di ANNALISA ATZORI
Sabato 16 marzo alla Sebastiano Satta è tornato l’evento che, dal 2017, vede protagonisti i cani da allerta diabete. L’incontro è frutto di una collaborazione rinsaldata negli anni tra Sebastiano Satta, Gruppo Cinofilo Verona (che al Forte Chievo organizza un percorso formativo per futuri istruttori cinofili) e naturalmente Progetto Serena.
Cani da allerta diabete e non solo. Roberto Zampieri di Progetto Serena si dichiara sardo di adozione, perché trascorre più tempo in Sardegna che nel suo paese di residenza ufficiale, in provincia di Verona.
Prima di entrare nel vivo dell’argomento allerta diabete, Zampieri parla del suo progetto che è diventato realtà grazie al finanziamento della Comunità Europea: prevenire e combattere il ritorno della peste suina nell’isola sarda. Purtroppo, in Sardegna arriva carne suina dall’est Europa, non controllata e potenzialmente infetta, tramite camion che sbarcano nei porti del nord Sardegna. I “maialetti non sardi” sono poi spacciati come originari dell’isola: 40 anni di embargo nell’esportazione di carne suina sarda rischiano di essere serviti a nulla, se si permette il ritorno da fuori del virus. I cinghiali che abbondano in Sardegna frugano nei cassonetti dell’immondizia in cerca di cibo: carne infetta mangiata dai cinghiali = diffusione del virus rapidissima!
Progetto Serena ha presentato il suo progetto/protocollo a Bruxelles, la Comunità Europea lo ha approvato e finanziato: i cani opportunamente addestrati segnalano la presenza di carne suina nei camion sospettati di trasportarla. Dopo la segnalazione del cane, la Guardia di Finanza provvede a ispezionare il mezzo. E trova sempre qualcosa che non dovrebbe esserci. Il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria fa le sue verifiche e conferma o meno la presenza del virus. Con i 90.000 euro che sono arrivati da Bruxelles è stato possibile acquistare un mezzo per trasportare i cani addestrati dove è richiesto il loro servizio e pagare i conduttori cinofili che a questo punto hanno un vero e proprio lavoro da svolgere.
Il 30 novembre 2023 alla Camera dei Deputati (Palazzo Montecitorio – Roma) Roberto Zampieri e Progetto Serena sono stati insigniti di un premio speciale: sono tra le “100 eccellenze italiane”. Un grande onore poterli avere alla Sebastiano Satta, ne hanno fatta di strada dalla fondazione, nel 2013.
Zampieri ha poi presentato Massimo e il suo cane Cesare, un bel bovaro del bernese di circa 4 anni. Massimo ha frequentato il corso istruttori cinofili con il Gruppo Cinofilo Verona nel 2023 e proprio in occasione dell’incontro alla Sebastiano Satta, circa un anno fa, ha potuto conoscere la realtà dei cani da allerta diabete. Lui, che con il diabete convive da molti anni, ha voluto dare una svolta alla sua vita e preparare il suo Cesare come cane allerta: Cesare sarà diplomato ufficialmente tra circa un mese, Massimo sta già operando come istruttore in affiancamento: prepara il Golden Retriever di un ragazzo diabetico poco più che ventenne. Il percorso di Massimo non è stato semplice, quando si convive con una malattia che non è curabile gli alti e i bassi sono purtroppo un’amara realtà. Eppure, con tenacia e determinazione, grazie anche all’appoggio di sua moglie e del suo fantastico cane, Massimo è arrivato a grandi risultati.
Il protocollo per preparare i cani da allerta diabete è stato preparato confrontandosi giorno per giorno con chi ha creduto nel progetto dall’inizio: il Prof. Enzo Bonora (Prof. Ordinario di Endocrinologia presso l’Università di Verona e Direttore della Scuola di Specializzazione in Endocrinologia e Malattie del Metabolismo dell’Università di Verona).
Gli strumenti che servono per addestrare i cani da allerta diabete sono molto semplici: 1 barattolino di plastica e 1 garza masticata dalla persona nel momento in cui il suo diabete è a 70-80. La parte complicata e unica, ogni volta, è quella che riguarda il lavoro fatto dagli istruttori nella casa del diabetico, con il malato e con la sua famiglia, entrando negli spazi privati, diventando presenza costante anche dopo che il cane diventa operativo, mantenendo sempre il contatto con la famiglia con cane allerta tramite chat ecc. Un lavoro che dura nel tempo. Sono 200 i cani di Progetto Serena, tra operativi e in preparazione. Ogni cane che si “diploma” come allerta diabete entra nella ricerca condotta dal comitato etico. Il cane è diventato un “caregiver a 4 zampe”. Non sostituisce la medicina, né gli strumenti di rilevazione dei picchi glicemici. Però vivere con un cane aiuta, migliora la qualità della vita. Zampieri spiega che, grazie ad un incontro con il Ministero della Salute e con Confindustria quest’ultima ha finanziato l’addestramento di un cane a Roma. Confindustria sarebbe disponibile a finanziare in tutta Italia il progetto, purché i cani siano recuperati dal canile: nuova vita per i cani e nuova vita per le persone che aiuteranno.
Il protocollo di Roberto Zampieri è modulabile sulle varie patologie: oltre al diabete, i cani di Progetto Serena possono rilevare tumore al seno, morbo di Parkinson, sindrome di Tourette, possono essere impiegati come supporto di chi è affetto da disturbi dello spettro autistico. Attualmente, i cani sono ad un 95% di segnalazioni corrette nella rilevazione del tumore da amianto, il mesotelioma maligno.
Zampieri ha operato per tantissimi anni come cinofilo nella Protezione Civile, per poi conoscere la realtà dei cani medicali e da Terapia Assistita. Infine, tra il 2012 e il 2014, ha visto la luce Progetto Serena. Dedicato a Serena Zampieri, figlia di Roberto, venuta a mancare prematuramente.
Il sistema olfattivo dei cani da allerta diabete è lo strumento che permette di operare, ma ciò che importa maggiormente è la relazione tra cane e malato. Il cane rileva i picchi glicemici perché capisce che il suo compito è quello di proteggere il suo umano, di aiutarlo e chiamare altri se il malato non dovesse rispondere. Cesare di Massimo si sta allenando proprio in questa triangolazione: se Massimo dovesse essere completamente ko, Cesare andrebbe a chiamare la moglie di Massimo! Il cane da allerta diabete annusa le cellule alterate dalla crisi iper o ipo glicemica e segnala, ogni cane alla sua maniera. Lavorando con il cane e creando una forte relazione, si impara a conoscere anche la segnalazione del cane (zampata, abbaio, altri suoni ecc).
Vivere con un cane da allerta diabete, per il malato e per la sua famiglia, significa avere un aiuto soprattutto nella fase del sonno, avere meno paura delle crisi significa dormire meglio. Riposare di più, avere meno ansia. Cose da non sottovalutare per chi convive con la patologia.
Il percorso di addestramento di un cane da allerta diabete dura circa due anni, ma le prime segnalazioni arrivano già dopo poco tempo, un paio di mesi forse. Gli istruttori lavorano in incontri settimanali di un’ora, un’ora e mezza al massimo. Il resto del lavoro lo fanno cane e padrone diabetico, tramite esercizi/giochi quotidiani. Il tutto ricordando sempre il benessere del cane, che non deve mai essere sotto stress.
Grazie Roberto Zampieri e Progetto Serena per il vostro grandissimo e importantissimo lavoro! Alla prossima, qui dai sardi ormai siete a casa vostra!