L’INTERVENTO DI ALESSANDRA TODDE, ALLORA NELLA VESTE DI VICE MINISTRO ALLO SVILUPPO ECONOMICO, AL SETTIMO CONGRESSO DELLA F.A.S.I. (FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI SARDE IN ITALIA), ASSAGO (MILANO), 11 DICEMBRE 2021

Per chi non lo avesse letto nella pubblicazione, da me curata, che raccoglie gli Atti del settimo Congresso della F.A.S.I. “Su Nou e su Connotu. La forza del nuovo e il valore dell’esperienza per orientarsi nel domani”, tenuto ad Assago (Milano) nei giorni 10-12 dicembre 2021, propongo la trascrizione dell’intervento “a braccio” pronunciato da Alessandra Todde (eletta, il 25 febbraio 2024, neo-Presidente della Regione Sardegna), che allora era Vice Ministro allo Sviluppo economico.

Io sono molto emozionata di essere qua oggi, voglio ovviamente ringraziare Serafina Mascia e l’organizzazione che mi hanno permesso di essere qui, di intervenire, di potervi salutare, di poter condividere con voi esperienze e anche propositi e anche visione e progetti. Sono emozionata perché qua mi riconosco tra i molti migranti. Anche io sono venuta via dalla Sardegna a 17 anni, ho vissuto in otto Paesi diversi, sono stata fuori 35 anni, ho avuto occasione di rientrare in Sardegna per motivi professionali.

La politica è arrivata dopo, tre anni fa. I 35 anni fuori mi hanno portato una vita di esperienza professionale, una vita di conoscenza, di cultura, di modi di lavorare, di modi di fare le cose che sono completamente diversi da quelli che poi ho ritrovato rientrando a casa.

Non voglio dire con questo che siano migliori o peggiori, semplicemente voglio dire che sono diversi.  Io penso che sia importante in questo momento, anche rispetto all’esperienza come Vice Ministro per lo sviluppo economico e considerando due anni di esperienza al governo, poter appunto parlare, condividere un’idea di sviluppo e di futuro relativo alla Sardegna. 

Non mi sono chiesta che cosa la Sardegna potesse fare per me, mi sono chiesta cosa io potessi fare per la Sardegna e che tipo di contributo, anche intervenendo in questo contesto, noi possiamo portare alla Sardegna.

Una delle cose di cui mi sono resa conto è che la finanza è l’ultimo dei problemi e lo dico adesso con ancora maggiore forza in relazione a quello che è questo progetto di ripartenza, chiamiamolo post- pandemia, anche se sappiamo che le emergenze sono ancora alte e che la pandemia non è ancora terminata.

Perché dico che la finanza è un problema secondario?  Perché è importante avere una visione ed avere dei buoni progetti? Di cosa ha bisogno la Sardegna adesso? La Sardegna ha bisogno di infrastrutture e ha bisogno di essere collegata rispetto al resto dell’Italia, rispetto al resto del mondo. Io, vivendo a Roma, sperimento tutte le settimane la difficoltà di rientrare in Sardegna specialmente nel periodo natalizio e nei periodi estivi, non è semplicemente un qualcosa legato alle persone, qualcosa legato alle merci e quindi questo mi fa pensare alla competitività.  Chi fa impresa da noi deve essere competitivo, deve essere capace di potersi confrontare rispetto a ciò che cresce fuori dalla Sardegna e, per far questo, ha bisogno ovviamente di vedere quelle che sono le voci principali del proprio conto economico e compararle rispetto a chi intraprende fuori dell’isola.  Voglio dire che spesso il fatto di vedere delle disparità da questo punto di vista porta a essere scoraggiati.

Un altro tema importante di cui mi sto occupando è il tema del digitale, la tecnologia è una grandissima forza democratica.

Uno dei temi fondamentali che voglio portare alla vostra attenzione è quello dello spopolamento di cui sicuramente avete sentito parlare spesso.  Lo spopolamento è un effetto, non è una causa; la causa è legata alla mancanza di economia del territorio, è legata alla mancanza di servizi, è legata alla mancanza di elementi di base che consentono la qualità della vita delle persone.

Quindi, bisogna lavorare in questo senso, soprattutto all’interno della Sardegna. Io sono orgogliosamente nuorese, il mio territorio in assoluto è forse quello più penalizzato insieme a quello dell’Ogliastra per quanto riguarda l’isolamento e lo spopolamento. Quindi in che modo poter intervenire su questi che sono temi portanti per il rilancio, per un progetto e per una nuova visione per l’isola? Puntando su due elementi che io ritengo primari: i giovani e le donne.  Non perché il resto non sia importante ma perché i giovani sono il nostro motore del futuro e bisogna partire dalle fondamenta. Nelle scorse settimane ho scoperto questo mondo degli istituti tecnici superiori in Sardegna che si occupano di progetti assolutamente attuali come per esempio l’efficienza energetica, progetti che, se opportunamente sostenuti, possono sicuramente creare moltissime opportunità ma, proprio per il tipo di storia che ho, non penso che sia intelligente demonizzare chi va fuori per fare esperienza e,  vivaddio, lo fa!  Ma è importante dargli la possibilità di avere uno scambio, cioè bisogna andare fuori per scelta non bisogna andare fuori per necessità e quindi bisogna avere la possibilità di fare esperienze, di crescere anche professionalmente in contesti che sono molto più avanzati, che danno molte più opportunità rispetto a quelle che si possono avere in Sardegna. Bisogna avere un continuo scambio di intelligenze che vanno, vengono, contaminano, propongono, nuovi modi di fare le cose.  Senza questo la Sardegna diventa autoreferenziale, ciò che noi dobbiamo assolutamente evitare.

Un altro punto che voglio condividere con voi riguarda le donne.  Al Ministero dello sviluppo economico,  tra le tante cose a  cui ho lavorato, vi  è un fondo per l’imprenditoria femminile che sarà presentato  nelle prossime settimane: voglio che  la Sardegna sia uno  dei territori in cui questo fondo possa essere speso perché  le donne sono motore dell’economia sarda,  sono  (ho sentito prima la parola resilienza ) effettivamente anche custodi di impresa,  sono custodi di saper fare, sono custodi di tradizioni e tutto questo può essere,  con giusta iniezione di fiducia,  anche portato ad essere impresa, ad essere trasportato nel  futuro.

Non voglio annoiarvi con progetti di ripartenza,  avete sentito parlare di una sigla spaventosa come PNRR,  ecco, al di là delle sigle, al di là delle parole vuote,  penso che questi progetti di ripartenza debbano essere un’occasione per fare in modo che noi ci dotiamo di quello che riteniamo primario,  importante per essere finalmente trasportati in un contesto di modernità,  in un contesto di abbattimento dell’isolamento,  in un contesto di isola che però è orgogliosa di essere isola,  vuole essere isola perché serve per difendere la propria unicità ma allo stesso tempo vuole essere collegata e ben ancorata con il resto del mondo.

Detto questo, io al Ministero dello sviluppo economico vi posso dire che sono a disposizione della F.A.S.I., delle associazioni per capire insieme anche come stabilire questi ponti, come stabilire questo collegamento per poter portare competenze, progetti, intelligenze, che voi avete. 

Voi avete ricordato che siete in tutta Italia, siete in tutto il mondo e penso che quest’àncora, amplificata con le potenzialità che ci possano essere a livello istituzionale, possa essere anche un’occasione per fare una cosa che noi non siamo capaci di fare bene, cioè massa critica. Quindi cerchiamo di fare le cose con la giusta cassa di risonanza, con la giusta forza e con il giusto sostegno. 

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Un commento

  1. W la SARDEGNA.ISOLA MERAVIGLIOSA

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