L’ITINERANTE TOUR DI ‘SOGNARE COSTA CARO’, L’ULTIMO ROMANZO DI FRANCESCO COSSU

Francesco Pasella e Francesco Cossu

‘Sognare Costa Caro’, ultimo romanzo di Francesco Cossu, mi ha permesso di sfaldare, durante le presentazioni che ho avuto la fortuna di curare, quella mia avversione innata per il genere ‘giallo’, catapultandomi in un viaggio itinerante, in un caleidoscopio di volti, parole ed emozioni.

Dall’esordio in una ‘casa d’adozione’, come quella di Osilo, in cui la sinfonia è stata quasi perfetta, nutrita dal profondo legame che mi stringe ad alcuni amici-abitanti del borgo dei Malaspina, e toccando temi nevralgici quali i poteri che schiacciano l’uomo moderno e la capacità di trascenderli con la consapevolezza; per poi passare per Perfugas, accompagnato da una quadrata e schietta Elena Frau alle letture, e da un pubblico attento sul versante musicale e universale; sino alla gentilezza di Elisabetta, bibliotecaria a Usini, che ci ha accolti come persone di famiglia, e alla dolcezza-acuta di alcune signore presenti tra il pubblico, intramezzati dalle letture soavi e frizzanti di Roberta Calvia; per poi riprendere la via che si spinge ai limiti della ‘Valle dei Nuraghi’, in un paese che visitai già in passato in occasione dell’Ardia che vi si corre: Pozzomaggiore…in questo caso caratterizzante fu la determinata lettura di Maria Giovanna Deriu, gli attenti spettatori e bibliotecari, una poetica coppia di signori e l’ottima ‘regia da curatrice’, insieme all’incoraggiamento costante, di Ignazia Deiana.

Per poi toccare il culmine a Nuoro nella sede IBIS, con l’accoglienza ‘seria ma delicata’ di Lisetta Bidoni, il caldo abbraccio dell’amico Cristoforo Puddu e l’infiorescenza pittorica di Rosetta Murru, la forza sincera e irruente dell’attrice Patrizia Viglino, e la smania arguta di domande e giuste affermazioni della professoressa e scrittrice orunesa Maria Antonietta Mula, battagliera ma molto femminile; unita ad altri interventi civili ma molto potenti e corroboranti. Perciò direi che con grande coraggio Francesco Cossu ha trovato la quadra in questo suo navigare tra volti e ‘cantine’ del nuorese e di altri versanti dell’isola e della penisola, con lampi di meditazione, spezzoni, impegno e ilarità, musiche più analogiche che digitali, spunti che da Michael Stipe in poi, oltrepassano le architetture letterarie e gli spuri cadaveri, utilizzati quasi come ‘Cavalli di Troia’, per affermare se stessi nel noi, allargando e coinvolgendo così una piccola vasta platea con temi quotidiani e scottanti, poetici ed esistenziali, attuali e ancestrali…in fondo come le stesse variabili della vita, infinite; e si spera, come in un ‘giorno perfetto’ possa accadere, permeare noi stessi, della stessa infinita sostanza.

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2 commenti

  1. Salvatore Pintus

    Grazie per l’informazione.

  2. Lisetta Bidoni

    Un incontro molto partecipato, tante riflessioni e considerazioni che hanno stimolato un ricco e articolato confronto.

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