo con la sua cucina e i suoi progetti, ma tutto partì, appunto, con tre ingredienti semplicissimi.
Capisce presto che la cucina è il suo unico grande amore e la insegue cambiando nazioni e continenti, sempre animato da una grande creatività. Lavora fianco a fianco con maestri e chef conosciuti in tutto il mondo e presto si fa un nome. Viene più volte inserito nella classifica The Best Chef Awards, riceve premi come Miglior Head Chef e ha una missione: portare i suoi piatti ovunque, facendo innamorare tutti del fuoco che arde nel suo petto, quello per i fornelli.
Giorgio Diana, classe 1982, vive a Pirri fino alla maggiore età. Per un periodo, si ventila l’ipotesi che possa diventare un asso a calcio, ma quel che gli manca è la classica “testa sulle spalle” – necessaria in questo campo – quindi il sogno si infrange. «La colpa era della mia poca disciplina e della mia stupidità» scherza. «Quindi come calciatore ero finito e non mi restava altro che cercare subito un piano B.»
È a questo punto che va a fare il lavapiatti in un hotel dove lavora lo chef Carlo Diana, che gestisce una squadra di 250 chef. Per Giorgio è un mito.
È proprio lo chef che vede in Giorgio qualcosa: in questo ragazzo brilla del talento.
Abbiamo parlato, giusto, di un connubio di ingredienti particolari? Di pollo, banane e melanzane grigliate? Be’, Giorgio Diana sperimenta a casa una ricetta particolare e il giorno dopo la fa assaggiare allo chef del suo cuore.
«Mi guardò e mi disse che avevo talento, gusto e passione ma se volevo davvero crescere mi sarei dovuto spostare in Germania per conoscere il mondo culinario internazionale.»
Giorgio deve prima imparare, come abbiam detto, a mettere la testa a posto a suon di disciplina, ma a Monaco ci riesce: del resto, parte a 18 anni da solo, senza nessuno che possa aiutarlo o supportarlo. E quale scuola è migliore di questa?
Lì, al ristorante Cleopatra, lavora al fianco dello chef Giovanni Marchesani e allo chef 3 stelle Michelin Gualtiero Marchesi: lì sì che il piccolo Diana impara.
«Ho imparato la lingua e dopo anni e anni di esperienza volevo diventare Chef de partie. Volevo sempre di più, non era mai abbastanza: ero in fiamme.»
Giorgio Diana si impegna a mille, forse pure di più, e riesce – lavorando dalle 14 alle 16 ore al giorno, senza mai un giorno di pausa – a ottenere un ruolo come Chef de partie.
«La mia autostima iniziò a crescere, la passione prese il sopravvento sul mio cuore: non c’era nulla di più importante della cucina.»
Compra i libri dei migliori maestri della cucina, si porta addirittura dietro un taccuino per annotare ogni idea gli venga in mente. «Nelle mie vene? Solo la cucina.»
Dopo un anno, lascia l’impiego e va a lavorare per il famoso Ca-Brunello, con due chef stellati che gestiscono la cucina. Per due anni rimane nel ristorante, impara il più possibile e si immerge completamente in questo mondo.
«Se non ci provi e non commetti errori, non crescerai mai. I fallimenti fanno parte del successo, ma la cosa più importante è non commettere lo stesso errore due volte.»
Infatti, Giorgio rimane coinvolto in un incidente e per tre anni non può lavorare nella cucina, ma passa comunque il suo tempo a studiare e a seguire corsi alcuni dei quali nelle accademie più in vista.
Quando torna, i premi non si fanno attendere. Va poi a lavorare al Shane’s per lo chef Shane McMahon, che diventa presto il suo mentore. Poi arriva il ristorante stellato francese, sempre a Monaco, Les Cuisiniers e questa è una svolta: Giorgio Diana è lo chef di un ristorante stellato.
«Avevo solo un obiettivo in mente: essere il migliore in quello che facevo.»
Lascia quindi la Germania, va a Hong-Kong, poi in Turchia e poi anche in Russia, sempre accumulando esperienza e facendo della sua cucina un’arte.
Quando va in Egitto, viene premiato per tre anni consecutivi come Miglior Head Chef ricevendo anche nomination consecutive nel 2017 e nel 2018 ai The Best Chef Awards. In Giordania, supervisiona l’apertura di Solaya, progetto di grande successo che sin da subito sorprende la critica locale e stupisce il pubblico internazionale.
Poi, la pandemia si abbatte su tutti e Diana deve lasciare il Paese.
Torna quindi al Cairo.
Successiva è un’idea grande, che porta avanti ancora adesso: Dinner Incredible.
«Dinner Incredible è stato un progetto che, nato in pandemia, ha avuto sin da subito l’obiettivo di aiutare i produttori locali. L’ho creato con 12 chef, come 12 erano gli apostoli, e non è competizione ma scambio culinario tra colleghi: andiamo in giro e distribuiamo la nostra passione e l’amore per la cucina.»
Dinner Incredible è anche una serie tivù. Ora Giorgio Diana vive tra l’Egitto e Taiwan, dove c’è il suo ristorante, Casa Fontana by Giorgio Diana. Recentemente il 42enne è stato inserito nella 50 Top Italy come 31esimo chef italiano nel mondo.
E per quanto riguarda la Sardegna? Diana si sente legato, ma a livello lavorativo non gli manca: ha tante cose ancora da fare, tanti progetti da sviluppare. Tanti posti da visitare e arricchire con la sua cucina.
«Cosa consiglio a chi vuole diventare chef?» chiude Diana. «Se vuoi diventare uno chef, ti serve amore e passione. Non devi farlo per la fama, per i soldi. Solo se lo fai con amore e passione puoi arrivare a dei risultati.