immagini di Andrea Zonca
di ANNALISA ATZORI
Il 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate in tantissimi paesi della Sardegna e non solo. Si tratta di un rito antico, che consiste nell’accensione di un falò la sera della vigilia, il 16 gennaio. Sant’Antonio protegge tutti coloro che lavorano col fuoco e gli animali domestici, è patrono di panettieri e dei pizzaioli, salumieri, macellai, contadini e allevatori. Simbolicamente il falò ha lo scopo di riscaldare la terra e di prepararla al ritorno della primavera. Segna l’inizio del Carnevale. Nella leggenda, Sant’Antonio rubò il fuoco direttamente dagli Inferi, per farne dono agli uomini della terra e proteggerli dal freddo.
Dall’idea di un socio della Sebastiano Satta, Pietro Marras, si è deciso di fare anche a Verona il falò per Sant’Antonio. L’intento è quello di riscoprire il valore degli usi e delle tradizioni sacre della nostra Isola trasferendoli nella comunità veronese. Combinazione, la sede dell’associazione dei sardi di Verona si trova a Chievo (frazione della città scaligera) dove la parrocchia è dedicata proprio a Sant’Antonio Abate! Quale migliore occasione per creare ancora volta un legame tra i sardi a Verona e il territorio dove l’associazione ha messo radici da quasi 40 anni. E’ stato quindi allestito, nel cortile della Sebastiano Satta, un bel falò, rigorosamente controllato e sicuro. Il parroco di Chievo è stato chiamato a benedire il pane (e le olive, la salsiccia, il formaggio…) e il fuoco.
Alle ore 18,00 in punto è stato acceso il falò, legno di pino profumatissimo, che crepitando ha riscaldato tutti i presenti, parecchi davvero. Sardi e veronesi. Giovani e anziani. Tanti bambini, figli e nipoti dei sardi di Verona, che avranno qualcosa di particolare da raccontare agli amichetti di scuola. Una bella serata, semplice, genuina, di quelle che restano nei ricordi e che si ha voglia di ripetere.
Dopo la benedizione del fuoco e del pane, per completare il rituale, i presenti hanno fatto tre giri intorno al fuoco in senso orario e tre giri in senso anti orario.
Con la speranza che il falò di Sant’Antonio continui a riscaldare e ad illuminare le sere di metà gennaio negli anni a venire.