Angelo Curreli
di LUCIANO PIRAS
«La continuità territoriale è un fronte sempre caldo, l’obiettivo è poter viaggiare alle stesse condizioni di chi vive nella penisola, che si può spostare da una regione all’altra senza soluzione di continuità». Angelo Curreli insiste su un cavallo di battaglia della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia. Lodeino classe 1959, storico presidente del Circolo dei sardi di Trieste, dove vive da metà anni Settanta, Curreli ha appena archiviato con successo la cerimonia solenne di conferimento della cittadinanza onoraria del capoluogo del Friuli Venezia Giulia alla Brigata Sassari. Un evento storico, una soddisfazione sconfinata. Che si aggiunge anche al recente riconoscimento ufficiale da parte della Regione Sardegna dei circoli di Trieste, Gorizia, Tolmezzo e Pordenone.
Coordinatore della Fasi per i 18 circoli dei sardi del nord-est italiano, Emilia Romagna, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, nonché componente dell’esecutivo nazionale Fasi, Curreli è un pilastro del mondo dell’emigrazione. Da Lodè manca da una vita, ma con Lodè ha sempre tenuto un rapporto costante e particolarmente stretto.
Autore nel 2018 del saggio storico “Dalla Sardegna al Carso. I caduti della Prima Guerra Mondiale ritornano a Lodè”, Curreli ha appena ceduto la guida del Circolo di Trieste a Silvio Quarantotto. Da presidente onorario, e soprattutto da coordinatore Fasi, Angelo Curreli è comunque sempre impegnato sui vari fronti che riguardano la Sardegna. Abituato a rimboccarsi le maniche, spinge il pedale sulla promozione dei prodotti sardi («ci aiuta per far crescere l’agroalimentare attraverso la piattaforma Sarda Tellus»), sulla bigliettazione da e verso l’isola («con Eurotarget e i circoli portiamo ogni anno in Sardegna decine di migliaia di persone»), sulla solidarietà («non è mai stata trascurata, e quando la nostra gente ha bisogno, noi siamo presenti» sottolinea), e sull’identità sarda (« quella delle nostre radici, negli anni si è dimostrata un valore aggiunto per noi sardi»).
«A breve ci saranno le elezioni in Sardegna, e noi siamo spettatori attenti – racconta al telefono da Trieste –. Non tifiamo, speriamo che vinca chi ha più idee, competenza e capacità di amministrare bene. Naturalmente a chiunque vinca, noi dobbiamo dare una mano per il bene e l’interesse comune» aggiunge Curreli.
«Poi quando la politica sarda lavora con serietà, dobbiamo anche riconoscere l’impegno di chi ha a cuore lo sviluppo della nostra isola. Negli ultimi periodi devo ammettere che molti politici hanno lavorato con serietà e con attenzione percependo le esigenze del nostro mondo che poi sono le stesse esigenze che ha la nostra terra». «Anche sulle nuove rotte aeree si sta facendo un gran bel lavoro, in quanto un collegamento aereo avvicinerebbe notevolmente la Sardegna a questi territori del nord-est. Pur essendo in Italia, le distanze dalla nostra isola a volte sono più grandi rispetto a molti paesi esteri, tipo la Svizzera. Noi non facciamo politica intesa come appartenenza ad un partito politico, noi la politica la inten diamo come passione, volontariato, terzo settore. Politica è quella che ha a cuore la Sardegna i suoi interessi economici, culturali e turistici».
«Non siamo più un mondo che scappa dalla Sardegna ma un mondo che ritorna alle sue radici per dare una mano» sintetizza Curreli. «Molti di noi – spiega – sono completamente integrati nei luoghi in cui sono approdati, dove siamo stati accolti come persone laboriose, capaci, in grado di dare un valore aggiunto ai territori di residenza. Ci siamo chiesti spesso, però: perché non farlo anche per la nostra isola? Eccoci, noi ci siamo. Noi lo stiamo già facendo». Da ambasciatori veri della Sardegna.
Tottu ene anghelu
Arritirari’