con ANTONIO MANNU
Galata Museo del Mare
Galleria delle Esposizioni, II Piano 23 marzo – 28 aprile 2024
Inaugurazione ad ingresso libero e gratuito venerdì 22 marzo, ore 17.00
Inaugura venerdì 22 marzo alle 17.00 la mostra fotografica di Antonio Mannu “Migrazioni
– i sardi nel mondo Tràmudas – sos sardos in su mundu”, organizzata dal Galata Museo del Mare e promossa dalla Fondazione Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana MEI – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, in collaborazione il Mu.MA Istituzione dei musei del mare e delle migrazioni. L’esposizione fa parte dell’iniziativa “Progetto Migrazioni – La Trasmissione del Senso” di Ogros-fotografi associati sostenuta dalla Fondazione di Sardegna.
Costituita da 66 immagini a colori stampate nel formato 30×45, presentate con passe partout nero e cornice in alluminio di formato 50×60 cm, la mostra presenta una sintesi del lavoro di documentazione realizzato, in oltre sei anni, dal fotografo Antonio Mannu nell’ambito di una ricerca sulla migrazione sarda contemporanea (progetto “Migrazioni – in viaggio verso i migranti di Sardegna”). L’iniziativa è nata da una riflessione sulla centralità e influenza della migrazione nei confronti degli aspetti sociali, culturali ed economici dell’isola e dalla constatazione che, pur con modalità diverse da quelle del passato, i flussi migratori sono tuttora rilevanti, parte costitutiva della storia della Sardegna. Obiettivo della ricerca, alla quale hanno partecipato anche Andrea Deiana, Tao Mannu, Luis Murrighile e Paola Placido, è la costruzione di un archivio di documentazione sull’esperienza migratoria di chi ha lasciato l’isola, nel tentativo di comprendere come cambia il rapporto con la terra d’origine e in quale modo il senso d’identità e appartenenza si esprime e si trasforma nelle diverse parti del mondo.
Le fotografie in mostra – raccontano storie e mestieri di persone nate in Sardegna o con origini nell’isola che, per lungo tempo o periodi più brevi, hanno vissuto in paesi diversi dall’Italia: una serie di immagini ambientate e ritratti eseguiti accompagnando i soggetti nella loro quotidianità. Una sorta di indagine sociale composta da micro storie visive, realizzata in contesti eterogenei, in paesi distanti nella geografia, nella storia, nella cultura, nel tessuto economico e sociale.
La mostra sarà visitabile fino al 28 aprile 2024 con il biglietto d’ingresso del Museo.
Orari Galata Museo del Mare: lunedì – domenica ore 10.00 – 19.00 (ultimo ingresso ore 18.00)
Antonio Mannu è nato a Sassari, dove vive e lavora. In collaborazione con il prof. Paolo Chiozzi, già docente di Antropologia Visuale a Firenze, ha realizzato un lavoro di sistematica rilevazione fotografica della Kumbh Mela, il più importante evento socio culturale dell’induismo; tra il 2002 e il 2003 è stato più volte in Iraq, realizzando un lavoro sulla città di Bagdad. Dal 2009 ha lavorato alla realizzazione del progetto Migrazioni – in viaggio verso i migranti di Sardegna; nel 2011 l’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro ha acquisito due suoi lavori fotografici, I mestieri della migrazione e Del Nord Ovest, entrati a fare parte di un Corpus fotografico di alta qualità artistica e documentaria; ha esposto i suoi lavori in numerose mostre, in Sardegna, in Italia e all’estero. Ha tenuto corsi didattici e conferenze per centri culturali, istituti universitari, corsi di formazione e strutture pubbliche.
“Migrazioni – i sardi nel mondo Tràmudas – sos sardos in su mundu” mostra fotografica
La memoria implica un atto di redenzione. Ciò che viene ricordato è stato salvato dall’annullamento. Ciò che viene dimenticato è stato abbandonato. John Berger Sul Guardare – Usi della Fotografia
Quando si crea una relazione tra il dove e l’altrove si pone il problema della soglia, che divide e unisce la propria casa e il mondo. Emigrare è l’esperienza di inventarsi la vita. Scelta o costrizione, nasconde sempre il timore e il desiderio di una scommessa con l’avvenire. I sardi sentono un attaccamento intenso alla propria terra: essere isola suscita un sentimento di orfanità, e un desiderio di un ricongiungimento. Vivere altrove portandosi dentro il peso dell’ombra che, a momenti, la memoria illumina in squarci di luce; compito, questo, della fotografia e della parola. Bachisio Bandinu
La mostra fotografica “Migrazioni – i sardi nel mondo Tràmudas – sos sardos in su mundu” nasce da un lavoro di documentazione realizzato dal fotografo Antonio Mannu nell’ambito del progetto “Migrazioni – in viaggio verso i migranti di Sardegna”, una ricerca sulla migrazione sarda contemporanea realizzata dall’Associazione Ogros – fotografi associati. Un’iniziativa nata da una riflessione sulla centralità e influenza della migrazione nei confronti degli aspetti sociali, culturali ed economici dell’isola, dalla constatazione che, pur con modalità diverse da quelle del passato, i flussi migratori sono tuttora rilevanti, parte costitutiva della storia della Sardegna. Le migrazioni muovono ed estendono le conoscenze, sono alla base degli scambi tra civiltà, permettono la costruzione di nuove relazioni, sono fonte di arricchimento, sia sul piano personale che per la nuova comunità di riferimento. Le esperienze di condivisione, culturali, sociali e professionali, stabilite nei territori di approdo, così come le dinamiche che si innescano al ritorno nel paese d’origine, o nei temporanei ritorni, diventano elemento di cambiamento, condizionando di conseguenza anche il territorio di provenienza. Obiettivo e intenzione della ricerca la costruzione di un archivio di documentazione, dando vita a una memoria condivisa sull’esperienza migratoria, per conoscere, attraverso immagini e racconti, le esperienze di chi ha lasciato l’isola, dando voce, in prima persona, ai suoi protagonisti. Nel tentativo di comprendere come è mutato il rapporto con la terra d’origine, e indagando insieme il senso d’identità, se percepito, il modo in cui questo si esprime e si trasforma nei luoghi del mondo, come cambia, evolve o si annulla il sentimento di appartenenza; descrivendo il mondo contemporaneo, e la Sardegna di oggi, attraverso il filtro delle testimonianze dirette e delle vicende dei sardi nel mondo. Nell’arco di oltre sei anni di lavoro, sono state raccolte le testimonianze di più di 170 persone, incontrate in 21 paesi di 4 diversi continenti. Alla ricerca hanno partecipato Andrea Deiana, Antonio Mannu, Tao Mannu, Luis Murrighile e Paola Placido.
Il lavoro fotografico che compone la mostra racconta storie e mestieri di persone nate in Sardegna, o con origini nell’isola che, per lungo tempo o periodi più brevi, hanno vissuto in paesi diversi dall’Italia: una serie di immagini ambientate, ritratti concepiti senza alcuna sceneggiatura, eseguiti accompagnando i soggetti nella loro quotidianità: una sorta di indagine sociale composta da micro storie visive. Un lavoro lento, spontaneo e istintivo, che si pone nell’ottica del rispetto per i soggetti dell’attenzione fotografica, evitando gli eccessi autoriali, la costruzione a priori di uno schema, la manipolazione strumentale e spersonalizzante, rifuggendo dalle incursioni rapide in territori spesso delicati. È stato prodotto in situazioni e contesti eterogenei, in paesi distanti nella geografia, nella storia, nella cultura, nel tessuto economico e sociale.
Letizia Battaglia, illustre fotografa palermitana, ha scritto in proposito: “Ho guardato con attenzione le fotografie realizzate da Antonio Mannu per il suo progetto sulla migrazione sarda, un lavoro eseguito in diversi anni e in svariati paesi. Lo ritengo molto interessante e utile, anche per la riflessione a cui ci porta l’evidenziare che, lasciare la propria terra di origine, è uno dei temi più drammatici di questi anni. Spero che queste fotografie, così contemporanee, possano essere godute da un pubblico vasto.” La spagnola Cristina Garcia Rodero, membro permanente dell’Agenzia Magnum, a sua volta scrive: “Conosco Antonio Mannu dal 2001, l’ho visto lavorare e so del suo impegno, della sua vocazione e dedizione. Il suo progetto sull’emigrazione sarda è un lavoro a cui ha dedicato molto tempo, è parte della sua vita. Fatto con amore, con creatività e valentia, è un lavoro difficile, sia sotto l’aspetto documentale che concettualmente, guidato dall’intento di creare, con ogni fotografia, immagini uniche e rivelatrici. Con uno sguardo umano, sincero e sensibile, dona ai protagonisti una grande dignità e forza.”
La mostra è attualmente costituita da 66 immagini a colori, stampate nel formato 30×45, presentate con passe partout nero e cornice in alluminio di formato 50×60. L’esposizione fotografica fa parte del “Progetto Migrazioni – La Trasmissione del Senso”, un’iniziativa di Ogros-fotografi associati sostenuta dalla Fondazione di Sardegna.
Grazie Tottus in Pari. Sempre attento e presente!