Flavia Taccori
di CARMEN SALIS
Flavia Taccori ritorna in libreria con un libro che racconta l’amore: quello vero che non ti aspetti e che ti viene a cercare, Speculari Inversi – Edizoni Amicolibro.
Flavia, un libro che è danza, musica, ma anche verità. Un libro che è nato quasi senza che me ne accorgessi. Non voglio dire che “si è scritto da solo”, ma posso dire che nella mia mente si è formato durante le presentazioni di Trabiccolandia. Speculari Inversi è il racconto di un’incontro che poteva avere una cornice completamente differente, un parco colorato da alberi e fiori o un locale chiassoso, e invece nelle pagine troviamo elementi come profumo di disinfettante a coprire odori inevitabili, e suono di carrellini dalle ruote oliate nel lontano primo dopoguerra e poi mai più, fino ad arrivare al 2010 inoltrato. Elementi a cui non solo si fa l’abitudine ma che diventano col tempo suoni familiari. Confortanti. Condizione necessaria non solo per riuscire a rimanere viva e lucida dentro un corpo che non risponde come si vorrebbe, ma per avere la voglia di cogliere anche il più microscopico motivo per sorridere.
Che cosa ti spinge a condividere parti della tua vita, importanti, con i lettori? Sono tante le cose. La curiosità stessa dei lettori mi ha spinto a scrivere questo secondo libro. Speculari Inversi potrebbe sembrare il primo libro, l’inizio. Invece io ho una duplice “visione”, lo vedo a tratti come un completamento di Trabiccolandia e a tratti come invece completamente staccato, un libro a sé. I due protagonisti si intervallano con altri quattro personaggi che poi vengono ritenuti i responsabili dell’inusuale incontro. Scrivo di me, anzi racconto di me, perché non è stato uno scherzo essere riuscita a arrivare ad oggi così come sono, tanta è stata la fatica ma ancora di più è stata la voglia di mettermi in gioco e di capire i miei limiti. Scrivo di me, racconto un pezzo della mia vita perché un evento così deve necessariamente essere ben metabolizzato. Un evento così cambia un carattere. Un evento così cambia la vita. E sicuramente cambia la percezione di sé nel mondo. Ti fa entrare in un’altra dimensione di sé. Più consapevole, forse più spavalda e con dei limiti importanti che hanno bisogno di essere elaborati e metabolizzati soprattutto per non provare paura.
L’incontro e il viaggio con la poesia ti hanno portata in luoghi nuovi e in cuori diversi L’incontro con la poesia mi ha portato “liberazione” e “conoscenza”. Liberazione perché ho “scarcerato” tante sensazioni che per castità emotiva tenevo gelosamente per me. Conoscenza perché scrivendo di queste emozioni ho preso familiarità con una frazione di me che ignoravo. Una frazione fragile che necessita protezione. Una protezione che arriva anche dall’esterno quando mi viene detto in maniera timida che Speculari Inversi sta sul comodino accanto a Trabiccolandia e che ogni tanto vengono ripresi in mano per essere ri-letti. Ecco io questo non me lo aspettavo e mi fa veramente tanto piacere, perché vuole dire che le mie parole albergano in luoghi sicuri anche a milioni di centimetri di lontananza dalla penna da cui sono uscite.
Nei tuoi libri la forza dominante è la gratitudine, anche quando la vita non sembra meritarselo. Sì, sono profondamente grata alla vita. Credo che noi tutti siamo il risultato delle nostre azioni e forse cadrò nel banale ma è vera la citazione che “il bene porta il bene” così come “la voglia di vivere porta la voglia di vivere”. Non credo che ci sia un momento in cui abbia pensato che la vita potesse non meritarsi la mia gratitudine o che la vita stessa sia stata ingrata con me. Dipende tutto da come prendi le cose. E con questo non mi interpreto come una persona che subisce passivamente. Tutt’altro. Credo di essere una persona che se trova l’ostacolo nel suo cammino, cerca il modo di aggirarlo se proprio non può evitarlo ma senza rimanere troppo tempo a rimuginarci sopra, perché il tempo è prezioso e occorre andare oltre. Anche, anzi soprattutto, oltre gli ostacoli. È forte per me il bisogno di non fermarmi.
Che bello Flavia❤ COMPLIMENTI… 🌹🥰❤