di CRISTOFORO PUDDU
I contados in limba, concretizzati spesso da orale in tradizione scritta, hanno rappresentato storie de bighinados e di comunità. Narrazioni funzionali per far emergere valori, relazioni e forti legami di appartenenza in uno spazio “costruito” attraverso considerazioni e riflessioni formative sull’eredità di vita e di identità.
I contos, quasi come saggi-tracce dal taglio antropologico sul vissuto di una dimensione comunitaria e storia dei luoghi, hanno rappresentato un’idealità di legami familiari, di luogo e di rapporti amicali all’interno di un’economia agro-pastorale e artigiana; i scenari narrativi (fatti, personaggi e riflessioni) erano patrimonio di socialità e di saperi collettivi e comunitari. E particolarissimo libro di esilaranti contos, ricevuto recentemente in dono, è Zente Nugoresa – Birtudes e bìssios, brullas e issolòrios di ziu Mimiu Canu (Nuoro 14 luglio 1923- 26 marzo 2011).
La pubblicazione di Mimiu Canu – voluta dal figlio Antonio, nipoti e familiari per omaggiarne la memoria nel centenario dalla nascita – raccoglie in modo antologico e riprende i testi stampati nel 2001 da Centrocopia. Ora, riuniti in un volume unico, con revisione linguistica del testo in limba operata dal vocabolarista nuorese Paolo Francesco Berria e allegato libro con la traduzione in italiano a cura di Giovanni Maria Ganga, rappresenta la straordinarietà di una scrittura affabulatoria e l’eccezionale fantasioso creatore di brullas, costruite con l’abilità popolare e ricchezza del patrimonio de su limbazu nugoresu. Racconti descrittivi di vita, abitudini, usanze ed incredibili personaggi d’ambiente nuorese, artefici di spassose situazioni impossibili e al limite… per stimolare un sorriso e una riflessione.
Scritti che denotano anche il senso e l’attenzione amorevole verso sa limba, adoperata con rara competenza ed armonia. Come avevo potuto notare per i racconti di mastru Frantzischinu Satta, per la stesura della prefazione, anche per ziu Mimiu e i suoi contos mi parent isculpidos e inzendrados cun su coro de omine nuoresu, balente e sabiu, e mescamente amantiosu de su limbazu connotu chi – sa zente sua e isse matessi – at sempre contivizadu e manizadu. Narrazioni di memoria collettiva, divertenti e dal genuino spirito beffulanu impreziosito dalle doti umane e di scrittura immediatamente comunicativa.
Ziu Mimiu, dopo una “fulminante” e assai breve esperienza di insegnante elementare a Tanaunella, si dedica professionalmente e con successo ad attività commerciali, di rappresentanza ed immobiliari. A seguito di un grave lutto familiare si avvicina al coltivo della scrittura in limba e all’arte pittorica che il 1998 concretizza con una memorabile mostra: il ricavato è donato all’Associazione Sclerosi Multipla di Nuoro. Anche l’attuale pubblicazione ha un seguito di generosità e l’intero ricavato verrà devoluto all’Hospice di Nuoro (Ospedale “Cesare Zonchello”), diretto dal Dott. Salvatore Salis.
La prefazione del volume, stampato per i tipi delle Edizioni Solinas, è a cura dall’attivo ultracentenario nuorese Bustianu Maccioni, ingegnere e fraterno amico dello scrittore-pittore.
La foto di copertina, titolata “Festa nuziale”, è una rappresentativa opera pittorica di Mimiu Canu.
Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Ziu Mimiu ma ne ho sempre sentito parlare come se fosse stato un punto di riferimento della vita e della cultura “nugoresa”. Leggendo l’articolo di Cristoforo Puddu ho avuto la sensazione di essere tornato indietro nel tempo. Rivivere un personaggio degli anni della mia giovinezza è stato come ricostruire e aggiungere alcuni tasselli al puzzle della vita cittadina di quegli anni… Complimenti!
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