DA GIUSEPPE DESSI’ A GRAZIA DELEDDA, A CACCIA DEI LUOGHI LETTERATI: L’ISOLA NEI ROMANZI ESCE DALLE PAGINE

“Io credo che la Sardegna vada raccontata tutta. Se avrò vita cercherò di raccontare i paesi, uno per uno, e tutte le persone, una per una. Non credo che avrò vita per fare questo, ma cercherò di farlo perché tutto merita di essere narrato”. Purtroppo quella di Sergio Atzeni era una profezia che si è tragicamente avverata: il suo proposito di raccontare tutti i centri dell’Isola si è infranto nelle acque di Carloforte, dove è annegato all’età di soli 42 anni. Lo scrittore cagliaritano – considerato il padre della “nuova ondata” della letteratura sarda – nella sua breve vita è riuscito a lasciare comunque pagine fondamentali, che hanno raccontato l’Isola con il respiro dell’epica – Passavamo sulla terra leggeri -, la Cagliari urbana e delle periferie – Il quinto passo è l’addio, Bellas Mariposas -, il Sulcis dei minatori – Il figlio di Bakunin – e molto altro. Nelle pagine dei romanzi sardi – di molti romanzi sardi – del resto l’Isola è protagonista. Sarà per il suo essere, appunto, isola – e gli abitanti isolani e psicologicamente e fisicamente “isolati”, almeno fino a un certo punto – che ha reso questa terra un luogo su cui i narratori si sono concentrati in modo quasi esclusivo, come se fosse davvero quel “continente” cui si riferiva Marcello Serra in un libro degli anni Cinquanta: con un senso limitato dello spazio e un attaccamento quasi materno che ha portato gli scrittori a indagare su un legame viscerale, che poteva essere anche problematico e carico di conflitti interiori. 

Dalla Nuoro di Grazia Deledda e Salvatore Satta fino alla Villacidro di Giuseppe Dessì, nei romanzi sardi si trovano paesaggi, spazi, odori e colori che possono essere cercati dai viaggiatori fuori dalle pagine. Del resto la letteratura è sempre stata una chiave d’accesso privilegiata ai luoghi che si vogliono visitare e conoscere. E il patrimonio di storie ambientate nell’Isola è ricchissimo. Una buona base di partenza per avvicinarsi al turismo letterario è quello di iniziare a respirare le opere di alcuni scrittori dalle case che hanno vissuto. La Casa museo di Giuseppe Dessì – autore di Paese d’ombre – è nel centro storico di Villacidro, il suo paese natale nel Medio Campidano. Si tratta di una abitazione signorile che risale al diciannovesimo secolo, con il portale di legno, il cortile e i loggiati. Lo scrittore rimase sempre legato a quella casa, e anche quando si stabilì a Roma vi faceva spesso ritorno e mantenne un piccolo appartamento che usava per i suoi soggiorni in paese. Il museo custodisce una biblioteca di oltre ventimila volumi, diversi manoscritti di Dessì, la sua macchina da scrivere e lo studio dove lavorava. Nel corso degli anni la Casa ha ospitato numerose manifestazioni culturali – in primis il Premio letterario intitolato a lui, il più prestigioso in Sardegna – e rappresenta una tappa imprescindibile per chiunque abbia voglia di farsi guidare dalla letteratura per scoprire l’Isola.

Come il Museo deleddiano a Nuoro dedicato all’unica scrittrice italiana vincitrice del Premio Nobel. La casa di Grazia è uno spazio culturale che si sviluppa su tre livelli, il cortile e il giardino. Ricostruisce l’ambiente sociale e culturale nuorese del primo Novecento, la vita familiare e culturale di Deledda tra il centro barbaricino e Roma, dove si trasferì. La cucina è ricostruita sulla base del romanzo autobiografico, Cosima, così come la dispensa. Ampio spazio è dedicato al Nobel e alla “scena” culturale nuorese, ribattezzata la Atene dei sardi. 

I romanzi tra cui scegliere per farsi guidare nella scoperta dell’Isola sono tantissimi. Per Cagliari – oltre al già citato Sergio Atzeni – forse val la pena approfondire quella “d’epoca” che si trova nel ciclo di romanzi di Giorgio Todde dedicati all’imbalsamatore-investigatore Efisio Marini in una Sardegna ottocentesca, o quelli di Francesco Abate dedicati alla giornalista Clara Simon in una Cagliari di primo Novecento. Sassari è la città d’elezione del magistrato-scrittore Salvatore Mannuzzu e la Barbagia del nuorese Marcello Fois. E poi ci sono tre “guide” letterarie all’Isola che meritano di essere lette. La prima è stata scritta per Einaudi da Michela Murgia, recentemente scomparsa. Si intitola Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede ed è uno dei primi lavori della scrittrice di Cabras. “Questa storia è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci percorsi alla ricerca di altrettanti luoghi, più uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è così la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate”, scriveva l’autrice de L’accabadora. In Sardegna non c’è il mare è invece un testo di Marcello Fois, uscito per Laterza dove lo scrittore nuorese affronta diversi temi – e in particolare l’animo barbaricino – riflettendo su luoghi, identità e narrazioni. Infine Nuraghe beach di Flavio Soriga, anche questo uscito per Laterza, una guida per capire l’Isola al di là dell’estate e del folklore: una Sardegna “normale”, contemporanea e anche pop, quella di tutti i giorni. 

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